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Posts written by sylvia70

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    Non ce l'ho fatta dal telefonino yuk mi ha fatto impazzire mille volte a scrivere e poi non caricava un bel niente, quindi ho dovuto aspettare di essere a casa per commentare in maniera decente e non telegrafica a corto di soldi. (:

    Già ci avevi fatto stare in pena con quel bel piano di Fabio per coinvolgere Paola a sua insaputa, Vale... E per fortuna che poi gli è sovvenuto improvvisamente che FORSE almeno Andrea doveva saperlo! dots Se fosse stato l'Andrea di inizio storia, potevo anche capire che fosse meglio lasciarlo fuori, ma qui ormai si cominciano a vedere dei risultati, anche se ancora non sufficienti per far sì che i due testoni trovino il modo di stare insieme senza farsi del male.
    P.S. Paola non è cretina, lei ha sentito che c'era qualcosa che non andava... Che donna! :b:

    E poi giustamente, perché se no non sarebbe una tua storia... Ci deve stare che qualcuno finisce giù da un burrone o in bilico su un ponte o sotto tiro di uno stormo di corvi neri mafiosi e via su questo filone. Qui abbiamo una variazione sulla modalità 'trappola' e prima di tutto vorrei dire una cosa a Fabio, anzi due...
    1) MA SONO CRETINI O SEMPLICEMENTE DA CACCIARE DALL'ARMA I TUOI UOMINI?? LI HAI PRESI IN SCONTO AL SUPER??? censored2 (mi sono censurata da sola :P)
    Cioè, ce n'erano non due, ma quattro che seguivano Paola e dove sono finiti, eh? Ma stai ancora ad ascoltare quel cretino di magistrato? Se non c'era Andrea prova ad immaginare cosa succedeva!!!
    2) Tutto questo bel piano di far finire in trappola l'uomo che doveva rivelare il traditore, dov'è andato a finire ora che l'avete arrestato, eh? Ma che razza di piani avete pensato? Neanche un bambino di due anni cavolo! L'unica è che teniate assolutamente in silenzio quello che è successo e che convinciate l'uomo a portarvi al traditore comunque e speriamo che funzioni.
    P.S. Spero che non sia chi penso, il traditore... Ok che l'ha fatto per il nipote (figlio del figlio o figlio di una sorella, a proposito?) ma non so se me ne farò una ragione lo stesso. :(

    E veniamo ad Andrea che si butta davanti a Paola e si prende lui tutti i proiettili destinati a lei. Dobbiamo sperare prima di tutto che ce la faccia e poi che questo gesto assolutamente impulsivo e sconsiderato faccia capire a Paola che lui ha sempre tenuto a lei nonostante tutto. Mi chiedo se non c'era proprio un altro modo meno cruento di far arrivare il messaggio ;P ma d'altro canto in questa storia ne sono successe davvero di ogni, quindi questa evoluzione mi sembra molto coerente. X) Anche troppo, direi!
    Magari potremmo approfittare del lungo periodo che Andrea passerà in ospedale per farli parlare un po' in santa pace, questi due? Così forse riescono a perdonarsi e a ricominciare in modo più sereno e maturo. E magari chissà che non sia in viaggio già un pupetto, così da aiutarli a guarire anche da questo punto di vista? :rolleyes:

    Conclusione, Vale, qui aspetto che tu faccia un bel miracolo complessivo per i due testoni, non solo per la sopravvivenza di Testone Andrea, e intanto ti ringrazio di cuore per questa super puntata. A presto! :*:
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    Valeeee... Siamo arrivati alla fine? Davvero davvero? 😢 Però effettivamente ci avevi già fatto il regalo di continuarla oltre quello che avevi pensato, quindi grazie.🙏

    Mi mancherà questa storia otherverse, con Paola che arriva come magistrato e ha Claudia come migliore amica, con intreccio doppio di magistrate e carabinieri. È stata una genialità da parte tua, complimenti! E poi la piccola Mia è così tenera e ora c'è anche il piccolo Riccardo... 🥰
    Grazie grazie grazie cara, una bellissima sorpresa domenicale! 🤗

    Edited by sylvia70 - 28/4/2024, 18:53
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    CITAZIONE (dragotuttonero2 @ 13/1/2024, 17:54) 
    Mi sembra che questa fiction non la fanno più vedere in televisione. Se è cosi veramente allora è un peccato. Che se la rifanno rivedere in televisione. è un modo di rivederla tutta quanta.

    Ogni tanto ritornano a farla vedere al mattino, ma è spesso tagliata brutalmente.
    Ci sono due modi per poterla rivedere integralmente:
    1. Andare su Mediaset play e cercare, ci sono tutte le stagioni e anche Sotto Copertura. Si può guardare da telefonino, computer o lanciare su smart TV se ha Chromecast incorporato
    2. Iscriversi al canale Telegram dedicato a Carabinieri fiction dove sono caricate tutte le puntate (Carabinieri Serie TV fiction )
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    Sono con cellulare e quindi non posso scatenarmi a fare citazioni, ma intanto grazie Barbara di essere passata a regalarci una nuova puntata. 😘

    Andrea è proprio un capoccione eh... Ha anche la fortuna di ritrovarsi un cognato che gli fa la psicoanalisi gratis, eppure neanche così ci arriva a capire che tutto quello che sta dicendo e facendo dice, anzi urla squarciagola che lui ama ancora Paola.

    Con buona pace di Gloria. Lei è la donna giusta? Ma oltre a bere ti sei fatto di qualcosa Andrea??? Come ti ha fatto notare Luigi, a domanda chiara non hai dato risposta chiara. Ergo, non sei così innamorato di tua moglie. 🤨

    Anche perché adesso stai partendo per Bruxelles solo per metterle un aut-aut. Non per dirle "cara scusami sono un cretino, non ti ho detto che per me la famiglia e i figli sono una priorità e che forse con Paola non è finito un bel niente. Ma anche tu non sei stata onesta, per te il lavoro viene prima e pure il prestigio e i soldi. Non siamo riusciti a pensare come una vera coppia cosa è meglio per tutti e due, forse perché non siamo mai stati una coppia che si ama sinceramente".

    Spero solo che facciate tutti e due gli orgogliosi e finisca che vi sbattete la porta in faccia dicendo che è stato un errore sposarvi. Ma non so se Gloria sia pronta a mollare la presa. Sarei tuttavia felicissima di essermi sbagliata in questo caso...😅

    Se non altro ha evitato di creare ulteriori speranze a Paola, con il suo comportamento. Non che Paola non se le sia già fatte, è evidente a tutti cosa lei prova per lui. Ma ci voleva davvero Luigi per sbatterglielo in faccia a mister Capoccia Dura? 🤭 Avrei voluto vederla di persona questa scena!

    Bravissima come sempre, Barbara, tanti influssi per te e aspettiamo la prossima puntata. 😘
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    Siiii la puntata in cui Andrea fa una figura splendida 😁 con una palla e i birilli... Sono curiosissima di leggerla! Ti mando una vagonata di influssi Miryam 🤞🤞🤞 e speriamo che tu possa finire presto la puntata 🤗 grazie cara!
    P.S. E chi resiste adesso, dopo le tue anticipazioni sulla seconda serie??? Non vedo l'ora! 🤩
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    Sono qui di passaggio per commentare le altre storie, ma vedendo che c'era Miryam non ho potuto esimermi dal fare una capatina a ringraziare chi è passato di qua a lasciare un commento o un suggerimento. :wub:
    E quindi ecco qui un assaggino della prossima, davvero ormai manca proprio poco alla fine...

    Lui la trattenne per un braccio e le sussurrò: “E' vero quello che ha detto Chiarelli prima, quando riusciremo a fermare quello stronzo, sarà perché c'eri tu ad aiutarci. Grazie, Paola, di tutto quello che hai fatto in questi giorni. Sei stata la mia roccia, il mio porto sicuro quando mi sembrava di sprofondare senza possibilità di salvezza. Grazie di esserci”.


    In settimana arriverà la puntata, ok? A presto e buona notte!
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    Siiiiii Paola ha preso la sua decisione e ha trovato un modo bellissimo per dirlo ad Andrea! Cosa di meglio del vestito e dell'anello che lei aveva usato come copertura quando era la fidanzata di 'Salvo'? Ma soprattutto fargli ripetere quelle parole, 'la mia donna'...
    Mi sembrava di sentire zompare qua e là il cuore di Andrea, poverino, mentre Paola gli spiegava cosa aveva deciso. Se non gli sono saltate le coronarie in quel momento, direi che il nostro capitano della Guardia di Finanza può mettersi tranquillo. :lol:

    Sono rimasta stupita quando Andrea ha detto che Ale è anche più gelosa di lui, avrei voluto vederla! Ma per fortuna Luigi è già chiaramente preso dalla sorellina Ferri e quindi spero che non venga tampinato dal fratello più grande. Chi invece si merita una tampinatura gigante sono quelle due disgraziate di madre e figlia a Roma devilred , qua forse è meglio che intervenga qualche pezzo grosso a spaventarle sul serio.

    E finiamo con questo Andrea che è stato perfetto fino alla fine, si è moderato anche se ora sono ufficialmente insieme e addirittura pur essendo nella stanza di lui non è andato oltre baci e carezze. Vuole esser certo che Paola non abbia ripensamenti? Vuole evitare di spaventarla? Non lo so, ma mi piace questo Andrea così attento e premuroso. Sperando però che alla fine anche lui prenda il coraggio e faccia l'amore sul serio con la sua Paola, senza più impicci o paure tra di loro. :wub: Mi fa sperare comunque che la voglia fosse tanta... :P Ci farai sapere cosa pensa Paola al riguardo? Sono curiosa, lo ammetto, ci hai tenuto in sospeso finora, senza farci vedere più di tanto i suoi pensieri nelle ultime puntate.

    Sono davvero due tesori, due piccioncini e con questa puntata ci hai fatto finalmente sorridere e provare sollievo. Grazie Mina :*: adesso basta solo che si levino di mezzo le impiccione, le famiglie sono già d'accordo, e sto parlando anche di quelle lavorative. ;) E siamo d'accordo anche noi, ovviamente!
    Ti mando un sacco di influssi perché tu possa avere tante belle ispirazioni per la storia :] e ti aspettiamo domenica prossima, spero! Bravvissima come sempre...
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    Grazie Gianna di aver ricominciato a pubblicare, c'era bisogno di un po' di movimento nel forum. ^_^

    E qui ce n'è di movimento, tra Andrea che si ingolfa in un rapporto con Jessica per cercare di dimenticare Paola, e Paola che sta con Cesari e addirittura si prepara a sposarsi con lui (URGH! :sick: mi era bastata la storia di {Sara} qualche anno fa) ma si rende conto che forse ama Andrea...

    Però posso dire una cosa? Non credo che al posto di Jessica sarei stata così contenta che Andrea si era dato così tanto da fare solo perché doveva scacciare Paola dalla mente. Cioè, magari da un punto di vista fisico si potrebbe essere mooolto contente :XD: ma da quello mentale molto meno. Però se Jessica è felice di fare da chiodo scaccia chiodo in questo modo, va be', basta che poi non si appiccichi come la colla, ciccina non farti illusioni eh? Andrea è stato onesto fin da subito, quindi vedi di non fare storie dopo, quando Andrea capirà che Paola non si può dimenticare facilmente.

    Invece noto che qui hai appena accennato ad una missione che quei due hanno fatto insieme e che non ha cambiato niente, mi viene da pensare a quante storie invece nelle quali la missione è proprio galeotta per avvicinarli. Alcune sono state proprio tue storie, Gianna, ma qui hai preso una direzione diversa. O ci farai sapere qualcosa di più su questa missione più avanti?

    Spero anch'io come Patty che 'questo matrimonio non s'ha da fare' :asd: quindi aspetto fiduciosa la prossima puntata. A presto!
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    In ultra fretta ho finito la puntata, se ci sono errori scusatemi, la dedica è per tutte le commentatrici della scorsa puntata :wub: a presto!

    QUARANTUNESIMA PUNTATA


    Si sentì un bussare discreto alla porta, si scostarono di scatto, poi Andrea fece cenno a Paola di lasciare che aprisse lui.
    “Scusa, Claudio, è appena arrivato il brigadiere Vitali” disse in tono formale facendo entrare Chiarelli. “Vorrebbe parlarti e a quanto pare ha qualcosa da dirci anche lei”.
    “Buongiorno, brigadiere” fece Chiarelli con tono formale mentre Paola gli faceva il saluto. “Si accomodi pure, sono curioso di sapere perché lei è qui. A parte magari tenere un po' più calmo il mio collega Ferri, per la qual cosa la ringrazio, visto il brutto colpo ricevuto”.
    Paola si girò verso Andrea, che spiegò a Chiarelli: “Non gliel'ho ancora detto”.
    “Volete che esca e ritorni?” disse Chiarelli con estremo tatto.
    “No, tanto tu sai già tutto e poi quello che conta adesso è riuscire a capire se le nostre supposizioni hanno prove solide su cui basarsi. A proposito, novità?” replicò Andrea.
    “Forse, ma non mi sbilancio, aspetto notizie dal maresciallo Cuomo”.
    “Detto cosa?” insistette Paola girata verso Andrea..
    “Che Ale è stata spinta ad avere una storia con uno della banda dei motociclisti da una misteriosa donna che diceva di essere una mia ex” rivelò Andrea con tono teso.
    “Una tua ex? Ma chi? Non sarà mica... No, lei hai detto che è in Friuli” fece Paola, cercando di metabolizzare cosa aveva appena sentito. “E la... No, lei è a Torino. Ma poi che senso avrebbe? Mi hai detto che era stata una cosa tranquilla!”
    “Appunto, non ha senso. Per questo stiamo pensando che...”
    “Che sia una storiella inventata e che dietro c'è qualcuno che ha organizzato tutto. Qualcuno a caso” lo interruppe Paola, scura in volto.
    “Esatto” replicò Andrea, le labbra strette. “Qualcuno che potrebbe aver coinvolto sua figlia, ma stiamo aspettando conferme” e guardò Chiarelli.
    “La figlia del generale?” spalancò gli occhi Paola. “Ma tu la conosci?”
    “Non sapevo neanche che ne avesse una, prima di stamattina”.
    “E poi cosa vuol dire che Ale è stata spinta? In che senso?”
    “Nel senso che le modelle dell'agenzia per cui lavora l'hanno portata apposta nel locale dei motociclisti e fatta sedere, come per caso, accanto a Palermo” disse Andrea, scuro in viso. “Il tutto perché questa donna misteriosa voleva vendicarsi di me che l'avevo piantata e di Ale che era sua amica ma non aveva preso le sue parti. Giusto, Claudio?”
    “Giusto. A proposito, dalla trascrizione di quanto hanno detto le modelle, pare che siano andate per tre sere di fila nel locale, prima che avessero la conferma che tua sorella aveva un debole per Palermo” rispose Chiarelli. “E quando l'hanno detto a questa misteriosa ragazza, dopo un paio di giorni lei non si è più fatta vedere all'agenzia”.
    “Ma almeno abbiamo una descrizione decente di questa donna? Avrei dovuto chiedertelo prima, ma ero un po'... Diciamo fuori di me” ammise Andrea.
    “Posso riferirti quello che hanno detto le modelle. Un metro e ottanta, capelli castano chiaro lunghi, occhi castani, sopracciglia molto curate a quanto pare e ben truccata. Le hanno dato sui venticinque anni e sul fisico non si sbilanciano, dicono che era una abbastanza carina ma niente di che. Sai com'è l'ambiente, sempre pronte a tagliarsi i panni addosso, come per tua sorella” disse Chiarelli. “Ti dice qualcosa?”
    “No, niente” scosse la testa Andrea.
    “Quindi hanno spinto Ale ad avvicinarsi a Palermo apposta?” chiese Paola, incredula.
    “Lo sai in che condizioni era Ale quando è arrivata qui... E lei ha fatto tante volte chiodo scaccia chiodo, solo con Luigi era andata diversamente” fece una smorfia Andrea.
    “E come facevano a sapere che sarebbe successo così?” insistette Paola.
    Andrea e Chiarelli la guardarono perplessi e lei sbuffò: “Oh, insomma! Se anche mi mettessero accanto uno per tre sere di fila apposta, mica vuol dire che devo cadere affascinata di questo qui! Intendo dire che potrebbe succedere di perdere la testa o di voler dimostrare qualcosa a me stessa o a qualcun altro, se sono appena stata piantata e voglio fargliela pagare andando con il primo che capita. Ma chi ha organizzato tutto questo come faceva a sapere che Ale si era mollata con Luigi e che era una che avrebbe potuto rimanere affascinata da uno come Palermo?”
    Andrea allargò le braccia: “Non ho idea, ci ho pensato anch'io ma...”
    “Aspetta! La cosa più importante però è un'altra e questa non la capisco proprio, forse me la può spiegare lei, capitano” disse Paola rivolgendosi a Chiarelli.

    Andrea sorrise sentendo il tono di lei, sembrava un generale che chiedeva spiegazioni.
    Chiarelli non mosse un ciglio: “Mi chieda pure, Vitali”.
    “Questa ragazza che voleva che Ale si mettesse con uno della banda ha descritto Palermo alle modelle? Oppure era stata generica, bastava uno qualunque della banda?”
    “No, le modelle hanno dichiarato che la ragazza aveva indicato proprio Palermo come quello verso il quale dovevano spingere la sorella di Ferri”.
    “E come glielo ha spiegato? Cioè, ha descritto Palermo o ha detto che dovevano farla finire con quello che era il capo della banda? Perché Palermo lo era già, giusto?”
    “Sì, lo era diventato da una settimana circa. Adesso capisco dove lei vuole andare a parare. E sì, dalle trascrizioni le modelle avevano parlato del 'capo', ma devo risentire i miei uomini per esserne certo” annuì Chiarelli con tono di approvazione.
    Andrea intervenne: “Vuoi dire che così abbiamo le prove che non solo chi ha organizzato tutto questo sapeva che Ale è mia sorella e che io sono un carabiniere... Ma sapeva anche che Palermo non era un semplice membro della banda. Ok, però non vuol dire che sapesse che Palermo era uno dei nostri sotto copertura”.
    “Però confermerebbe le nostre supposizioni che c'è qualcuno che ce l'ha con te e che non ha nessuno scrupolo ad usare le persone a te care per colpirti direttamente” precisò Chiarelli. “Anche se non mi è ancora chiaro se ha coinvolto Palermo perché voleva che tu ed io ci scontrassimo o che io facessi la figura dell'incapace, che non controlla neanche quello che fanno i suoi sottoposti in missione e così lascia che una civile venga coinvolta”.
    “Non lo so nemmeno io, ma quel che è sicuro è che se volevano che noi ci facessimo guerra, hanno toppato alla grande” commentò Andrea soddisfatto.
    “Aspettate, torniamo a quello che ho detto prima... Come facevano a sapere che Ale era tornata libera e che avrebbero potuto spingerla proprio verso Palermo? Ammetto che a molte piacciono i tipi tenebrosi sulla moto, ma mica a tutte” precisò Paola.
    Andrea mormorò sottovoce: “Per fortuna” ma lei lo sentì e sorrise.
    “Intende dire che qualcuno ha assunto informazioni molto puntuali sulla sorella del capitano, Vitali? O che è coinvolto qualcuno che la conosce bene?” chiese Chiarelli.
    “Non lo so, ma mi sembra che valga la pena di indagare, non crede, capitano?”
    “Sono perfettamente d'accordo con lei, brigadiere” fece Chiarelli.
    “A questo ci penso io” intervenne Andrea. “Posso chiedere ai colleghi di Città della Pieve se c'è stato qualcuno che ha fatto strane domande su mia sorella. E ho i nomi di un paio di amiche di Ale un po' chiacchierone, forse qualcuno le ha fatte parlare. Specie se...”
    “Se fosse una ragazza pure lei” sorrise Paola. “Ma non solo di Ale, anche di te. Guarda che tra ragazze si parla molto di voi maschietti. E una sveglia avrebbe potuto scoprire molte cose, se queste amiche sono chiacchierone come dici”.
    “Ok, ok, ho capito” e Andrea alzò le mani. “Magari possiamo chiederlo anche ad Ale, quando andiamo in ospedale”.
    “Hai novità?” chiese Paola, di getto.
    “Non ho più sentito i miei uomini” corrugò la fronte Andrea. “Forse è meglio se li chiamo un attimo” e si alzò, chinandosi verso Paola per sussurrarle: “Intanto cerca di non discutere troppo con lui, ci sta aiutando tantissimo”.
    Lei lo guardò con aria di rimprovero, ma lui non ci badò e uscì fuori, il telefonino in mano.

    Chiarelli si accomodò meglio sulla poltrona: “Posso farle i complimenti, Vitali? Ha avuto delle intuizioni interessanti”.
    “Grazie, capitano” rispose lei un po' sulle sue.
    Chiarelli la guardò per qualche secondo, poi si sporse sulla scrivania: “Forse è a disagio perché so del suo rapporto con Ferri? Stia tranquilla, è anche nel mio interesse che questa notizia non esca da questa stanza”.
    “Non conoscendola, capitano, devo fidarmi di quello che ha detto il capitano Ferri” rispose Paola sempre un po' fredda.
    “Ma c'è qualcosa che glielo impedisce... Vorrei tanto sapere cosa” insistette Chiarelli.
    Lei per un po' fu combattuta, ricordando cosa le aveva sussurrato Andrea, ma sotto lo sguardo del capitano non resistette: “Mi piacerebbe tanto sapere perché lei non ci ha pensato subito a far interrompere il rapporto tra la sorella del capitano Ferri e Palermo, quando l'ha saputo, Si rende conto che così ha aiutato i piani di chi sta facendo di tutto per rovinare il capitano Ferri? E poi lei dovrebbe saperlo bene che i civili devono essere coinvolti il meno possibile nelle missioni!”
    “Capisco che lei sia diffidente, Vitali. Ma le faccio io una domanda. Ora che sa che c'è stato un piano per coinvolgere volontariamente la sorella di Ferri, ritiene che avrebbe cambiato qualcosa se Palermo si fosse allontanato da lei? O forse sarebbe stato peggio?”
    “In che senso?” chiese Paola, sporgendosi verso di lui.
    “Chi ha coinvolto sua sorella non si è fatto scrupoli e non credo si sarebbe fermato se anche Palermo si fosse tirato indietro. Anzi, ogni dubbio ce l'ha tolto proprio una persona del mio nucleo che è in realtà fedele a qualcun altro e che ha detto che la sorella di Ferri era sacrificabile” disse Chiarelli, serio.
    “Cooosa?” e Paola si alzò in piedi di scatto. “Chi è che l'ha detto? Brutto...”
    “Vedo che lei e Ferri condividete certe reazioni” e Chiarelli fece un mezzo sorriso. “Ma abbiamo a che fare con una persona estremamente abile e subdola e dobbiamo essere padroni delle nostre emozioni, per poter avere la meglio”.
    Paola si diede una regolata, ma gli occhi brillavano ancora furiosi: “Ha ragione, capitano. Dobbiamo restare lucidi e trovare le prove per inchiodare chi sta dietro a tutto questo. Anche se io e lei sappiamo benissimo chi è e mi sembra assurdo continuare a girarci intorno. Oppure ha paura anche lei di dirlo ad alta voce?”
    Chiarelli si raddrizzò sulla poltrona: “Mi addossa colpe che non ho, Vitali. Facciamo come vuole lei, diciamolo chiaramente. Sono convinto che dietro a tutto c'è il generale Pardelli e che vuole far fuori sia Ferri sia il sottoscritto, perché non siamo disponibili a far avanzare i suoi protetti e non ci conformiamo ai suoi ordini quando li riteniamo ingiusti o semplicemente stupidi. E' soddisfatta, ora?”
    “Non sente che l'aria è più pulita, capitano? Certe volte basta dire le cose chiare, per stare meglio” ribatté Paola combattiva. “Adesso sento di potermi fidare di lei”.
    “Ah, beh, la ringrazio, brigadiere” fece Chiarelli con tono ironico.
    “Così possiamo parlare apertamente delle ingiustizie che il capitano Ferri ha subito e continua a subire, per colpa di quel generale che è la vergogna dell'Arma. Come si permette di pensare che An... Che il capitano Ferri sia stato promosso ingiustamente e che non se lo merita? E arrivare addirittura a coinvolgere una ragazza innocente solo perché è sua sorella e farle rischiare uno stupro o peggio? Non è un generale, è un rifiuto della società e dovrebbe esser preso e buttato nella discarica più vicina!” disse Paola con tono di voce rabbioso ma rimanendo impettita in piedi davanti a lui.

    “Buona, tigre” le disse una voce dietro di lei, che la fece sussultare leggermente.
    Lei si voltò e lo vide sorridente, gli chiese con gli occhi e lui annuì: “Ci sono buone notizie dall'ospedale. I dottori hanno detto che non c'è niente dalle lastre e dalla risonanza, è solo l'effetto delle botte e del calmante che le avevano dato, ma si sta già riprendendo”.
    Lei gli carezzò il braccio, sollevata, gli occhi che dicevano tutto da soli. Andrea sentì una voglia insopprimibile di prenderla tra le braccia ed esprimere quello che sentiva anche lui, ma con uno sforzo si controllò e si girò verso Chiarelli.
    “Allora, a quanto ho sentito abbiamo smesso di girarci intorno e di parlar chiaro”.
    “E' stata Vitali ad esortarmi vivamente a farlo” ribatté Chiarelli con tono ironico.
    “Lo so, è una maestra in questo” ammiccò Andrea.
    “Diciamo che c'era qualcosa da chiarire con il capitano ed è stata chiarita” disse Paola fissandolo. “Allora, adesso possiamo provare a fare qualcosa di pratico per incastrare quel verme di Pardelli?”
    “Come puoi sentire, Vitali non ama perder tempo” commentò Andrea. “A proposito... Non avevi detto che avevi scoperto anche tu qualcosa?” e si voltò verso di lei.
    Paola fece una faccia che non gli piacque per niente.
    “Cosa c'è?” insistette lui.
    “Prima promettimi che resterai calmo, su questo il capitano ha ragione, dobbiamo rimanere concentrati e non farci prendere dalle emozioni”.
    “Tu dimmi cosa hai scoperto e poi vediamo” ribatté Andrea teso.
    “Siediti, per favore” e Paola lo accompagno alla sedia, mettendosi di fronte.
    Lui la guardò sentendo la tensione aumentare, ma non disse niente, aspettando che lei iniziasse a parlare.
    “Hai presente che c'era una certa persona che aveva detto che si sarebbe mosso anche lui per informarsi?”
    “Sì, ricordo” annuì Andrea, attento.
    “Ecco, quella persona ha fatto di più che informarsi, ha scoperto che c'è davvero qualcuno che sta cercando di incastrarti, in tutti i modi, legali e un po' meno. E quel qualcuno deve essere protetto da Pardelli, per poter fare questa cosa, o è Pardelli stesso”.
    "Scusa, ho capito bene?" la interruppe Andrea, gli occhi spalancati come fanali d'auto accesi. "Ma tu come..."
    "Diciamo che quella stessa persona di cui parlavo prima ha avuto l'intuizione, poi il lavoro di controllo l'ho fatto stamattina io" spiegò lei mentre Chiarelli la guardava incuriosito.

    “Ma tu avevi detto che stamattina...” obiettò Andrea dopo essersi ripreso dallo stupore.
    “Scusami” e lei lo guardò contrita.“Quello che ti ho detto stamattina, il motivo per cui ero qui... In realtà era una copertura anche per quell'altra cosa che mi ha mandato a fare” continuò lei sulle spine.
    “Spiegati meglio, non capisco. E puoi smetterla di fare giri di parole su chi ci sta aiutando”.
    Lei lo guardò per conferma, vedendolo annuire.
    “Ok, allora... Il mio superiore, il maggiore Valeri, e il generale Di Lanza si conoscono da diversi anni, il generale è stato anche il padrino del figlio più piccolo del maggiore, anche se non lo sapevo quando ci siamo parlati la settimana scorsa” buttò lì Paola, facendo raddrizzare tutti e due gli ascoltatori.
    “Vitali, vuol forse dire che il suo superiore ha chiamato il generale?” chiese Chiarelli.
    “In realtà è stato il generale a chiamare Valeri, voleva maggiori informazioni sulla missione nella quale mi sono trovata a collaborare con il capitano Ferri” spiegò Paola. “C'erano delle cose che non gli quadravano molto, confrontando il resoconto ufficiale con quello che And... che il capitano Ferri aveva detto e fatto durante il loro incontro”.
    “E Valeri che gli ha detto?” chiese Andrea.
    “Gli ha detto che aveva avuto modo di conoscerti e che aveva apprezzato molto la tua dedizione, ma anche l'onestà e la correttezza di esser venuto a chieder scusa per avermi coinvolto senza averlo avvisato. E questo nonostante Valeri sapesse che era stato il generale a non avvisare il Comando Provinciale” spiegò Paola.
    “Scusa, questa come faceva a saperla?” Andrea era rimasto di sasso.
    “Non ricordi che mi avevi detto che avevi avvisato il tuo superiore che c'era stata una sovrapposizione con una nostra operazione sul territorio e che ci avrebbe pensato lui a concordare con il Comando Provinciale? Ma quando tu eri sparito e bisognava organizzare l'intervento al porto, Valeri ha parlato con il Comando Provinciale e ha scoperto che non avevano mai ricevuto nessuna informativa da Pardelli. Per questo sono arrivati in ritardo al porto, non avevano idea che dovevano tenersi pronti per intervenire”.
    Andrea spalancò gli occhi: “Scusa, vediamo se ho capito bene. Quello stronzo di Pardelli mi ha lasciato da solo a gestire tutto, senza neanche uno dei miei uomini che mi facesse da supporto in loco. Mi ha messo il veto a chiedere che tu collaborassi in maniera ufficiale dopo che avevo scoperto che eri già infiltrata. E per finire ho rischiato di fare una brutta fine perché lui non ha informato preventivamente i colleghi di Viterbo?”
    “Esatto” fece lei, gli occhi che mandavano lampi. “Per fortuna da Viterbo hanno chiamato Valeri e io l'avevo appena avvisato della tua missione e che avrebbe potuto ricevere quella chiamata, così... E c'era anche il problema che tu non rispondevi, anche per quello avevano chiamato Valeri, pensavano che tu ti fossi coordinato già anche con lui”.
    Andrea alzò gli occhi al cielo in una muta imprecazione, ma si riprese e le chiese: “Allora cos'è quella storia che volevi chiedermi scusa? A me sembra invece che dovrei ringraziarti ancora una volta per avermi salvato la vita!”
    Lei lo guardò imbarazzata: “Non... Non è il caso di parlarne adesso, credo” e lanciò un'occhiata a Chiarelli, che se ne stava muto. “Comunque quello che volevo dire è che il generale Di Lanza ha ammesso che gli avevi fatto una buona impressione e per quello aveva fermato la tua sospensione, ma che poi leggendo i verbali ufficiali delle tue missioni stava cominciando ad avere dei dubbi, in particolare per la missione di Tarquinia. Per questo ha chiamato Valeri”.
    “Non capisco cosa possa aver trovato nei verbali, da metterlo in dubbio, sono sempre stato estremamente preciso e corretto” fece Andrea, piccato.
    “Era quello che non riuscivo a capire nemmeno io, quando Valeri me l'ha detto. Poi Valeri ha avuto un'idea, ha richiamato Di Lanza e gli ha chiesto la cortesia di inoltrargli i verbali che lui stava controllando, compreso quello di Tarquinia. E così abbiamo capito”.
    “Cosa? Spiegati, Paola, vuoi farmi uscire di testa?” insistette Andrea, nervoso.
    “Che i verbali che aveva in mano Di Lanza non sono... Insomma, non sono giusti”.
    “Giusti? Vuoi dire che sono stati modificati?” chiese Andrea incredulo, mentre Chiarelli si sporgeva interessato dalla scrivania.
    “Era solo un sospetto, ma è diventato reale quando abbiamo confrontato la copia che Valeri si era tenuto in archivio con quella che aveva il generale. Erano state cambiate diverse cose, ma la peggiore di tutte era la parte nella quale dichiaravi che avevi deciso di andare avanti in maniera autonoma, perché ritenevi che non ci fosse bisogno di avvisare il tuo superiore o il mio per la sovrapposizione delle nostre indagini”.
    “Col cazzo! L'ho chiamato appena ho potuto, quello str... E lui ha pure voluto che gli mandassi un resoconto scritto del nostro incontro, prima di autorizzarmi a continuare con la missione! Non ti dico il divertimento di riuscire a sganciarmi, trovare un posto sicuro dal quale chiamare i miei, dettargli tutto al telefono e ordinare di portargli la trascrizione nel più breve tempo possibile! E lui adesso ha aggiustato la relazione sulla missione? Ma io vado lì e gli faccio mangiare la sua versione!” fece Andrea furioso.
    “Andrea... Per favore calmati, ti ricordi che me l'avevi promesso, prima?” gli chiese lei, ma lui sembrò non averla sentita.
    “Scommetto che l'ha fatto preparare apposta prima di darmi la sospensione, così se qualcuno avesse fatto controlli avrebbe visto che lui ne aveva tutti i motivi! O magari l'ha fatto fare subito dopo aver sentito Di Lanza, ma no, non avrebbe avuto il tempo...”
    “Andrea! Ascoltami, per favore! Non è stata solo la missione di Tarquinia!” disse Paola con tono di voce più alto, riuscendo finalmente ad attirare la sua attenzione.
    Chiarelli intervenne: “Vuol dire, Vitali, che ha trovato altre relazioni alterate?”
    Lei annuì e guardò Andrea: “Per questo sono venuta qui a Roma. Ho chiesto aiuto alla collega che lavora nel nucleo di Andrea, Laura Normanno, per recuperare le relazioni che erano state inviate ufficialmente e confrontarle con quelle che il generale Di Lanza aveva mandato al maggiore Valeri. E sono tutte state modificate”.
    “Tutte???” Andrea era ancora allibito.
    “Qualcuna in cose minori, ma altre... In particolare le ultime due che avete seguito dopo il caso Vichi, sono state proprio cambiate delle parti, mettendo dentro che hai dovuto chiedere l'aiuto del nucleo del tenente Pistocchi, per riuscire a concludere l'indagine”.
    Andrea non ci vide più dalla rabbia, avrebbe voluto spaccare qualcosa, ma gli occhi di lei non lo mollarono un attimo e si ritrovò ad ancorarsi a quelle iridi verdi, che gli davano la forza per controllarsi e tornare ad essere padrone di sé e delle proprie emozioni.

    Chiarelli intervenne, il tono di voce decisamente meno calmo: “Vitali... Mi scusi se faccio l'avvocato del diavolo, ma tutto quello che ha appena detto... E' documentato?”
    “Ho le copie delle relazioni che sono state consegnate e le copie di quelle che ha il generale Di Lanza, più documentato di così!” protestò Paola.
    “Ma il generale potrebbe argomentare che le copie conformi siano quelle consegnate a Di Lanza e addirittura accusarvi di falso in atti d'ufficio” obiettò Chiarelli serio.
    “Allora che ci provi, visto che copie di quelle relazioni sono state mandate in maniera ufficiale anche agli altri Comandi e Stazioni coinvolte, compreso il maggiore Valeri. Che ha tirato fuori la sua copia ed è pronto a confermare che è quella che ha ricevuto all'epoca”.
    “Ma le avevamo mandate anche via mail... Possiamo recuperarle da lì, devo chiamare subito i miei” si riprese Andrea, improvvisamente tornato lucido.
    “Non serve, abbiamo già controllato” lo fermò Paola, scuotendo la testa. “Qualcuno lì è stato abbastanza furbo da cancellare tutti gli invii, dato che li avete fatti dal server di posta dell'Arma. Però...”
    Andrea la interruppe: “Ma porca quella... Ehi, aspetta! Ricordo che abbiamo mandato via mail la relazione anche al Comando di Viterbo, per il caso Vichi! E per quello di...”
    “Stavo appunto per dirti che Laura ha chiesto l'aiuto del tenente Lampredi ed è stato lui a ricordarsi che avevate mandato mail con allegate le relazioni vere, sia nel caso Vichi, sia nei due casi successivi, a due Comandi Provinciali e anche ad un magistrato che non era presente a Roma al momento della chiusura della missione di luglio. Le ha recuperate e così abbiamo la prova che quelle sono le versioni originali”.
    “Ottimo lavoro, Vitali” si complimentò Chiarelli, cupo in faccia. “A questo punto vi lascio, vorrei anch'io fare delle verifiche sui nostri verbali di chiusura missione” e così dicendo si alzò di scatto, andando verso la porta. “Se volete intanto andare a mangiare qualcosa, visto che è l'una passata... Qui sotto c'è una trattoria dove si mangia bene e a prezzi modici, nel caso in cui vogliate stare un po' per conto vostro”.
    “Grazie, Claudio. Credo anch'io che sia meglio che tu verifichi” disse Andrea, serio. “E speriamo che non ti abbiano cancellato tutte le mail”.
    “Non preoccuparti, abbiamo preso l'abitudine dall'anno scorso di stampare tutte le mail importanti e di fare un salvataggio anche su supporti esterni di tutto il nostro lavoro, quindi anche se dovessero aver cancellato le mail dal server dell'Arma, abbiamo i backup di tutte le relazioni e le stampate” rispose Chiarelli sulla porta. “Grazie, Vitali, come mi aveva già anticipato Ferri, i suoi interventi sono sempre molto utili ed efficaci. Se... Anzi, mi correggo, quando riusciremo a fermare Pardelli, sarà anche merito suo, se lo ricordi”.
    “Grazie, capitano” rispose Paola soddisfatta.
  10. .
    Come promesso, ecco la nuova puntata, dove anche Chiarelli e Andrea si faranno le stesse domande che vi siete fatte voi. ;) A proposito, grazie di cuore per i vostri commenti. :wub:

    La puntata è dedicata a Miryam per festeggiare il suo compleanno, credo che la parte finale le piacerà particolarmente. :XD: happybday

    Buona domenica a tutti, a presto!


    QUARANTESIMA PUNTATA


    “Insieme? Io e...” Andrea si interruppe, era ancora sconvolto e stupefatto. “E questa da dove salta fuori? Io non conosco nessuna modella che era anche amica di Ale!”
    “Questo è quello che ha raccontato alle modelle con cui lavorava tua sorella. Abbiamo cercato di farle parlare il più possibile, ma dovresti immaginare com'è l'ambiente, ognuna pensa per sé e vivono nell'invidia reciproca. A quello che ho capito, tua sorella aveva creato un po' di scompiglio quando era arrivata, perché si era accaparrata un paio di pubblicità che erano già state assegnate ad altre”.
    “Lo so anch'io che razza di ambiente è, Ale l'ha frequentato un bel po' quando era più giovane, porca quella... Ma non mi ha detto niente quando è venuta qui, solo che l'avevano presa all'agenzia perché conosceva uno che era ancora dentro l'ambiente e aveva messo una buona parola per lei. Ti assicuro che ho controllato, visti i casini che mi aveva già combinato a Città della Pieve! Ma quel Bonelli era davvero solo uno che aveva le mani in pasta in un sacco di eventi qui a Roma. E Ale non mi ha mai parlato di aver rivisto qualcuna che conosceva già!”
    Ma mentre parlava, si rese conto che con Ale non aveva più parlato dopo quella maledetta litigata, in seguito alla quale lei se n'era andata. E se fosse stato... No, un attimo, avevano litigato perché lui aveva scoperto che lei si vedeva con Palermo, quindi era già avanti. Ragiona, Andrea, si disse.
    “Di che periodo parliamo? Devo capire” disse, proteso verso Chiarelli.
    “Circa un mese fa, da quello che dicono le ragazze. Tua sorella quando...”
    “E' arrivata ai primi di settembre, era reduce da una brutta fine di una lunga storia”.
    “E Palermo mi ha detto la settimana scorsa che erano quattro settimane che si vedevano, siamo alla fine di ottobre, quindi i tempi sono molto stretti” meditò Chiarelli. “Praticamente una o due settimane dopo che tua sorella è arrivata qui”.
    “Non mi capacito ancora... Se davvero è stato fatto apposta... A parte che come faceva questa tipa a sapere che Ale e Palermo avrebbero potuto finire insieme?”
    “Questo è uno dei punti oscuri, sui quali speravo che tu mi aiutassi. Può essere che tua sorella volesse, come dire, dimostrare qualcosa anche a te?”
    “Mia sorella è sempre stata una con un carattere che ti raccomando! E ha avuto in passato dei pessimi gusti in quanto a uomini, compreso uno che ho mandato io in carcere per sfruttamento della prostituzione, ricatto, omicidio e altro” fece una smorfia lui. “Ma negli ultimi due anni era stata insieme ad un collega mio amico a Città della Pieve. L'anno scorso io sono venuto qui e negli ultimi tempi avevo capito che c'era qualcosa che non andava perché anche lui non mi aveva più chiamato. Poi è arrivata la bomba che lui partiva per la Somalia, ma pensavo che fosse una cosa concordata insieme e invece no, mia sorella è arrivata qua con un diavolo per capello, l'ho accolta e sembrava che si stesse calmando, invece...” e si mise le mani tra i capelli con fare esasperato.
    “Mi spiace doverti fare queste domande, ma dobbiamo capire cosa c'è dietro, se è solo una questione di ripicca personale o altro” disse Chiarelli con fare comprensivo.
    “Non c'è neanche da fare discorsi del genere, è ovvio che adesso bisogna cercare di capire cosa c'è dietro. Questa tipa, chi è? Come si chiama? Che aspetto ha?”
    “Purtroppo le ragazze con cui abbiamo parlato hanno solo detto che si chiamava Ambra, ma sai anche tu che spesso in quell'ambiente si cambiano nome”.
    “Non si sa altro? State facendo ricerche?”
    “Sì, ci siamo mossi subito, ma avevo bisogno di parlarti al più presto. Le modelle hanno detto che la ragazza aveva il dente avvelenato nei tuoi confronti e diceva che ti sarebbe stato proprio bene se tua sorella fosse finita insieme ad uno di quella banda, si sapeva che erano tutti brutti tipi. Anzi, ce l'aveva anche con tua sorella, che si era dichiarata sua amica e invece aveva fatto in modo che tu la mollassi, sempre da quello che hanno detto le modelle, è per questo che gli è stata subito simpatica e si sono prestate al gioco”.

    Andrea non ci vide più dalla rabbia e piantò i pugni sulla scrivania: “Gioco? Gioco un cazzo! Ale è finita in ospedale e ha rischiato di essere violentata o magari anche peggio, se non la ritrovavamo! Ma da dove viene fuori questa? E perché si è messa in testa di coinvolgere me e mia sorella in questo casino??? Se la trovo, io...”
    Chiarelli parlò pacatamente: “Ho già dato ordine di raccogliere tutte le informazioni utili su questa ragazza e a breve aspetto risultati. Ma intanto ti consiglio di calmarti”.
    “Calmarmi? Calmarmi?” La voce di Andrea era sempre più alta. “Ma ti rendi conto? Adesso salta fuori che mia sorella è stata tirata dentro apposta in tutto questo e dovrei restare calmo? Secondo te? Vorrei vedere se tu ti trovassi al mio posto!”
    L'altro non si scompose: “Proprio per questo ho voluto parlarti di persona. D'altro canto anche il colonnello aveva detto che era meglio così”.
    “Cosa vuoi dire? Che Di Chiara lo sapeva e non mi ha detto niente?” si infuriò ancora di più Andrea, i tendini del collo che sembravano quasi voler scoppiare.
    “Se tu riuscissi a tornare almeno in parte lucido, ti ricorderesti che la trappola per far parlare Franconi è stata proprio un'idea di Di Chiara. E ovviamente, in quanto superiore di grado, ha voluto sapere immediatamente i risultati” rispose Chiarelli fissandolo. “Ma non avevamo fatto i conti che tu potessi avere una reazione così... Fuori scala, diciamo”.
    Andrea era sul punto di scoppiare, fece per dire qualcosa ma in quel momento si accorse che il suo telefonino vibrava, non l'aveva sentito con tutta quella rabbia dentro che gli faceva sembrare di essere sulle pendici di un vulcano in eruzione. Peggio, si sentiva lui quel vulcano. Prese il telefonino con un gesto talmente violento che quasi gli sfuggì di mano e fece per buttarlo sul tavolo, ma vide con la coda dell'occhio che era Paola e si fermò. Lo lasciò vibrare e intanto respirò a fatica, cercando di capire cosa voleva fare. Ma il telefonino ricominciò a vibrare e non smetteva, non smetteva... Con un'irritazione tale da fargli tremare le mani, decise di mandare un sms, per farlo smettere.
    “Sono occupato, ti chiamo dopo” si limitò a scrivere.
    Non fece a tempo a mettere il telefonino sulla scrivania, che arrivò la risposta di Paola.
    “Fammi sapere se va tutto bene, qui ho quasi finito, ci vediamo dopo”.
    Il solo leggerlo, si rese conto con sorpresa, gli fece calare quel senso di oppressione al petto e alla testa. Invece di buttare il telefonino sulla scrivania, si limitò a poggiarlo e guardò nel vuoto, la mente che vagava e soprattutto che non era più in fiamme.
    “Allora, adesso possiamo tornare a parlare?” lo guardò Chiarelli e Andrea annuì, cercando di respirare con un ritmo più tranquillo.

    “Con Di Chiara abbiamo fatto varie ipotesi” continuò Chiarelli. “La prima è che ci sia qualche tua ex collega che ce l'ha con te. Il colonnello però mi ha detto che finché eri nei ROS c'era una sola collega, una certa Virgili, e lei è ancora attualmente in forze con il colonnello, che ha garantito per lei, quindi direi che possiamo scartarla”.
    Andrea cercò di snebbiarsi il cervello, di chi stava parlando? Ah sì, adesso c'era arrivato.
    “Sì, confermo, con lei ho fatto all'epoca solo una breve missione. La collega è una persona molto ragionevole e dato che è andato tutto bene e lei è stata proposta per una promozione, direi che non ci sono motivi per pensare che c'entri lei” rispose più calmo.
    “Sempre il colonnello ha parlato di un'altra collega, quando eri di stanza a Città della Pieve, che è stata tua vice” aggiunse Chiarelli.
    Andrea respirò a fondo. Per fortuna Fabio era stato zitto, avrebbe potuto parlare a Chiarelli del suo rapporto assai poco professionale con 'quella' collega, invece...
    “Lei si chiama Andrea Sepi, è un maresciallo, è stata la mia vice per quasi un anno. Poi io sono stato chiamato qui per creare un nucleo e lei è diventata comandante al mio posto”.
    “E non ci sono mai stati screzi o motivi per cui lei potrebbe avercela con te? Il colonnello diceva che è anche una bella donna” obiettò Chiarelli.
    “Di Chiara non è aggiornato” lo fermò Andrea, secco. “La Sepi ha un altro, sta a Torino e forse è anche incinta, quindi direi che possiamo mettere da parte anche lei”.
    Chiarelli rimase un attimo in silenzio, poi si sporse sulla scrivania: “Devo chiedertelo... Solo con il brigadiere Vitali hai avuto dei rapporti che esulavano dall'ambito lavorativo?”
    “E' così evidente che io e Vitali...?” chiese Andrea, preoccupato.
    “No, non lo è, ma avendo già intuito prima come stavano le cose, le vostre reazioni di ieri sera erano chiare ai miei occhi” spiegò Chiarelli con un accenno di sorriso.
    “Ti pregherei di tenertelo per te, per favore, visto come stanno le cose...” mormorò Andrea.
    “Ovviamente, altrimenti non saremmo qui a far piani per uscire fuori entrambi da questo stato persecutorio nel quale ci ha invischiati un certo generale” fece un gesto evidente con la mano il collega, continuando a fissarlo in maniera eloquente.
    Andrea sospirò e cedette: “C'è stato qualcosa con il maresciallo Sepi, ma quando mi è arrivata l'offerta del nucleo, abbiamo capito che non era niente di serio. Ripeto, lei adesso si è trasferita a Torino, a quanto ne so per seguire il compagno, che è un magistrato. Sì, è una bella donna, per rispondere al tuo commento di prima. Ma vale quello che ti ho detto poco fa, non è rimasto niente in sospeso tra di noi, anzi è stata lei a dire per prima che era stato uno sbaglio andare oltre il rapporto lavorativo. Conosce mia sorella, sono diventate amiche e lo sono rimaste anche dopo che me ne sono andato e grazie a mia sorella so che la Sepi ha trovato un altro dopo la mia partenza” concludendo con una smorfia.
    “Neanche il colonnello sembrava entusiasta dell'eventualità che fosse stata il maresciallo Sepi, ma per correttezza ha detto che avrebbe fatto lui i controlli relativi”.
    Andrea fece un mezzo sorriso, che Fabio avesse ancora un debole per la Sepi? Però se le chiacchiere di Ale erano valide, il caro colonnello avrebbe avuto una bella sorpresa.

    Chiarelli riprese: “Allora non ci sono altre colleghe con cui hai avuto rapporti? Qualcuna che possa avere motivi di rancore nei tuoi confronti e che conosceva tua sorella?”
    “C'era un'altra ragazza in caserma, Sonia Martini. Veniva da una brutta storia, un tentativo di stupro, era stata la Vitali a salvarla, poi ero entrato anch'io a sostegno e come risultato lei aveva voluto diventare carabiniere. Da quel che ne so, sta facendo anche carriera, l'hanno proposta per il corso da vicebrigadiere. Credo che si senta ancora con mia sorella, ma anche lei non vedo perché dovrebbe...” rispose Andrea sempre più perplesso. “No, non ci credo. Non avrebbe nessun motivo, anzi, diceva che ci era grata perché l'avevamo salvata e le avevamo dato uno stimolo a fare qualcosa di più della sua vita”.
    “Comunque per sicurezza farò fare dei controlli dai miei uomini” lo interruppe Chiarelli. “I tuoi hanno già abbastanza da fare tra sorveglianze, la vera indagine e la finta indagine da seguire per tener buono Pardelli, mi sembra”.
    Andrea dovette convenire: “Forse sì. Ma tu...”
    “Ho un nucleo più consistente del tuo, quanto a presenze, sono in undici, quindi ho tutta la disponibilità sia per i turni in ospedale, sia per le ricerche, ufficiali e ufficiose”.
    “Allora grazie” sospirò Andrea. “Sono qui che mi sto spremendo le meningi, ma non mi viene in mente nessuna che possa avercela con me e che abbia la possibilità di sapere di me e di mia sorella adesso”.
    “Nessuna storia da quando sei a Roma?”
    “No, solo un paio di uscite ma non ne è venuto niente, ho preferito restare da solo e poi...”
    “E poi hai incontrato di nuovo Vitali” completò Chiarelli con un cenno della testa. “Va bene, allora scartiamo le colleghe. Ma con le altre forze dell'ordine come siamo messi?”
    Andrea sbatté le palpebre: “Scusa?”, poi si riprese: “Intendi poliziotte?”
    “Polizia, Guardia di Finanza, Forestali, Vigili... Qualunque donna delle forze dell'ordine che possa avere accesso ad informazioni riservate, che sappia che tu sei un carabiniere e che hai una sorella che ha fatto la modella e che stava da te fino a poche settimane fa”.
    “Non mi viene in mente niente” ed era vero, era come se il cervello gli si fosse svuotato.
    “Aspetta, faccio portare il caffè, chissà che ti aiuti” e Chiarelli alzò il telefono.
    Dopo poco, entrò un suo sottoposto con due bicchierini: “Capitano, mi scusi, ma siamo senza tazzine. Attenzione, che scotta”.
    “Grazie, Redi. Hai novità?”
    “Stiamo finendo gli accertamenti, ma per ora non ci sono riscontri”.
    “Va bene, vai pure” e il sottoposto uscì chiudendo la porta.

    Bevuti con calma i caffè, si rimisero al lavoro. Andrea si sentiva più lucido e rovistò nella memoria con determinazione, con l'aiuto di Chiarelli. Tirò fuori un paio di nomi, ma era lui il primo a non esserne convinto, anche perché non c'era stato nessun rapporto travolgente e si parlava di diversi anni prima. Ripescò anche il nome della sua prima ragazza, quella che aveva trovato a letto con un amico, ma precisò che era successo a Milano ed erano passati ormai dieci anni, non si erano più rivisti da allora. Chiarelli prendeva appunti al computer, in silenzio, a parte qualche domanda puntuale, lasciava che Andrea parlasse e lasciasse libera la mente di scartabellare tra i ricordi.
    “Direi, da quello che hai detto finora, che la prima ipotesi non ha molto fondamento” concluse Chiarelli alla fine. “Quindi ci resta la seconda, quella che temevamo di più”.
    Andrea lo fissò un attimo in silenzio, poi disse piano, con rabbia trattenuta: “Quella che dietro ci sia qualcun altro che ce l'ha con me. Uno a caso”.
    Chiarelli fece una smorfia: “Non fa piacere neanche a me, Andrea. Ma devi ammettere che tutti gli indizi sembrano portare ad un piano fatto apposta per metterti nei guai”.
    Andrea strinse i pugni: “Se davvero c'è dietro Pardelli al rapimento di Ale, al suo tentativo di stupro, a... Vado lì e lo strozzo e non me ne frega un cazzo se poi dovete arrestarmi!”
    “Spero che questo sia solo uno sfogo dato dal momento” lo interruppe severamente il collega. “Comunque ammetto che è desolante, pensare che un generale dell'Arma possa arrivare a tanto solo per toglierti di mezzo e lasciar spazio ad uno dei suoi protetti. E poi non posso fare a meno di pensare che ci sia un motivo più personale, verso di te”.
    Andrea respirò pesantemente: “Allora non sono solo io a pensarlo! E io che credevo di essermi fatto delle idee assurde!”
    “Valutando in maniera obiettiva quello che ti è successo nelle ultime settimane, è chiaro che è in atto un piano per giustificare la tua rimozione dall'Arma e anche peggio” ribatté Chiarelli. “Però ricordati che non sei da solo su questa barca. Non sono nelle tue condizioni, perché sono qui da più anni e ho potuto consolidare la mia posizione. Ciò nonostante, ultimamente Pardelli mi ha messo i bastoni tra le ruote in ogni modo”.
    “Quindi pensi che ce l'abbia personalmente anche con te?”
    “Può essere, più che altro perché non sto lasciando far carriera a Franconi e ho preferito Palermo e altri per le missioni degli ultimi due anni. Purtroppo Pardelli non mi ha perdonato che io abbia scelto di ragionare con la mia testa. E se non fosse che ho trovato un equilibrio, grazie ad un rapporto con una persona che mi capisce, proprio come per te... Forse avrei già chiesto il trasferimento altrove. Invece sono qui a lottare, come fai tu, per cercare di mantenere l'Arma il più possibile libera da personalismi e nepotismi”.
    “E la cosa ti fa onore” rispose Andrea con tono serio.
    “Ma la mia sensazione è che ce l'abbia con te per qualcosa in particolare. Nessuna idea?”
    “Nessuna, a parte che è da quando sono arrivato che lui continua a dirmi che sono inaffidabile. E la tirata che mi ha fatto sui miei 'rapporti impropri' con colleghe”.
    “Per questo il colonnello ed io volevamo capire se c'era qualcosa dietro quel discorso che ti ha fatto Pardelli. Avevamo anche pensato ad un movente più passionale, diciamo...”
    “Tipo che io gli avevo fregato l'amante? O che gli avevo puntato la figlia? Ma se manco ho idea se ha una figlia!”
    “Ce l'ha, si chiama Patrizia e ha ventidue anni. Ma è a studiare a Firenze, abbiamo controllato. E per ora non risultano rapporti clandestini del generale”.
    “Aspetta... E se fosse la figlia? Intendo, la tipa misteriosa... Magari il padre le ha chiesto aiuto, inventando una balla o magari raccontandole la verità! Ci sono delle foto?” si animò Andrea. “Si potrebbe chiedere alle modelle se è lei!”
    “E' una delle ricerche che stiamo facendo, non è così facile trovare sue foto senza far sapere nulla al generale. Lo sai che qui anche i muri hanno occhi e orecchie”.
    “Se trovate una foto, per favore, fatemela vedere” lo interruppe Andrea, colpito da un'idea.
    Chiarelli lo fissò, in attesa, ma non vedendo arrivare niente annuì.
    “Altre ipotesi?” indagò ancora Andrea.
    “Ce ne sono altre, ma le consideriamo secondarie, per ora ci stiamo concentrando su queste due” scosse la testa Chiarelli. “Come sta tua sorella, invece?”
    “Le stanno facendo accertamenti, stamattina, ma almeno stanotte ha dormito. Non ti ho neanche ringraziato per avermi dato i tuoi per i turni di sorveglianza”.
    “Ti ricordo che c'è di mezzo anche uno dei miei. A proposito, dopo potremmo andare a parlarci, magari ha qualche idea anche lui, così tu vedi tua sorella” propose Chiarellli.
    Andrea fece un cenno col capo: “Grazie, Claudio. Stai facendo tanto, forse troppo, per uno che neanche conoscevi fino a due giorni fa”.
    “Sto facendo quello che ritengo giusto, Andrea, e anche se non ti conoscevo, avevo sentito parlare di te, mi aveva incuriosito la tua parabola lavorativa, diciamo, originale”.
    “Originale? Questa non l'avevo ancora sentita. Ma se non fermiamo quello stronzo di Pardelli, vedrai che diventerà originale davvero” disse Andrea a denti stretti.
    Intanto il telefonino cominciò a vibrare di nuovo e si accorse che era ancora Paola.
    Chiarelli andò verso la porta: “Tu rispondi pure, Intanto vado a controllare se i miei uomini hanno novità. A fra poco” e sparì chiudendosi la porta alle spalle.

    Andrea si passò una mano tra i capelli sudati, prendendo in mano il telefonino: “Pronto”.
    “Andrea? Ma sei tu?”
    “Sì, sono io”.
    “Oddio, cosa è successo alla tua voce? Quasi non ti riconoscevo”.
    “E' solo che è un brutto momento... Ma perché mi chiami adesso?”
    “Andrea, ma non ricordi? Sono qui fuori che aspetto da dieci minuti”.
    Lui guardò l'orologio, era già mezzogiorno passato, si era completamente dimenticato.
    “Scusa, non avevo fatto caso all'ora”.
    “Cosa è successo, Andrea? Anche prima, il tuo messaggio era così freddo, ho provato a pensare che forse eri preso male, ma... E adesso sei strano, tanto strano”.
    Lui si mise a ridere, un riso nervoso: “Hahaha, sono strano eh?”
    “Andrea! Oddio, ma stai male? Non è da te fare così!”
    “Lasciami perdere, Paola, è meglio... C'è qualcuno che ce l'ha non solo con me, ma anche con la mia famiglia, porta male starmi vicino, meglio che tu torni a Tarquinia”.
    “Ancora con questi discorsi? Non sono una bella statuina da tenere sul mobile in esposizione, Andrea! Porto la tua stessa divisa, te lo ricordi?”
    “Ho deciso, tu qui è meglio che non ti fai vedere” si impuntò Andrea.
    “Coosa? Se provi a fare ancora discorsi cretini come quelli che facevi la settimana scorsa, vengo lì e ti do una pizza che te la ricordi fino a Pasqua! Mi avevi promesso che non avresti più cercato di mettermi da parte! E' questo il tuo modo di mantenere le promesse?”
    “Le mantengo, le promesse, ma guarda Ale, è finita in ospedale, ha rischiato di esser violentata, non posso accettare che anche tu...”
    “Se credi che questo basti per fermarmi, non mi conosci ancora” disse Paola con tono bellicoso. “Adesso vengo a prenderti, Andrea Ferri, e non mi interessa se sei in riunione anche con il capo dell'Esercito, dell'Arma e della Marina, sono pronta a dirti tutto quello che ti meriti fino all'ultima sillaba!”
    “Paola, non...” ma si rese conto che lei aveva messo giù.
    Si passò una mano sul viso ancora sudato, che gli era preso? Solo quella notte avevano parlato e sembrava che fosse tutto tornato a posto e poi se ne usciva ancora con quelle storie di volerla proteggere... Si sentì immediatamente un cretino e si alzò di scatto, andando verso la porta. Doveva riuscire una volta per tutte a farsi un lavaggio del cervello, non poteva ricascarci dentro alla prima occasione in cui c'erano rogne. Si fidava di Paola o no? Lei aveva tutti i diritti di avercela con lui, specie dopo quello che le aveva già combinato la settimana prima, quando si era lasciato abbruttire sul divano, scendendo a delle bassezze di cui non pensava di esser capace. E il giorno prima, quando le aveva fatto quella scenata assurda di gelosia su Palermo? Cosa gli stava succedendo?

    Si precipitò fuori, camminando lungo il corridoio deserto e poi giù per le scale e altre scale, la vide a metà dello scalone principale e le corse incontro. Appena lei lo vide, si irrigidì, alzando il mento, gli occhi che mandavano lampi.
    Lui le arrivò davanti e alzò le mani: “Scusami. Sono un cretino, lo so”.
    “Solo un cretino? No, sei molto di più!” esclamò lei, arrabbiata. “Credi che non sia capace di farti una scenata sulle scale? Allora preparati!”
    “Aspetta, Paola... Ti sto chiedendo scusa perché hai ragione. Su tutto” disse lui piano.
    “Eh?” fece lei, spiazzata.
    “Hai ragione, mi viene automatico volerti proteggere e così ti allontano e sembra che non mi fidi di te, scusami... Non so da dove mi viene, forse è perché l'ho fatto tante volte con Ale, forse è perché tu sei la persona più importante per me adesso e non saprei come fare senza di te, non lo so cosa sia ma ti prometto che farò di tutto per fermare questi pensieri stupidi, anche se non so se ci riuscirò sempre” disse lui di getto guardandola.
    Lei lo fissò per un attimo, poi con tono guardingo: “Davvero? Non stai dicendo queste cose solo per tenermi buona e portarmi fuori e poi spedirmi a Tarquinia?”
    “Intanto vorrei vedere la persona che riesce a spedirti da qualche parte se non vuoi” sorrise Andrea sollevato. “E poi no, non sto facendo giochetti strani, è la verità”.
    “Diciamo che ti credo” e lei fece una smorfia. “Ma se è così, dimostramelo”.
    “Come?”
    “Portami su dal capitano Chiarelli. Voglio capire cosa sta succedendo e che cosa ti ha sconvolto così tanto da tornare a fare discorsi stupidi”.
    Andrea sorrise ancora di più: “Quando hai questo piglio, mi verrebbe voglia di portarti direttamente da Pardelli, saresti capace di farlo nero, sembri tu un generale, adesso”.
    Lei sbuffò: “Smettila! Lo sai che questi discorsi non hanno senso. Anche se mi piacerebbe andare da quel generale e dare a lui quelle due pizze che volevo dare a te”.
    “Dovrò portare un cero a qualche santo, allora, per averla scampata... Dai, vieni, che ti accompagno da Chiarelli”.
    “E intanto mi spieghi cosa è successo” intimò lei con occhi che bruciavano ancora.
    “Magari quando siamo dentro una stanza chiusa, siamo stati fortunati che non ci sono colleghi in giro...” propose Andrea.
    “Va bene, andiamo” e lei partì con passo deciso su per le scale, senza aspettarlo.
    Lui la raggiunse e la portò verso l'ufficio di Chiarelli, entrarono e poi lui chiuse la porta. Lei fece per parlare, ma lui la spinse contro la porta e le cercò le labbra in un bacio appassionato e intenso. Per un attimo lei pensò di resistere, era ancora arrabbiata, ma sentì che lui aveva bisogno di questo, di tenerla tra le braccia, di baciarla in quel modo, così lo assecondò mettendogli le braccia al collo e carezzandogli poi la testa con fare rassicurante, finché lui smise di assaltare le sue labbra e si staccò, guardandola.
    Si fissarono senza necessità di parlare, poi lui le disse semplicemente: “Grazie” e lei ricambiò abbracciandolo forte: “Ci sono sempre, per te, Andrea. Ma ora dimmi cosa è successo, per favore. E poi ti dirò anch'io una cosa che ho scoperto”.
  11. .
    Si va come le tartarughe, ma piano piano una puntata ogni tanto arriva... wink Questa è dedicata a Valentina per ringraziarla di aver messo lei una puntata a Pasqua (non avevo nè tempo nè ispirazione in quei giorni).

    E' una puntata un po' birichina, vedrete... Buona lettura e a presto!bye1


    TRENTANOVESIMA PUNTATA


    Riemersero da quel lungo momento di passione e abbandono solo perché ci furono due cose a disturbarli: un lampione che improvvisamente decise di accendersi proprio davanti a loro e un'auto accanto che aveva fatto il rumore di sblocco delle serrature, segno che qualcuno stava arrivando. Si risistemarono in fretta i vestiti, ancora ansanti, e Andrea si pettinò i capelli sudati guardandosi nello specchietto grazie al riflesso del lampione.
    “Siamo dei pazzi” mormorò Paola a disagio, rendendosi conto che i finestrini si erano tutti appannati e che le persone che vedevano da fuori avrebbero immaginato cosa era successo dentro l'auto.
    Andrea sorrise: “E' vero, ma è tutta colpa tua, perché sono pazzo di te”.
    “Tu... Non ci provare, hai capito? Sei stato tu prima a dire che...”
    Lui stava per rispondere, ma si fermò, aveva riaperto il telefonino e appena acceso si sentì il rumore di un messaggio in arrivo. Lesse, poi imprecò.
    “Che succede, Andrea?”
    “Succede che mi ero dimenticato di avvisare Fabio, porca miseria!”
    “Di cosa?”
    “Di tutto! Avevo deciso di aspettare a sentire Chiarelli per poi chiamarlo, ma ero così preoccupato per Ale che mi è scappato di mente! E poi ci siamo persi a fare i nostri discorsi, non che non fossero importanti, ma... Devo chiamarlo subito” e Andrea fece il numero con modi concitati. “Fabio! Ciao, scusa... Sì, adesso ti aggiorno subito. Ah, hai già sentito Chiarelli? Non sapevo che voi due... No, aspetta, adesso ti spiego meglio...”
    Andrea cominciò a raccontare tutto quello che era successo, mentre Paola approfittava per sistemarsi i capelli e anche i vestiti, che portavano i segni di quel momento di passione che li aveva travolti, facendo loro dimenticare tutto. Compreso che erano in un'auto di notte in uno spazio pubblico e che c'erano altre cose più importanti da fare, prima. No, aveva avuto ragione Andrea, ci voleva quella spiegazione, dopo quello che era successo con Tom. E ci voleva anche quel tempo solo per loro. Adesso si sentiva più forte e pronta ad affrontare anche cento generali insieme, pensò con un lampo negli occhi che Andrea intercettò, facendolo sorridere mentre parlava al telefono con Fabio sempre più concitato.
    “Che vorresti dire che forse qualcuno ha fatto un passo falso?” disse ad un certo punto della telefonata Andrea, e Paola subito drizzò le orecchie. “Spiegati, Fabio! Eh no, non puoi farmi così... Che vuol dire che mi farai sapere? Fabio...”
    Andrea chiuse la comunicazione con stizza e Paola gli chiese: “Ma cosa...”
    “Non mi ha detto niente, capisci? So che sa qualcosa, ma non vuole sbottonarsi, cazzo! Io adesso parto e vado da lui e gli faccio sputar fuori quello che sa, anche a costo di...”
    “Andrea, no, non fare così, per favore” lo pregò lei, carezzandogli il viso.
    Lui non riusciva a calmarsi e continuava a dimenarsi sul sedile nonostante le carezze di lei e le parole che gli sussurrava dolcemente, ma poi gli capitò di gettare un occhio su di lei e si rese conto che aveva il viso stanco.
    Si preoccupò subito e si precipitò a dire: “Ti ho tenuta su tutta la notte e tu hai lavorato ieri tutta la giornata... Scusami, Paola, sono stato un cretino”.
    “Anche tu hai fatto lo stesso e per giunta con la preoccupazione per Ale” replicò lei. “E poi se il colonnello ha detto che ti farà sapere, vuol dire che ci sta lavorando sopra e non vuole creare false speranze, Andrea. Abbi fiducia” e gli mise una mano sopra la sua.
    “E va bene... Allora andiamo a casa, così almeno riposiamo un po', che ne dici?”
    “Dico che siamo un po' distanti da casa, ma è notte e dovremmo fare in fretta, in teoria”.
    “Oppure vuoi che andiamo in albergo?”
    “No, Andrea, andiamo a casa, così possiamo anche farci una doccia e cambiarci”.
    “Doccia? Magari insieme?” si rianimò lui.
    Lei rise: “Ma solo a quello pensi?”
    “Non so a cosa pensi esattamente tu” ammiccò lui. “Ma so che stavolta non sarà una doccia ghiacciata” e con quelle parole accese il motore, pronto a partire.

    Arrivati a casa, fecero davvero una doccia insieme, che però fu più lunga del previsto, in quanto Andrea aveva un'idea particolare che voleva mettere in pratica e che li riscaldò decisamente di più della doccia calda. Poi crollarono nel letto, abbracciati insieme, e Andrea si risvegliò con un sussulto quando erano già le otto passate. Corse a prendere il telefonino, l'aveva lasciato in carica e in vibrazione quella notte, se per caso fossero arrivate novità dall'ospedale, ma niente di nuovo, per fortuna. Solo un messaggio dei suoi uomini che diceva che la notte era andata bene e che a breve sarebbe arrivato il cambio. Tirò un sospiro di sollievo guardando Paola, poi si rese conto che tra tutto quello che era successo e i loro discorsi, si era dimenticato di chiederle come era rimasta d'accordo con Valeri. O forse lei gliel'aveva detto e lui non aveva realizzato? Aveva ancora la testa annebbiata, le ore di sonno erano state benedette ma comunque troppo poche.
    “Paola? Tesoro... Svegliati” provò a dire.
    Lei per tutta risposta mugolò qualcosa e si girò dall'altra parte. “Paola!” la chiamò carezzandole la testa, i capelli sparsi sul cuscino come un fiume nero sul tessuto candido.
    “Mmmmm... Lasciami dormire... Lo facciamo dopo” mormorò lei.
    Lui sorrise e si chinò sull'orecchio di lei, dandole un bacio proprio dietro: “Facciamo cosa?”
    Il lieve sussulto di lei gli disse che era sulla buona strada, continuò carezzandole il collo e poi con un dito lungo la colonna, giù fino al fondoschiena.
    Lei mugolò qualcosa e si girò, aprendo gli occhi assonnati: “Ma tu non sei mai stanco di pensare a questo?”
    “Veramente ho pensato a 'questo' perché dovevo svegliarti” precisò lui con un sorriso.
    “Scusa, ma perché dovevi svegliarmi? Non potevi lasciarmi dormire?” si lamentò lei.
    “Sono le otto passate e non mi hai detto se puoi rimanere anche oggi o se devi correre a Tarquinia” spiegò lui con aria un po' preoccupata.
    Lei sbadigliò: “No, Valeri mi ha detto che trovava il modo per mandarmi a Roma per qualcosa, così ero giustificata per motivi di servizio”.
    “Dovremo fare un monumento a Valeri” commentò lui sollevato.
    Lei si tirò su passandosi una mano tra i capelli e così il lenzuolo scese, scoprendo i seni: “Però, adesso che ci penso, mi aveva detto di chiamarlo stamattina, così mi spiegava meglio cosa aveva pensato e chi faceva figurare che mi avesse accompagnato”.
    Lui la fermò, una mano già su un seno: “Valeri può aspettare... Tu sei una tentazione impossibile da gestire, lo sai Vitali? Poi di primo mattino così, ancora calda di letto e di sonno...” e la ributtò giù dandole un bacio lungo e profondo.
    Lei gli gettò le braccia al collo e rispose con entusiasmo, lui si fermò con un ghigno: “Allora non sono solo io ad aver voglia di pensare a 'questo'?”
    “Sta' zitto e baciami” gli intimò lei attirandolo verso di sé.
    “Sono pronto ad ottemperare ai suoi ordini, brigadiere” scherzò lui. “Non solo qui, però” e le baciò la bocca. “Ma anche qui” baciandole il mento, “e qui” scendendo sul collo “anche qui” su una spalla e giù poi lungo il braccio.
    Lei si dimenò sotto la bocca di Andrea, ma non protestò per quel viaggio così particolare, che la tormentava dolcemente anche in posti che lei non avrebbe mai pensato potessero essere così sensibili. Tipo il bordo della scapola, per esempio... O la parte dietro del ginocchio, che però sotto la bocca di Andrea diventò improvvisamente una zona erogena incandescente. Resistette ancora un poco a quel tormento, poi decise che ne aveva avuto abbastanza e che anche lui si meritava un po' del suo stesso modo di giocare.
    Lo prese per le braccia e lo rovesciò sul letto, tenendolo fermo, e lui la guardò sorpreso: “Ho fatto qualcosa che non andava?”
    “No, per niente, ma mi ero stancata di subire solo io, adesso tocca a te” decretò lei con un sorriso da gatta.
    “Ma veramente...”
    Lei non lo lasciò parlare, gli chiuse la bocca con un bacio profondo, tenendogli le braccia bloccate con una mano, poi si staccò e lo guardò: “E adesso tu non ti muovi, capito?”
    “Agli ordini, brigadiere” sorrise lui. “Ma mi riservo anch'io di reagire quando non ne posso più, come hai fatto tu”.
    “Ah, allora ammetti già che non riuscirai a resistere?”
    “Io non ammetto niente, è solo in via precauzionale”.
    “Vedrai che resisterai molto poco” gli promise lei con tono di sfida.

    Lui stava per replicare, quando squillò il telefonino.
    “Maledetti aggeggi” bofonchiò lui.
    “E tu lascialo suonare”.
    “Ma se fosse Fabio? O magari i miei uomini o l'ospedale!” si agitò improvvisamente lui.
    Lei sospirò e lo liberò, così lui poté allungare la mano per prendere il telefonino e rispondere: “Pronto!... Ma... Maggiore? Buongiorno! Come mai ha chiamato me?”
    Paola si tirò su di scatto, cercando di sentire se davvero era chi pensava, coprendosi nervosamente il corpo con il lenzuolo, mentre Andrea continuava a parlare.
    “Sì, maggiore, Vitali è qui”.
    Lei ebbe la conferma dalle parole di Andrea che il 'maggiore' era proprio Valeri e subito le venne in mente che lei non aveva ancora riaperto il telefonino. Per forza che aveva chiamato su quello di Andrea! Che figura... Corse ad accenderlo e vide che dalla caserma avevano provato a chiamarla per ben tre volte. Si morse un labbro, imbarazzata, non era da lei non farsi trovare e farsi distrarre così, chissà cosa stava pensando di lei Valeri...
    Andrea le fece cenno e lei prese il telefonino con aria nervosa: “Maggiore, mi dispiace, avevo il telefonino ancora chiuso perché stanotte sono successe diverse cose e...”
    “Vitali, non preoccuparti, non ti ho chiamata per farti prediche a distanza” la interruppe Valeri. “Ma già che ci siamo... Che cosa è successo esattamente? Puoi parlare?”
    “Sì, certo, maggiore, ma è meglio se la richiamo io con il mio telefonino, se non le spiace. Quello del capitano è meglio tenerlo libero, ha la sorella ricoverata in ospedale e stiamo aspettando notizie”.
    “Allora richiamami tu, Vitali, d'accordo” concesse il maggiore.
    Paola restituì il telefonino ad Andrea che aggiunse: “La vorrei ringraziare, maggiore, per aver fatto in modo che Vitali possa rimanere qui. Fino a quando è coperta esattamente, se posso chiedere?”
    “Per oggi e domani, ma non posso fare di più, capitano. Vitali non sa che nel frattempo c'è stato un brutto caso di violenza domestica e ho tutti i miei uomini occupati”.
    “Ma se c'è un'urgenza, maggiore, noi non vogliamo che...”
    “Non è questo, capitano, le dico solo che il caso riguarda una giovane mamma con due bambini piccoli che è stata picchiata dal marito e non vuole denunciarlo, per ora la stiamo tenendo sotto scorta presso i suoi genitori, ma la situazione è piuttosto brutta”.
    “Capisco... Le prometto che Vitali tornerà appena possibile, maggiore” disse Andrea serio e a bassa voce, mentre Paola lo guardava perplessa.
    “La ringrazio, capitano. Ora la saluto, ma le faccio i migliori auguri per sua sorella che possa riprendersi presto”.
    “Grazie, maggiore, lo spero anch'io. Buona giornata” concluse Andrea.
    Paola stava per chiedergli di cosa avevano parlato, ma lui la fermò: “Te lo spiego dopo, ora chiamalo, io intanto sento Chiarelli e anche Fabio, poi facciamo il punto insieme della situazione, ok? Ah, e per precisare... Questa volta è solo rimandata, Vitali, chiaro?”
    Lei sorrise: “Non annullata?”
    Lui ammiccò: “Con te mi tocca sempre rimandare un sacco di belle idee, ma vedrai che arriverà il momento giusto per metterle in pratica tutte. Vai, che il maggiore ti aspetta”.
    Lei gli diede un bacio scherzoso e poi si alzò, nuda, per prendere l'intimo, mentre lui ispirava vigorosamente.
    “Queste sono visioni vietate a minori, sa brigadiere?”
    “Ah, capitano, non sapevo che fosse ancora così giovane” rise lei indossando il reggiseno con aria maliziosa. “Può coprirsi gli occhi, non vorrei fosse a rischio di coccoloni”.
    “Quelli li fai venire a tutte le età, se continui a far così” brontolò lui per finta guardandola andare verso la cucina e riprendendo il telefonino in mano.

    Andrea raggiunse Paola in cucina dopo una mezz'ora e la trovò che stava preparando il caffè e la colazione.
    “Che brava mogliettina!” scherzò lui. “Me lo farai tutte le mattine?”
    “Credici...” rispose lei con un sorriso. “Potresti farmelo tu tutte le mattine invece”.
    “Te lo facevo già, quand'eravamo in caserma a Città della Pieve, tante mattine mettevo su io il caffè e poi tu arrivavi, ricordi?” disse lui annusando la tazzina.
    “Allora, ci sono novità?” chiese lei impaziente.
    “Prima tu” replicò lui bevendo un sorso ancora bollente e prendendo un biscotto. “Valeri mi ha detto che sei coperta fino a domani sera”.
    “Sì, avevamo già usato la scusa con Sandro la settimana scorsa di un vecchio caso, poi è venuto fuori che c'è davvero un caso che si è riaperto per l'appello, per cui c'è da andare a cercare dei documenti che mancano”.
    “Ah, quindi avrai da fare...” fece lui preoccupato.
    “Macché! So già dove sono quei documenti” lo spiazzò lei.
    “Scusa?”
    “Ma sì, è un caso che aveva seguito un magistrato di qua che era stato a Tarquinia l'anno scorso per un'inchiesta congiunta e non hai idea di quante volte l'ho aiutato a sistemare i fogli nelle cartelline e nei fascicoli, era un caso davvero disperato, non riusciva mai a trovare niente. Quando abbiamo finito con quel caso, abbiamo tutti tirato un sospiro di sollievo! La cosa assurda è che gli avevo preparato io la doppia copia di questi documenti, una per noi e una per lui... Li avevo messi insieme agli altri che doveva portar via e lui, pasticcione com'è, sicuramente li avrà messi insieme”.
    “Ma se è passato un anno, possibile che non...”
    “Credimi, Andrea, quello non ha più toccato nulla, diceva che odiava sistemare le cose in ordine e il maggiore gli aveva persino offerto di 'prestarmi', se serviva per ridurre i tempi e farlo andar via al più presto!”
    “Ok, quindi cosa prevedi, mezza giornata?”
    “Molto meno! Adesso finiamo la colazione e poi vado subito, tanto il maggiore ha già avvisato il dottor Calanza che vado lì”.
    “Ma se li trovi subito, non è più giustificato che tu resti qui anche domani”.
    “Infatti non li troverò subito tutti, farò finta che siano tutti lì e poi chiamo Valeri e lui mi dirà che ci vogliono anche gli altri, così ho la scusa per tornare lì domani”.
    “Che furbata! Non è da te, Vitali, tu sei sempre così precisina, così ligia...”
    “Sarà la frequentazione con un certo capitano che mi sta facendo cambiare” ammiccò lei.
    “Non lo sai che ci sono certe frequentazioni che portano bene? Questa in particolare, posso garantire” mormorò lui chinandosi a baciarla.
    “Tu adesso non provare a distrarmi, sono io adesso a chiederti se ci sono novità” lo fermò lei dopo un bacio a labbra socchiuse.
    Lui rispose con un'altra domanda: “Dici che potresti esser libera per mezzogiorno?”
    “Anche prima, se vuoi, ma perché?”
    “Vorrei che venissi anche tu all'incontro con Chiarelli” rivelò lui.
    Lei lo guardò stupita: “Davvero?”
    “Sì, a quanto pare ci sono delle novità importanti e ho bisogno di averti vicino, mi aiuti a ragionare meglio” disse circondandole la vita col braccio.
    “Ma Chiarelli è d'accordo?”
    “Non gliel'ho chiesto, ma non vedo perché no, lo sa anche lui che sei persona coinvolta”.
    “Lo sa??? Ma tu gli hai detto...”
    “L'aveva già capito, hai visto anche tu come si è comportato ieri sera. Per certi versi, non so come fa ad intuire certe cose, è dannatamente bravo”.
    “E tu lo ammiri, oltre a fidarti di lui” commentò lei pensosa.
    Lui spalancò gli occhi: “Non ci avevo pensato, ma forse sì”.
    “Beh, è una bella cosa, aver trovato un collega su cui puoi contare. E che ha il coraggio di andare contro il generale insieme a te. Mi hai fatto venire la curiosità di conoscerlo, allora ci vediamo a mezzogiorno? Dove?”
    “Ti spiego il posto, ma è facile. Allora vieni?”
    “Sì, ma prima chiama l'ospedale, così sentiamo se ci sono novità di tua sorella”.
    “Mi hanno scritto i miei uomini che ha dormito tutta la notte ma la tengono ancora sedata perché la portano a fare degli esami e poi vediamo cosa dicono i dottori”.
    Lei lo guardò, sembrava tranquillo: “Sicuro che non vuoi andare a vederla?”
    “Tanto adesso non ci lascerebbero neanche passare, andiamo dopo l'incontro con Chiarelli, così intanto avranno anche finito con esami e visite, no?”
    Lei perplessa annuì: “Finiamo la colazione, poi si va. Ma prima sistemiamo la cucina”.
    “Non sia mai che lasciamo i piatti sporchi nel lavello” sorrise lui. “Ordine e metodo, come diceva sempre anche Capello, ricordi?”
    “Allora io lavo e tu asciughi?” chiese lei sorridendo.
    “Sono pronto” e lui prese lo strofinaccio con piglio sereno. Aveva notato lo sguardo di lei e non avrebbe saputo dire perché si sentiva improvvisamente più tranquillo per Ale, era più una sensazione interiore. O magari stava davvero cominciando a pensare che Palermo faceva sul serio con sua sorella e per quello era meno preoccupato? Mise da parte quei pensieri e si dedicò ad asciugare i piatti, gustando quei gesti che lo riportavano indietro ad un periodo magico, anche se non perfetto, della sua vita. Della loro vita, anzi.

    Andrea entrò nel palazzo e si diresse verso l'ufficio di Chiarelli, che lo aspettava sulla soglia. Gli fece cenno di entrare, poi chiuse la porta e tornò alla scrivania, facendo accomodare Andrea.
    “Prima di tutto, vorrei scusarmi ancora per non esser arrivato per tempo ieri sera” iniziò Chiarelli con voce seria.
    Andrea fece un cenno con la mano: “Non dica sciocchezze, siete arrivati e questo basta”.
    “Vorrei anche proporre una cosa” aggiunse Chiarelli. “Possiamo darci del tu?”
    Andrea rimase di sale: “Come?”
    “Mi sembra assurdo continuare con i formalismi. Stiamo per muovere insieme contro un nemico formidabile, credo sia importante sentire che possiamo contare l'uno sull'altro”.
    “Per me va bene, ma pensavo che vista l'anzianità...” alzò le mani Andrea.
    “Allora, visto che siamo d'accordo, ti dico subito che abbiamo messo sotto torchio Russo, ma lui si ostina a non parlare per ora. Anzi, ha già pronto l'avvocato per difenderlo”.
    “E l'altro?”
    “E' uno meno sveglio e possiamo convincerlo che stare dalla parte di Russo non è la migliore delle scelte. Però abbiamo ancora bisogno di tempo per lavorarcelo per bene”.
    “Magari posso contribuire io” fece Andrea con aria minacciosa.
    Chiarelli ebbe l'ombra di un sorriso: “Posso garantire che i miei uomini sono perfettamente in grado di gestire questo interrogatorio e a breve li raggiungerò anch'io. Ma mi premeva incontrarti per informarti di una cosa importante, che ho scoperto grazie ad un mio sottoposto e ad un suggerimento del colonnello Di Chiara”.
    Andrea si sporse sulla poltroncina, era questo quello di cui Fabio non gli aveva parlato?
    Chiarelli continuò: “Ho saggiato il terreno con i miei uomini, per capire se la talpa che Pardelli mi ha messo nel nucleo si è lasciata scappare qualcosa. Ho provato a chiedere, ma non è emerso niente. Allora il colonnello ha pensato ad una trappola”.
    “Una trappola?” chiese Andrea, teso. “Di che genere?”
    “Il mio vice, Giangiotto, ha cominciato a lamentarsi di quello che stava succedendo, di queste azioni strane e non concertate, dicendo che forse era meglio essere più attenti e che lui era in una brutta posizione. Franconi ha pensato che Giangiotto fosse pronto a passare dall'altra parte, così ha cominciato a chiedergli se sapeva di cose che io avevo fatto e che non erano molto... Ortodosse, diciamo così”.
    “Ma così si è messo... Ti sei messo a rischio” obiettò Andrea.
    “Non preoccuparti, il mio vice è stato abile a dire il meno possibile, nel mentre che faceva parlare Franconi. Lui sì che si è sbilanciato, invece” e Chiarelli lo guardò un po' teso.
    “Cosa c'è? Che devi dirmi? Ha detto qualcosa di me? Ho le spalle forti”.
    “Non su di te” precisò Chiarelli.
    “Allora sui miei uomini? O magari sulla Normanno, vero?” si irrigidì Andrea.
    “No, veramente riguarda tua sorella”.
    “Dimmi tutto” fece Andrea, quasi proiettato in avanti sul bordo della poltroncina.
    Chiarelli fece una faccia seria: “Non sono cose piacevoli da dirti”.
    “Non importa, tu dimmele lo stesso” lo incalzò Andrea.
    “Il mio vice stava parlando del caso con Franconi. Ad un certo punto gli aveva detto che non gli era piaciuto che erano stati coinvolti dei civili, in particolare tua sorella. Anzi, aveva finto di stupirsi che io non avessi fermato il tenente Palermo, una volta scoperto chi era la ragazza coinvolta” spiegò Chiarelli.
    Andrea annuì e quello continuò, fissandolo: “Franconi ha risposto che non si possono avere scrupoli del genere quando c'è un'indagine in ballo. E poi dalle informazioni che giravano, tua sorella era chiaramente una che si divertiva, una facile”.
    Stringendo i pugni, Andrea non reagì, ma a fatica: “Continua”.
    “Giangiotto gli ha dato corda, dicendo che in realtà gli scrupoli li aveva avuti, era stato tentato di avvisarti in qualità di collega e fratello della ragazza, ma poi aveva pensato che il generale sapeva e non aveva bloccato tutto, voleva dire che andava bene così, no? Franconi è stato d'accordo e lì si è lasciato sfuggire qualcosa di importante”.
    Andrea gli fece cenno con la testa: “Cosa?”
    “Che la reputazione di tua sorella era stata una benedizione, ma non solo”.
    “Scusa? Cosa vuol dire?”
    “Franconi ha detto che comunque tua sorella era stata scelta apposta per dare più credibilità alla storia” buttò lì Chiarelli fissandolo.
    “Scelta? Mia sorella? Ma se lei ha incontrato per caso il tenente Palermo...” e mentre parlava Andrea si fermò, congelato, fissandolo.
    “Non sono stato io a favorire il loro primo incontro, se è questo che vuoi chiedermi” disse Chiarelli pacatamente.
    “Non era questo, no... Stavo pensando a quello che mi ha detto Palermo” disse Andrea con voce controllata ma sguardo perso. “Lui mi aveva detto che era successo per caso che mia sorella fosse presente ad una serata al locale”.
    “Non è così, dopo quello che ha detto Franconi ho verificato” lo interruppe Chiarelli.
    “Cosa vuol dire che hai verificato?” alzò la voce Andrea.
    “Con Palermo nella band di motociclisti eravamo arrivati al punto in cui lui aveva fatto le scarpe al capo. Ma una sera al locale si è presentata tua sorella insieme ad altre tre modelle, che da subito si sono avvicinate al gruppo dei motociclisti. Tua sorella si è ritrovata seduta vicina a Palermo e immagino che da lì sia partito tutto. Abbiamo sentito le modelle e loro ci hanno detto che sono state pagate per andare in quel locale insieme ad Ale e spingerla, per cosi dire, verso il nuovo capo dei motociclisti”.
    Andrea cominciò a diventare scuro in faccia, si alzò e mise le mani sulla scrivania: “Sono state pagate? Da chi?”
    “Da una ragazza loro collega che aveva fatto credere loro che c'era una scommessa in atto su tua sorella, che diceva che a lei i motociclisti non piacevano proprio”.
    “E chi sarebbe questa ragazza?” disse Andrea con voce tesa.
    “Non lo sappiamo ancora, so solo che dopo quella sera la ragazza non si è più presentata all'agenzia per modelle. E lì ha lavorato solo per un paio di settimane”.
    “Quindi una ragazza misteriosa si presenta a queste modelle e racconta un sacco di balle su mia sorella e loro la stanno ad ascoltare? Non ci credo! Come ha fatto a...”
    “Diceva che la conosceva bene, che erano anche state amiche, finché... Finché tu e lei eravate stati insieme” buttò la bomba Chiarelli guardandolo.
  12. .
    Ciao Mina, ci stai abituando bene con la puntatina della sera della domenica... ^_^

    Ma ci sono ancora quelle due impiccione di mezzo? Seriamente? Non hanno una vita loro di cui impicciarsi invece di andare a guardare cosa fa o non fa Paola??? Io sono pronta con scope, randelli e purganti, poi dimmi tu quando posso partire. spam weight_lift2

    E in tutto questo l'amatissimo, inclito, sublime ex Francesco ha la faccia di bronzo di chiamare il giorno di Natale per fare gli auguri e dare la sua benedizione perché ha saputo da quelle arpie che Paola si è rifatta una vita? Oh ma coso dei miei stivali, avevamo proprio bisogno di saperlo eh! dots Sei un genio France', complimenti! Ti pare che Paola sta ad aspettare che tu le dai l'ok per trovarsi uno meglio di te? Guarda che non solo ne ha trovato uno meglio, che non era difficile visto il tuo grande spessore morale <_< ma ha trovato proprio il top del top! Capito mi hai? terafin-grin

    Invece Luigi e Leo sono una garanzia e mi piacciono tantissimo in questa storia, è stata una genialata metterli a lavorare insieme a Tarquinia, Mina. :b: Luigi è preoccupato di trovarsi circondato da Ferri di qua e di là :lol: povera stella! Dai che sarà molto meglio di quello che pensi...

    Ora manca solo che finalmente Paola si incontri con il nostro top del top :XD: e gli dica una buona volta cosa prova... Ho buoni presentimenti wink3 anche visti i pensieri di lei, quindi mi metto qui buona ad attendere la prossima puntata, sarà lunghetta aspettare fino a domenica ma credo che ne varrà la pena. Bravissima! :wub:
  13. .
    Bentornata Vale!
    I due testoni stanno provando a parlarsi, finalmente, però c'è ancora troppo dolore e diffidenza. 😢 E per giunta Paola è a rischio senza saperlo... Fabione bello, non potevi insistere un po' di più col magistrato, che cavolo? O lo state facendo apposta perché Andrea intervenga a salvare Paola, eh? Basta che non ce lo ritroviamo a fettine...

    Invece Luigi ed Elisabetta ci danno grandi soddisfazioni 🥰 si parlano chiaro, hanno coraggio da vendere tutti e due. Capito testoni? Specialmente un certo capitano...

    Grazie cara della bella e lunga puntata di Pasqua, ci hai fatto davvero una sorpresa nell'uovo! 😊 Influssi a nastro 🎀 perché tu possa mettere presto il continuo 🤞🤞🤞
  14. .
    La puntata è in lavorazione, se va tutto bene dovrebbe arrivare come uovo di Pasqua ;), ma intanto vi lascio un assaggino... A presto e grazie a tutte le persone che hanno commentato! :wub:

    “Pronto!... Ma... Maggiore? Buongiorno! Come mai ha chiamato me?”
    Paola si tirò su di scatto, cercando di sentire se davvero era chi pensava, coprendosi nervosamente il corpo con il lenzuolo, mentre Andrea continuava a parlare.


    E ora che vorrà il maggiore da Andrea? :shifty:
  15. .
    Che bello trovare una tua puntata, Mina, e anche che Patty sia tornata a commentare. :wub:

    Qui Luigi e Leo mi hanno fatto sorridere più di una volta, ma Luigi ha fatto benissimo a dare una strigliata a Paola e spingerla a muoversi. Bravo Luigi, così si fa! :b: Anche se poi non ti sei accorto che il tuo amico Leo ha lo sguardo da innamorato quando gira una certa Elena... ;) A proposito, bravo anche Leo che continua a pungolare Paola, chissà che ci sia presto questo incontro con Andrea.
    Anche perché lui sta facendo come gli ha consigliato Fabio, ma non è facile, povero... Speriamo che lo stare un po' in famiglia possa aiutarlo e poi, chissà, magari ora della fine dell'anno potrebbe arrivare anche per lui qualche bella notizia, che ne dici Mina? :shifty:

    Speriamo solo che le vipere romane abbiano capito che per loro non è aria e abbiano ingoiato le loro lingue biforcute. Mi fa piacere che Andrea Sepi e suo fratello continuino a tenere sotto controllo la situazione, ma se c'è da intervenire basta un fischio e ci sono pure io. mad bash

    Grazie cara della bella puntata e auguri ancora a tutti che sia stata una bella domenica degli ulivi. Attendiamo curiosi la prossima puntata, a presto! ^_^
7683 replies since 11/6/2011
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