| Buona notte a tutte, ho letto i vostri commenti sull'epilogo della mia storia e mi hanno fatto davvero tantissimo piacere. Grazie mille per gli influssi positivi, le cose piano a piano stanno migliorando anche se ho sempre meno tempo per scrivere e di questo mi dispiace molto. cercherò però di tornare un po' più attiva sul forum, almeno in veste di commentatrice. Come vi avevo anticipato avevo scritto qualche mese fa una OS che non ero sicura di postare ma stasera è la notte giusta. In particolare voglio dedicarla a Vale per il suo compleanno e per ringraziarla di esserci stata in questi mesi difficili. Se ho scritto qualcosa è anche merito suo che in questi mesi mi ha spronato a farlo. Il titolo è preso da un album di Nek, cantante che mi piace molto, e che farà anche una piccola apparizione, direi che in questa storia mi sono presa un paio di licenze poetiche spero non vi dispiaccia. Se volete le canzoni citate possono diventare una playlist da ascoltare durante la lettura
Ancora buona notte a tutte sono davvero curiosa di leggere cosa ne pensate
UN'ALTRA DIREZIONE
Scartoffie, era stato via tre mesi per arrestare Vichi e le scartoffie sulla sua scrivania si erano triplicate costringendolo a trattenersi anche più dell’orario d’ufficio per finire di sistemarle. Si che in quelle sere non aveva poi molto da fare, da quando era stato trasferito al nucleo aveva passato il 90% del tempo sotto copertura in giro per l’Italia. Negli ultimi due anni la sua vita sociale era diminuita notevolmente, tanto che suo sorella lo aveva amorevolmente rimproverato ricordandogli che faceva il carabiniere e non il frate di clausura. Lui e Ale non si vedevano più così frequentemente come quando stavano a CdP però si sentiva tranquillo. Era insieme a Luigi da quasi un anno, e nell’ultima chiamata gli avevano detto che presto sarebbero andati a convivere. La sua pulce era cresciuta e finalmente sembrava aver messo la testa apposto, e poi si vedeva che in Luigi aveva trovato la persona giusta. Lui invece non aveva avuto la stessa fortuna anche se pensava di sì. Rivedere Paola durante la missione era stato un colpo e una fortuna allo stesso tempo. la loro sintonia non era cambiata di una virgola nonostante non si vedessero da parecchio. Ogni incontro era stato per lui un tornare indietro nel tempo smuovendo tantissimi ricordi. Peccato che lui fosse l’unico a ricordarsene. Anche alla festa per la fine della missione aveva sperato di chiarire il passato e invece lei non gliene aveva dato il tempo. Dopo il brindisi aveva salutato tutti ed era uscita con Daniele, anzi “Dani” come l’aveva sentita chiamarlo per telefono. Ma cosa ci vedeva il quell’avvocato per lui era ancora un mistero. “Ah Ferri ma stavi qua” “Fabio e dove dovevo essere, e poi se non mi spiccio le carte aumenteranno in modo esponenziale” “Per oggi la burocrazia la metti di lato. Vatti a cambiare che mi servi in borghese” “E dove se è possibile saperlo?” “Al circo Massimo” “E che ci devo fare” “Vatti a cambiare” Lo vide uscire fischiettando, odiava quando Fabio faceva il misterioso non osava immaginare in cosa lo stesse trascinando.
Erano arrivati davanti il circo massimo ed erano andati direttamente sul retro, Fabio era stato misterioso e lui non era riuscito a scucirgli niente durante il breve viaggio in macchina. Il posto era più affollato del solito, e in quel momento aveva realizzato che dovesse essere la sera del concertone. Ne aveva sentito parlare molto. “Allora ci sei arrivato al perché siamo qui?” “Immagino che un evento di tale portata può dare fastidio a qualcuno” “Bravo Ferri” “Ma ancora non capisco che devo fare io” “Sai che questo evento, insieme a tutti gli altri concerti che si stanno svolgendo in contemporanea, sono importanti per il g8 che si svolgerà tra pochi giorni” “Certo” “bene, a quanto pare si teme un attacco terroristico o un attentato. Qualche giorno fa alcuni artisti si sono espressi sulla cancellazione del debito del terzo mondo ed hanno ricevuto delle minacce anonime” “Era prevedibile” “Infatti, però ci siamo coordinati con gli altri nuclei e con i colleghi della territoriale, tra confini e interno dovremmo avere tutto sotto controllo” “E allora che c’entro io” “Tu devi salire sul palco” “Cosa? Sei pazzo, sai quanti mi potrebbero riconoscere” “Dai Andrea, hai la barba, ti metti gli occhiali da sole un bel berretto e nessuno farà caso ad un chitarrista” “A cosa? la Vecchiaia ti ha dato alla testa” “Senti sono massimo 4 o 5 pezzi per artista che canta in diversi momenti della serata, e questo ha detto che sul palco non ci sale se non c’è qualcuno pronto all’intervento vicino” “E ti pareva, ma perché io?” “Altri colleghi che sanno pure suonare la chitarra non ne conosco, non provare a dire di no che tanto al nucleo lo sappiamo tutti anche se cerchi di strimpellare quando non c’è nessuno” “Ma non conosco manco i pezzi” “Li conosci e pure bene, fidati. Ora muoviti che dobbiamo andare” “Comandi” Andrea si era rassegnato a seguirlo e Fabio se la rideva un po’ sotto i baffi, non vedeva l’ora di vedere la sua faccia quando avrebbe capito con chi dovesse suonare.
Non sapeva se dovesse ucciderlo o essere grato a Fabio. Erano stati due ore a parlare con la manager e con tutta l’equipe e alla fine tutti avevano approvato l’idea di Fabio di far salire Andrea sul palco come chitarrista. Mentre provavano gli accordi con Nek, anzi Filippo come gli aveva chiesto di chiamarlo poco prima, e dopo un inizio un po’ lento erano andati bene. Per fortuna le canzoni in scaletta le conosceva come le sue tasche e questo Fabio lo sapeva bene, ecco perché se la rideva. Lo aveva scoperto quando era ritornato a Roma. Una sera che erano usciti a fare un giro con la sua macchina, Fabio aveva trovato in mezzo ai CD di musica rock uno del cantante italiano e l’aveva stuzzicato fino al limite per farsi spiegare il perché fosse lì. Alla fine, gli aveva detto il motivo e tutta la storia con Paola era venuta fuori. Il cd era il suo, era quello che ascoltavano ogni volta che uscivano e facevano un viaggio in macchina perché lei lo adorava e lui nonostante tutto non era riuscito a buttarlo via, anzi ormai le canzoni gli erano rimaste talmente in testa che ne aveva cercato gli spartiti per strimperlarle alla chitarra. Paola una volta gliela aveva beccata nascosta sotto il letto e ne aveva approfittato che in caserma fossero soli per farsi suonare qualcosa. Aveva scelto proprio la stessa canzone che sarebbe andata ad aprire l’ospitata di Nek. Era incredibile come avessero scelto per la scaletta proprio quelle canzoni che a lui sembravano parlare di loro. Basta si disse non doveva pensare a Paola o perdersi nei ricordi. Lei la sua decisione l’aveva presa e lui doveva farsene una ragione.
“Dani aspetta non andare così in fretta” “Dai che se non arriviamo in tempo perdiamo i posti migliori, hai visto quanta gente c’è” “Ho visto si, allora contenta che alla fine sei riuscita a venirci?” “Si, e poi vuoi mettere assistere ad un concerto con te” “Ruffiana” “Giuro che è la verità” “Quindi non c’entra nulla che tuo padre ti ha dato il permesso solo se ti accompagnavo io” “Come se ti dispiacesse zia, c’è pure quello che ti piace tanto” “Cosa avresti da dire su Nek?” “Nulla, in realtà le sue canzoni piacciono anche a me” “Dai vieni qua signorina, che voglio un abbraccio” Sua nipote aveva in parte ragione, a dodici anni era già alta quasi quanto lei ed era una gran furbona. Se la ricordava ancora quella sera di un mese prima. Stavano festeggiando in caserma la fine della missione, quando l’aveva chiamata chiedendole di andare a prenderla perché aveva perso l’autobus di ritorno dal cinema. Per tutto il viaggio non aveva fatto altro che parlare del concertone e di tutti i cantanti che ci sarebbero stati, compreso quello che piaceva a lei, e così arrivati a casa aveva parlato con suo fratello e Marco si era convinto. Ed ora eccoli lì. “Ah zia, io il CD te l’ho fatto ma non mi hai più detto dove è finito l’altro” “Dai andiamo” Non aveva appositamente risposto alla domanda, anche se sapeva esattamente dove avesse lasciato quel CD. Chissà se Andrea l’aveva tenuto dopo la sua partenza, anche se in realtà non ne avrebbe avuto motivo. Si erano rivisti durante il caso Vichi e nonostante a parole avesse detto altro, passare del tempo con lui era stato come tornare indietro, ma dopo la chiusura lui non l’aveva cercata e lei aveva capito che era andato avanti e doveva farlo anche lei.
La prima mezz’ora di concerto se n’era andata e un sacco di artisti si erano già alternati sul palco. Finalmente era il momento della prima uscita, Andrea era leggermente nervoso ma cercava di non darlo a vedere. Era entrato sul palco ed aveva agganciato l’amplificatore alla chitarra ed il suo sguardo aveva vagato sulla folla. Si disse che non era possibile, che doveva essere un’allucinazione, perché quella tra le prime fila non poteva essere Paola “Andrè, ci sei? Dobbiamo attaccare” “Sisi, ci sono”
Finalmente la presentatrice aveva annunciato il cantante che aspettava lei. non aveva idea delle canzoni che avrebbe cantato ma a lei non importava, tanto le conosceva tutte a memoria. “Zia ma questa non è quella che mi cantavi da piccola? È davvero vecchia” “Dani ricorda che le belle canzoni non hanno età” Sua nipote aveva ragione, in effetti quando era andata via da CdP ascoltava spesso ‘Cielo e terra’ e la canticchiava in continuazione. La colpa era di quel testo bello ma che non la faceva smettere di pensare ad Andrea.
Quando eravamo cielo e terra E tu di me la mia metà In ogni dubbio e in ogni verità Quando eravamo la stessa pelle La stessa luce nel corpo e nell’anima
Si stava godendo quelle parole ripercorrendo ricordi lontani quando sua nipote l’aveva scossa per un braccio. “Zia guarda” “Cosa tesoro” “Credo che il chitarrista ti stia fissando” “Non credo” “Ma sì invece, e da quando ha iniziato che guarda da questa parte, non stacca gli occhi” “Secondo me ti stai sbagliando” “Io dico di no, Ma lo conosci?” “Certo che no” “Peccato sarebbe stato fico” Sua nipote si era rigirata verso il palco per godersi il resto della canzone, e lei per quanto cercasse di tornare tranquilla non aveva potuto fare a meno di notare come Danica avesse ragione. In effetti quel chitarrista la fissava e come, ma tra capello e occhiali non riusciva proprio a identificarlo.
La prima uscita era andata, ancora qualche minuto e ci sarebbe stata la seconda. Rimanevano ancora poche esibizioni per quella serata e poi se ne sarebbe potuto andare a casa. Non era andata poi così male, gli altri membri della band gli avevano anche battuto un cinque alla fine per la sua ottima esibizione, ma lui aveva la testa solo su ciò che aveva visto, o meglio chi aveva visto. Paola era a quel concerto, l’aveva riconosciuta tra le prime file, e qualcosa gli diceva che non fosse sola. E per lui era davvero un pugno allo stomaco pensare o addirittura vedere che era insieme a quell’avvocato. “Andrè sei pronto?” “si” “Ok usciamo tra qualche minuto, complimenti per prima. Suoni davvero bene, se cambi lavoro ti ingaggio” “Grazie per il complimento, ma non credo possa succedere, amo quello che faccio” “Il tuo capo l’aveva detto che la divisa è come una seconda pelle per te. Dai andiamo, stanno per presentare ‘la voglia che non vorrei’” “Ottimo la canzone perfetta in questo momento” “Problemi?” “Niente di che, lascia perdere” Mentre suonava sul palco aveva la testa da un'altra parte. Continuava a pensare che doveva assolutamente risolvere quella questione. Non poteva rimanere sospeso, e se lei avesse scelto Daniele avrebbe dovuto lasciarla andare, anche se gli faceva male.
Sei l’unica voglia che non vorrei Ti ho visto piangere su di me Ma sono già lontano ormai Sei la follia, ed ogni singolo gesto che fai E questo incantesimo andrà via Ora che non sei più mia
Non aveva potuto fare a meno di guardarla ancora mentre venivano cantate quelle parole che esprimevano in maniera perfetta i suoi pensieri. Avevano un passato forte loro due ma nonostante questo lei non era più sua.
Era davvero contenta di aver accompagnato sua nipote a quel concerto. Gli artisti si erano alternanti sul palco cantando le loro canzoni più famose. Le esibizioni che però le erano rimaste di più erano quelle del suo cantante preferito. Nonostante fosse rilassata, durante tutta la precedente canzone si era sentita osservata esattamente come quella prima. Danica aveva ragione quel chitarrista non smetteva di guardarla e lei era molto curiosa di sapere chi fosse. Ma non subito, prima voleva godersi “notte di febbraio” una delle canzoni che aveva più nel cuore.
Parlarti ancora mentre il mondo affiora Dirti che non sei sola e lo sai La tua pelle e ora tutto il resto vola E nel niente solo noi
“Zia ma la sai proprio tutta a memoria?” “è una delle mie preferite” “Capito, e comunque quello lo fa ancora” “Dai Dani, goditi il resto della canzone” “Va bene contenta tu” Era tornata con il viso rivolto verso il palco per sentire ancora quel pezzo. Le piaceva troppo e quel testo sembrava parlare di loro. La sua notte di febbraio se la ricordava bene. Avevano dato a Capello il giusto riconoscimento per i 25 anni di carriera e in caserma avevano organizzato una piccola festa. Lei però era scappata prima del taglio della torta, non era riuscita a reggere Andrea vicino alla Morresi con lei che ci provava spudoratamente. E poi era successo tutto in pochi minuti, lui che la rincorreva, la vedeva uscire dalla stanza dopo aver posato il pacchetto su cui si era fatta un sacco di idee sbagliate. Poi Andrea l’aveva richiamata e le aveva fatto quella splendida sorpresa. Una collana nuova dopo che la sua era andata persa nell’indagine. Non si erano detti quelle parole importanti ma si erano finalmente ritrovati dopo mesi di musi lunghi. Non contava più ciò che era successo in passato, le parole che erano volate e le azioni che avevano fatto. Erano solo loro che si erano ritrovati e amati per tutta la notte. Chissà dov’era finito lui. doveva smetterla di pensare ad Andrea, non aveva fatto altro per tutta la sera quasi gli sembrava di vederlo ovunque. Ora pure il chitarrista aveva preso ad assomigliare a lui, cosa assolutamente impossibile. Eppure, più lo fissava più sembrava Andrea. La loro esibizione era ormai finita, aveva dato un ultima occhiata alla nipote e si era fatta promettere che non si sarebbe mossa da lì, mentre lei si avvicinava al retropalco per capire se avesse le visioni o ci vedesse.
Anche questa era andata, ormai il sole era tramontato sul circo massimo e lui aveva deciso di togliere gli occhiali da sole. Tanto la situazione gli sembrava tranquilla, anche i colleghi lo avevano rassicurato. Prima dell’ultima esibizione aveva ancora qualche minuto. Aveva deciso di scendere al chiosco vicino il retropalco e prendere una bottiglietta d’acqua per rinfrescarsi quando si era sentito chiamare “Andrea?” Tra tutti era l’ultima persona che si aspettava di ritrovarsi lì “Allora eri davvero tu” “Paola, ma che ci fai qui?” “Questo dovrei chiedertelo io, soprattutto sul palco” “E che ci faccio, suono la chitarra” “Fino a qui c’ero arrivata, non capisco il perché. Hai per caso cambiato il lavoro e non fai più il cara…” Non le aveva dato il tempo di finire la frase, la sua mano era andata a coprire la bocca per farla tacere. Quel contatto e l’essere così vicini avevano scatenato dei brividi in entrambi. Fu Andrea il primo a riprendersi e a parlare ma senza allontanarsi, “Shh, non lo dire sono in missione” “Missione?” “Si, hanno minacciato Filippo,” “Filippo?” “Si, cioè Nek, ha detto che non sarebbe salito sul palco se non ci fosse stato qualcuno con lui” “Ed hanno mandato te che così puoi strimpellare liberamente per una volta” “Si, devo dire che…” “Complimenti, comunque, sei davvero bravo” Andrea si era passato una mano tra i capelli in leggero imbarazzo, non aveva mai ricevuto complimenti per la musica e fatti da lei avevano valore doppio. “Grazie, ma ora tocca a te rispondere, come mai sei qui” “Mi hanno convinto a venire perché tra tutti gli artisti c’erano anche i miei preferiti” “Me lo ricordo, in macchina si ascoltava sempre e solo un cd” “il mio mix” “Fabio ci ha fatto l’abitudine, a sentirlo partire in automatico ormai” “Ce l’hai ancora?” “Si, è un bel cd” “Solo?” “Io adesso devo tornare su” “Non hai risposto, ma va bene ne riparliamo dopo., avverto Dani che non andiamo via subito” “Dani?” “Si sono con…” “Si certo ho capito. Senti io devo andare e non so se dopo devo tornare in ufficio. Ciao” In cinque secondi l’atmosfera era completamente cambiata. Andrea era diventato freddo e l’aveva salutata frettolosamente scomparendo nel retropalco. Lo avrebbe cercato alla fine del concerto, stavolta avrebbero parlato, anche perché non capiva più i suoi comportamenti e i suoi cambi d’umore improvvisi.
“Oh Andrè dai che c’è l’ultimo pezzo” “Sisi arrivo” “Ma che ti è successo?” “Ma niente” “Non sembra, qua c’è di mezzo qualcuno, anzi qualcuna” Lui l’aveva guardato stranito, e poi era diventato, non sapeva nemmeno come, un fiume in piena. Aveva raccontato a praticamente uno sconosciuto, la sua storia con Paola, e gli era venuto facile sfogarsi. Forse perché con un estraneo non doveva temere nessun giudizio. “Che storia, però ci sono ancora troppi sospesi per lasciare perdere così” “Io…” “Tu ora Sali sul palco con me per l’ultimo pezzo, che è pure azzeccato con la situazione, ti sfoghi suonando e poi vai da lei a parlarle” “Io da quelli non ci vado” “Hey, non mi fare il bambino orgoglioso, ti conosco da poche ore ma mi stai simpatico, devi concludere questa serata al meglio”
Non c’erano state altre parole o altro tempo. avevano sentito la presentatrice chiamarli sul palco e si erano andati a mettere ognuno nella propria postazione. Doveva ammettere che quel cantante conosciuto da poche ore aveva ragione. Incanalare le energia nella chitarra lo aiutava a non esplodere nel pensare a Paola e all’avvocatucolo. E poi quelle parole erano esattamente quello che avrebbe voluto dirle per farsi capire.
Lascia che io sia Il tuo brivido più grande E non andare via, non sei più così distante Quello che c’è stato tra di noi Io non ho confuso mai I tuoi pensieri mi sfiorano Ed il passato si arrende al presente
“Zia, tu potrai dire il contrario, ma sono convinta che quel chitarrista ce l’abbia con te” “Cosa dici” “È tutta la sera che ti guarda, e adesso ho l’impressione che ti stia cantando la strofa, guarda come muove la bocca” Lo aveva notato anche lei, e dopo aver scoperto che quel chitarrista in realtà era Andrea non credeva che fosse una coincidenza. Che davvero fosse un Messaggio che solo lei poteva capire. Il concerto era quasi alla fine, lo avrebbe raggiunto e gli avrebbe parlato, non le era piaciuto come si erano salutati prima e voleva chiarire ciò che era rimasto in sospeso.
Finalmente avevano finito. Poteva tornarsene al nucleo tra le scartoffie, non che le amasse ma meglio quelle che vedere Paola. “Andrea, ma per caso conosci anche gli accordi di ‘sei solo tu’?” “Si, conosco anche quella” “Ok, allora non smontare tutto che dobbiamo fare un ultimo pezzo” Era stata una discussione rapida a cui non aveva neanche potuto controbattere. A quanto pare gli organizzatori gli avevano chiesto di fare un altro pezzo e lui aveva accettato. Stava accordando la chitarra quando aveva captato il discorso di Nek ed era rimasto di sasso. “Grazie a tutti per essere qui a questo meraviglioso evento, vorrei due parole veloci prima di eseguire l’ultima canzone. volevo semplicemente ringraziare tutti, dagli organizzatori della serata a voi che siete qui tutti e mii fate sentire il vostro affetto. E poi permettetemi di ringraziare questa magnifica band con cui fare musica è davvero un piacere, in particolare il mio chitarrista d’eccezione, che è qui per un favore più che per lavoro, e quindi vorrei restituirglielo. So che tra la folla c’è una persona per lui molto speciale, e a lei è dedicata questa canzone. grazie ancora a tutti”
Quello stacco di chitarra iniziale lo aveva riconosciuto subito, così come la canzone che era una delle sue preferite. Non riusciva ancora a credere a ciò che aveva sentito. Sperava con tutto il cuore che quel discorso fosse per lei, se c’era una cosa che aveva capito negli ultimi tempi era che era ancora irrimediabilmente innamorata di Andrea e non voleva più scappare come aveva fatto a CdP e si augurava che anche per lui fosse lo stesso.
Sei solo tu nei giorni miei Sempre più dentro me Sei solo tu e dimmi che Tutto il resto non conta Tutto il resto sei solo tu
Magari si fosse risolto con una canzone. In un primo momento era rimasto spiazzato dall’annuncio di Nek, ma poi il suo cervello gli aveva fatto riflettere che in fondo non era stata una cattiva idea. Nessuno aveva capito a chi facessero riferimento tranne la diretta interessata probabilmente. Paola doveva aver capito dato che sapeva benissimo che era lui a suonare. Quelle parole le pensava davvero solo che non aveva avuto il coraggio di dirgliele per paura di ricevere una delusione. Era ancora intento a mettere via la chitarra quando se l’era ritrovata alle spalle “Andrea che significa?” “Cosa?” “Lo sai cosa! prima mi baci durante la missione, poi sparisci senza farti sentire per giorni e adesso fai una dichiarazione davanti a tutta Italia praticamente” “intanto non l’ho fatta io la dichiarazione, e di certo non è una mia idea. E poi non sei felice che non mi sono fatto sentire, almeno ho smesso di disturbarvi” “Ma disturbare chi?” Andrea stava per risponderle per le rime quando vide una ragazzina avvicinarsi a loro e correrle incontro. “zia, ma allora vedi che lo conoscevi il chitarrista, è una serata che ti fissa” “Dani, ti presento un mio amico e collega, lui è Andrea” Davanti a lui si era presentata una ragazza davvero rassomigliante a Paola e lui aveva iniziato a mettere insieme i pezzi rendendosi conto che forse aveva frainteso tutto. “Dani? Vuoi dire che quando sei andata via tu non parlavi con…” “Parlavo con mia nipote, Danica” “Danica?” “Si, è un nome slavo, significa stella del mattino, mia mamma è un po’ particolare, ecco perché preferisco Dani” “Hai un bel nome invece! Andrea tutto ok?” “Si, cioè no, ma quindi quella sera tu andavi da lei e non da…” “Adesso ho capito, mi hai sentito parlare al telefono ed hai pensato che stessi uscendo con Daniele” “Ma chi l’avvocato con l’anello del mercatino? Ti prego zia quando lo hai lasciato hai fatto la cosa migliore del mondo!” Andrea ha quella frase aveva alzato un sopracciglio, ed aveva la sua espressione da ‘te l’avevo detto’ conosceva da pochi minuti quella ragazza ma già gli stava molto simpatica. “Tua nipote mi piace” “Anche tu, Andrea mi stai simpatico a pelle” “Dani piantala, e tu non ridere! Non ci posso credere sei sempre il solito e non cambi mai! Andiamo!” Andrea l’aveva vista prendere per mano sua nipote, che dalla faccia non doveva aver capito nulla, e andare dritta verso l’uscita. Era stato un idiota ed aveva frainteso tutto. lei aveva anche ragione, se lui non fosse stato troppo orgoglioso l’avrebbe chiamata e il malinteso si sarebbe chiarito prima. Gli ci erano volute due falcate per raggiungerla ed afferrarle la mano libera per farla voltare. “Andrea!” “Ti amo!” Lei non aveva potuto replicare nulla, con lui che l’aveva stretta a sé e si era avventato sulle sue labbra. All’inizio l’aveva sentita rigida e aveva temuto di aver fatto una cavolata, poi però aveva sentito le sue mani salire fino al collo e tirarlo verso di lei per approfondire il bacio. bacio che durava da diversi minuti dove nessuno dei due era intenzionato a lasciare andare via l’altro. Era stata una voce li vicino a farli staccare “Ehm… scusate se serve vi prenoto una stanza” Il viso di Paola aveva preso un colorito rossastro e lui aveva capito che la frase di Danica non era passata indifferente. “Danica!” “Beh, che c’è? Direi che posso pure chiamarlo zio Andrea no?” “Un'altra battuta e ti giuro che non ti accompagno più ad un concerto” “Dovresti ringraziarmi invece, con la scusa di accompagnare me, hai ritrovato lui” Andrea aveva ascoltato quello scambio sorridendo. Quella ragazzina gli stava proprio simpatica ma doveva ammettere che aveva anche bisogno di parlare con Paola per chiarirsi definitivamente. Le aveva chiesto gentilmente se li poteva lasciare soli pochi minuti e adesso doveva giocarsi il tutto per tutto, anche se dopo quel bacio le sue speranze erano molto alte. “Paola scusami, è vero ho pensato subito che ci fosse ancora Daniele nella tua vita ed ho sbagliato a non parlarti. Il problema tra noi è sempre stata la fiducia. Anche tanti anni fa. Ma adesso voglio che tutto cambi davvero. Ti amo, mi sei entrata dentro e non voglio più perderti” Andrea le aveva preso le mani e la stava guardando, i suoi occhi emanavano quel bagliore verde che la faceva ancora sciogliere. Non le c’era voluto molto per prendere la sua decisione. “Ti amo anche io e voglio provare a fidarmi perché ci sei solo tu e il resto non conta”
Dani era ritornata da loro dopo alcuni minuti e li aveva trovati ancora lì intenti a divorarsi le labbra incuranti del mondo attorno a loro. Era davvero felice per sua zia ed era convinta che non sarebbe passato troppo tempo dal chiamare zio anche lui. Gli stava già simpatico e non vedeva l’ora di assistere alla presentazione ufficiale al nonno. Se aveva capito bene, anche lui era un carabiniere, anche se doveva ancora capire come c’era finito a fare il chitarrista sul palco quella sera, Arnaldo Vitali avrebbe fatto un colpo sicuro. Chissà se un giorno avesse trovato anche lei la persona giusta. Per ora però voleva godersi sua zia finalmente vicina, visto che aveva ottenuto il trasferimento a Roma e pure questo nuovo zio inaspettato
THE END
Edited by giulia mars - 3/10/2022, 17:43 |
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