La memoria dei giorni

One shot dedicata a A&P

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    Maya mi ha stimolato e Sibi mi ha ispirato, quindi vi lascio questa One Shot inedita dedicata alla mia coppia del cuore. Consideratela un regalo di S. Valentino in ritardo dedicata a tutti gli appassionati della coppia Andrea&Paola. Buona lettura!

    LA MEMORIA DEI GIORNI – Racconto dedicato ad A&P di Carabinieri Fiction

    “No e lo dico sul serio”. La sua voce era decisa come il lampo nei suoi occhi.
    “Ma lo fanno tutti… Anche Luigi, non ti ricordi l’anno scorso?”
    “E io no”.
    “Perché no? Ti vergogni forse?”
    “Vergognarmi? Tu vieni a farmi questo discorso? Tu che andresti a letto con la divisa se potessi?”.
    “Esagerato! E allora, perché non vuoi?”
    “Non l’hai ancora capito?”
    “A dire il vero, proprio no”.
    Lui le carezzò i capelli e sorrise: “Mi sembra che la nostra divisa sia stata fin troppo protagonista in questi anni. Ed è sempre stata di mezzo ogni volta che abbiamo affrontato momenti importanti, più per dividerci che per unirci. Ma ora che siamo arrivati a questo passo, voglio che siamo solo noi. Paola e Andrea. Punto. Non il capitano Andrea Ferri e il maresciallo Paola Vitali. Altrimenti… Tutti e due in divisa o nessuno dei due”.
    Lei lo guardò dubbiosa e lui la sfidò: “Sei disposta a rinunciare all’abito bianco per presentarti in divisa?”
    “Non ti conviene insistere, lo sai che anch’io sono capace di sfidarti…”.
    “Va bene, non litighiamo, dai…” e lui le diede un bacio improvviso, prima di continuare: “Lo penso davvero, invitiamo tutti i colleghi che vuoi, sono disposto pure a sposarmi in caserma se ti va, ma la divisa no. Quella ci sarà lo stesso gli altri giorni della nostra vita. Ma almeno per quel giorno, cerchiamo di esser noi stessi e non qualcuno dentro un’uniforme. Per quanto ci possa piacere e starci bene addosso, soprattutto a te…”
    “Ah sì? Allora era per quello che non mi staccavi gli occhi di dosso i primi giorni…”
    “Veramente avrei voluto fare altro che solo guardarti… E dai! No, la guerra dei cuscini di nuovo, no!”
    “Preferisci un altro secchio di acqua in testa?”
    “Uhm… Adesso che mi ci fai pensare… No! Quello mi è bastato! Però…”
    “E questa che faccia è?”
    “Shh… Lasciami pensare, mi è venuta un’idea… E se facessimo qualcosa di alternativo? Insomma, il nostro matrimonio non dev’essere per forza ‘regolare’, come fanno tutti gli altri. Un pizzico di follia e di allegria ci vuole…”
    “A trentaquattro anni, vuoi ancora comportarti come un bambino? Guarda che stiamo parlando del nostro matrimonio, quand’è che cresci?”
    “Non fare la bisbetica, che tanto piace anche a te quando faccio il ‘bambino’…”
    “Va bene, allora ti lascio in pace a succhiarti il pollice, intanto vado a farmi una doccia”.
    “Ehi! Non vale… Posso venire anch’io? Sono bravo ad insaponare la schiena…”
    “No, mi spiace, spettacolo vietato ai minori…”
    Lui le lanciò un cuscino, ma un attimo troppo tardi e lei fece capolino dalla porta: “Mancata!”
    Andrea sorrise e si passò una mano tra i capelli, ma sì, quell’idea era proprio interessante. E magari avrebbe chiuso la bocca a Paola sulla faccenda divisa.

    Il giorno del matrimonio arrivò fin troppo in fretta e Andrea si trovò a capire finalmente perché suo cognato (ebbene sì, Luigi era suo parente ormai da diversi mesi) fosse stato così impaziente e ballerino nelle scarpe lucide davanti all’altare. Gli pareva che non arrivasse mai il momento dell’entrata della sposa. I minuti passavano come secoli. I secondi sembravano ricominciare sempre da uno. Si allargò il colletto della camicia e subito gli sembrò di respirare meglio, ma l’illusione durò poco e tornò la sensazione di nodo alla gola. Ma dov’era finita? Guardò con disperazione don Mario che gli rispose con un sorriso consolatorio.
    E finalmente si sentirono le note della marcia nuziale. Andrea intravvide Paola che entrava con il padre, ma era abbagliato dalla luce fuori e riuscì a vederla bene solo a metà navata. Per fortuna, perché la sua bellezza era talmente superiore a quanto si era aspettato, che dubitò di riuscire a tenersi sulle gambe. Lei gli sorrise e lui si scoprì a sorriderle a sua volta. E si dimenticarono di tutti quelli che erano in chiesa con loro, dei testimoni, dei parenti. Erano davvero solo Paola e Andrea, davanti al sacerdote, pronti a promettersi una vita intera da passare insieme.
    Le parole furono dette con scioltezza, come se le avessero già pronunciate mille volte. Gli anelli furono scambiati in un’atmosfera sospesa, non si sentiva nemmeno un rumore in chiesa, come se tutti trattenessero il respiro. Alla fine il sacerdote li proclamò sposi e con un sorriso birichino invitò Andrea a baciare Paola. Mai compito fu più gradito, anzi anche troppo e solo l’applauso degli invitati li convinse a staccarsi.
    Il resto della messa passò come in sogno. Andrea però aveva una sorpresa e una volta firmati i registri fece un cenno a Luigi che si era offerto come fotografo. Paola lo guardò perplessa mentre si allontanava verso la sacrestia e tornava con in mano due rose.
    “Vista la discussione di mesi fa sulla divisa, ho pensato di fare qualcosa di particolare… Questa rosa è per te, Paola”.
    Lei ancora non capiva e lui spiegò con un sorriso: “Se la guardi bene, è rossa, con una copertura blu. Questi colori ti ricordano niente? E se la metti così… In mezzo al tuo bouquet… Forse è ancora più chiaro cosa intendo… L’altra è più corta, perché è per me, da mettere nel taschino”.
    “I colori dell’Arma…” fece lei spiazzata, poi l’abbracciò: “Non l’avevo capito…”
    “Lo so che nell’anima sarai sempre un carabiniere e ho sposato anche quella parte di te oggi, come tu con me, solo non volevo che andasse a coprire il resto. Per questo è una sola rosa in mezzo alle tante bianche…”
    Lei era troppo emozionata per rispondere e lui sorrise: “Dovrò ricordarlo ai nostri nipoti, che quella volta sono riuscito a far rimanere nonna Paola senza parole… Per la prima volta nella sua vita!”
    “Ma dai! Nemmeno oggi riesci a smettere di scherzare? E dopo un gesto così… così strano… per te… non è da te esser romantico…”
    “Grazie! Io non sarei romantico? Allora preparati a rimangiarti tutto in viaggio di nozze…”
    “Non hai voluto dirmi niente su dove andiamo, sono diventata pazza a preparare la valigia!”
    “E ancora non ti dico niente… Vedrai… Ma adesso andiamo a farci riempire di riso dappertutto, non vedo l’ora che mia sorella mi tiri un bel pugno di riso dietro il collo…”
    “Te lo meriteresti, a lei gliel’hai tirato giusto in mezzo all’acconciatura, sarà diventata matta per toglierli!”
    “Vorrà dire che ti coprirò io… In fin dei conti ho appena promesso di proteggerti, questo vale anche dalle piogge di riso…”
    “Che uomo!” fece lei con aria falsamente seria prima di uscire felice al sole di aprile.

    Il banchetto nuziale era pieno di allegria, di scherzi, frizzi e motti continui. Andrea e Paola avevano poco tempo per stare tranquilli a mangiare e a parlare. Anche perché i loro amici e parenti sembravano aver ordito una congiura per non lasciarli mai in pace. Leo e Carlo in particolare non stavano zitti un attimo e solo Elena e Francesca (la fidanzata di Prosperi) riuscivano in qualche modo a contenerli.
    Ad un certo punto Andrea si alzò in piedi e con un calice in mano chiese il silenzio.
    “Vorrei fare un brindisi speciale. Ad una persona che non c’è più, ma che è ancora presente in mezzo a noi perlomeno in spirito. Una persona che ha dato moltissimo a tanti di noi. Che ha lasciato un ricordo indelebile. Che per me è stato come un secondo padre e un amico. Che sarebbe orgoglioso di vedere sua figlia con la sua bella famiglia. E anche un’altra famiglia molto più grande, che cresce continuamente e fa sempre meglio il suo dovere, come lui ci ha insegnato con l’esempio, nella discrezione. A Giuseppe Capello!”
    Paola aveva gli occhi lucidi. E non solo lei. Altri nella sala erano commossi o piangevano apertamente. Non ultima Gioia Capello, da un anno ormai Gioia Palermo. Paola era rimasta di sasso quando l’aveva scoperto, ma poi aveva pensato che il tempo davvero dava un’altra possibilità a chi la voleva. Come per lei e Andrea. Certo, non era precisamente lo stesso, ma tra lei e Tom c’era stata una spiegazione definitiva già anni prima, durante un incontro casuale a Roma. E lì aveva chiuso un cassetto rimasto aperto. E pensare che all’epoca anche Andrea era un cassetto da chiudere… E invece era finita nel modo migliore. Anche Gioia e Tom si erano ritrovati, dopo strade tortuose. E ora erano una famiglia felice e con un bambino in arrivo. Sì, il maresciallo Capello sarebbe stato felice.
    Alla fine, dopo il taglio della torta, Andrea fece cenno a Luigi e agli amici, che si avvicinarono con una faccia divertita.
    “Paola… Mancano ancora due cose e poi possiamo fuggire via, lasciandoli qui tutti. Sei pronta?”
    “Intendi…”
    “Proprio quello…”
    “Ma certo… Mi chiedo solo se tu riuscirai a farcela…”
    “Perché?” Lui era perplesso.
    “Perché ti aspetta una sorpresa…”
    Andrea incuriosito si avvicinò a Paola che si era messa in posa con le mani appoggiate sui fianchi e il piede appoggiato sulla sedia.
    “Allora, capitano, si decide a togliermi la giarrettiera? Non vede quanti poveri ragazzi senza moglie aspettano il suo lancio?”
    “E da quando si lancia la giarrettiera? Sapevo del bouquet…”
    “Da adesso… Sempre che tu riesca a togliermela…”
    “Hai voglia di sfidarmi? Peggio per te…” e Andrea infilò una mano sotto il vestito, rialzandolo lentissimamente. Paola lo guardava con aria maliziosa. Lui continuò ad alzare l’orlo del vestito con calma, mentre gli amici facevano un ‘OOOOOOOH’ allungato. E finalmente la vide. Fece un ghigno, poi guardò Paola che sorrideva soddisfatta: “Me l’hai fatta, eh? Te la sei tenuta qui sotto nascosta per tutta la cerimonia…”
    Gli amici gridarono: “Allora? Questa giarrettiera?”
    Andrea la sfilò rapidamente e la fece roteare: “Mi spiace, ragazzi, ma questa me la tengo io, una giarrettiera con scritto ‘Carabininieri’ non l’avevo ancora vista… Se volete vi posso lanciare una calza di Paola al suo posto…”
    Un coro di BUUUH lo accolse, ma lui si mise la giarrettiera in tasca e non mollò.
    “Piuttosto, vediamo di spicciarci con il lancio del bouquet, che fra mezz’ora dobbiamo partire…”
    “E dove andate in viaggio di nozze?” chiese un parente di Paola.
    “Segreto! Così nemmeno l’Arma potrà venire a interrompere la nostra licenza matrimoniale…” fece Andrea sornione.
    “E perché avete voluto sposarvi proprio oggi? Insomma, non è neppure un sabato o domenica…”
    “Perché è un giorno speciale” rispose misterioso Andrea, che lanciò un sorriso d’intesa a Paola. “E’ il giorno in cui ho capito quale sarebbe stato il mio destino con lei… Cioè incatenato a vita!”
    Paola gli diede un amorevole calcio negli stinchi e lui abbozzò: “Be’, perché, non è vero che fin dal primo giorno mi hai messo in manette? Adesso però sono manette che ho scelto io volontariamente… Non so come hai fatto, ma mi hai fatto venir voglia di farmi incastrare a vita. E sono pure felice… Boh! Anzi, peggio per chi non è felicemente incat… oppss, sposato come me…”
    Lei fece per allungargli un altro calcio e lui la fermò con un sorriso: “Vitali, è un vizio, il suo! Ma ci penserò io a curarglielo… Mi ci vorrà tutta la vita, temo, ma sarò un uomo paziente”.
    “Meglio che paziente di ospedale… Se Paola continua a tirarti calci con quelle scarpe, la vedo brutta, fratellone!” Ale lo abbracciò con slancio e poi fece lo stesso con Paola: “Finalmente abbiamo chiuso il cerchio… Adesso siamo tutti legati insieme come una grande famiglia… E fra poco sarà ancora più grande, vero Luigi?”
    Andrea li guardò perplesso e Luigi fece una smorfia divertita: “Ma non s’era detto di aspettare?”
    “Ma dai, adesso loro spariscono per due settimane in un luogo misterioso, come faccio ad aspettare così tanto?”
    “Aspettare per cosa?” chiese Andrea.
    Ale prese Luigi per mano e con un sorriso birichino annunciò: “Siamo incinti!”
    Paola si mise a ridere e corse ad abbracciare i due: “Congratulazioni! Che bello! Siete contenti? E da quando?”
    Andrea era ancora impalato a guardare e Paola lo scosse con una pacca sulla schiena: “E dai, Andrea! Che è quella faccia? Non sei contento che tra poco diventi zio? Ehi, anch’io diventerò zia, adesso! Che bello!”
    “Ehm… Siete sicuri, vero? Cioè, non è uno scherzo che avete pensato di farmi proprio oggi, così, tanto per fare…”
    “Andrea! Ma ti sembra che potremmo farti un tiro simile? Non mi sembri molto contento… Mamma e papà l’avevano detto, che tu ci saresti rimasto di sale…”
    “Ale? Ma come, l’hai già detto anche ai tuoi?” la rimproverò bonariamente il marito.
    Lei fece una faccia un po’ vergognosa: “Ecco, in realtà non volevo dirlo, ma mi è scappato con mamma stamattina, mentre mi stavo vestendo, sai, il vestito mi dava fastidio sulla pancia e…”
    Andrea scosse la testa come per risvegliarsi da un sogno e poi prese un bel respiro: “Va bene, allora non è uno scherzo… Che dire? Me l’avete fatta ancora una volta… Con voi devo sempre stare all’erta…”
    “E dai! Ancora ce l’hai da quella volta?”
    “Quale volta? Quella che vi ha scoperti da Gemma?” chiese Paola. “Me l’ha raccontata, è stato uno shock per lui, credo che ve lo porterete dietro fino alla fine dei vostri giorni, visto com’è tuo fratello…” e fece l’occhiolino ad Ale che sorrise.
    Andrea si schermì: “Non è vero, è solo che… diciamo che ha mostrato un certo ‘modus operandi’ nel vostro comportamento… Comunque sono felice per voi e spero di poter esser un buon zio per il vostro bambino”.
    “E come sai che sarà un maschio?” lo riprese Paola.
    “Non lo so, ho solo detto che… Va bene, va bene, ho capito. Che sia maschio o femmina, cercheremo di esser dei bravi zii, ti va bene così?”
    “Ok, zio Andrea…” fece Luigi ridendo sotto i baffi.
    “Ne riparliamo quando tu sarai papà Luigi… E dovrai aiutarla a far dormire un pargoletto urlante…”
    “Come tu quella volta al casale…” fece Ale, che poi si mise una mano sulla bocca.
    Andrea fece una faccia scura alla sorella, ma Luigi intervenne subito: “Non preoccuparti, che quando toccherà anche a voi vi aiuteremo con la nostra esperienza…”
    “Intanto per poter pensare a quello, prima dovremmo riuscire ad andarcene di qua… Che ne dice mia moglie? Possiamo filarcela nel giro di mezz’ora?”
    “Ma perché tutta questa fretta? Non si può sapere?”
    “No, non si può sapere… Dovrai tenerti la curiosità ancora per un po’”. E Andrea prese Luigi per un braccio e si allontanò parlottando.
    Paola chiese ad Ale: “Ma tu sai cosa sta succedendo?”
    “No, Luigi non ha voluto dirmi niente. Anche perché mi lascio scappare un po’ troppe cose… Però ho sentito che parlava con Leo e anche con il tuo collega di Tarquinia, come si chiama?”
    “Gigante? Ma che cosa stanno complottando quelli?”
    “Credo che dovrai portar pazienza, io non so altro. Ma sono certa che Andrea ti avrà preparato qualcosa di grandioso, lui è così”.
    Ale la guardò soddisfatta: “Sono proprio contenta che Andrea ti abbia riconquistata, Luigi mi aveva raccontato qualcosa, ma non vedevo molte speranze per lui fino a un paio d’anni fa… E adesso guardalo! Mi è sembrato di rivedere l’Andrea di anni fa. Per fortuna che ti ha rincontrata!” e concluse il discorso con un abbraccio.
    Paola sorrise: “E io sono contenta di averti conosciuta. Ma sai che quell’orso di tuo fratello nei mesi che abbiamo lavorato insieme a Città della Pieve non mi aveva mai parlato di te?”
    “Lo so, lo so… Eravamo in rotta, ero scappata a New York e sono tornata che vi eravate lasciati da un paio di mesi. Che faccia che aveva! Be’, adesso è finito tutto per il meglio. Anche per noi” e si accarezzò la pancia.
    “Guarda che se ti fai vedere a far così, lo capiranno tutti il tuo segreto…” la avvisò Paola con un sorriso.
    “E’ che sono così contenta… Finalmente è arrivato il momento giusto, non ci speravo quasi più”.
    In quel momento Andrea tornò con un sorriso malandrino: “Avete finito di spettegolare del sottoscritto? Non le avrai mica raccontato della nostra infanzia, eh?””
    “Non ti preoccupare, i tuoi peccaminosi segreti sono ancora segreti, tua sorella non ha voluto dirmi nulla. Ma ci penserò io a farti parlare, conosco un paio di metodi interessanti…” rispose Paola con gli occhi che brillavano.
    “Se mi dici così, guarda che vado subito a prender la macchina e li lasciamo qui tutti…” la sfidò lui con un lampo nello sguardo.
    “Ho capito, meglio lasciare gli sposini alle loro smancerie. Andrea, fa’ il bravo con la mia nuova cognatina, mi raccomando… Divertitevi dove andrete e tenete i cellulari spenti, che quelli dell’Arma sono capaci di chiamarvi anche in viaggio di nozze. Come è capitato a noi…” fece Ale con una smorfia.
    Andrea abbracciò sua sorella: “Non preoccuparti, non ho intenzione di esser rintracciabile… E tu sta’ attenta, con questa sorpresa in arrivo, mi raccomando…”
    Ale aveva gli occhi lucidi e Andrea sentì un groppo in gola, la sua sorellina fra qualche mese sarebbe diventata mamma… Be’, ormai anche lui si stava lanciando, prima o poi un pargoletto l’avrebbe chiamato papà. Però per arrivare ai pargoletti prima doveva rivendicare sua moglie… Si voltò verso Paola: “Allora? Pronta?”
    “Prontissima” fece lei.
    Lui la abbracciò e la fece volare in tondo ridendo: “Allora andiamo!”
    Lei tornò giù senza fiato e lui la baciò appassionatamente, prima di dire ad alta voce: “Grazie a tutti, continuate pure a divertirvi alla nostra festa, noi ce ne andiamo!”
    I colleghi insistettero per un brindisi con gli sposi e ci fu ancora da aspettare per le foto e le proteste dei parenti degli sposi, che non si capacitavano che Andrea e Paola se ne andassero così presto.
    Finalmente alle sei di sera erano in auto. Andrea prese la mano di Paola e gliela baciò: “Mia moglie… Non sembra quasi possibile… Come farò a non chiamarti più Vitali?”
    “E perché dovresti, mio caro capitano Ferri?”
    “Perché adesso sei la signora Ferri…”
    “Ferri-Vitali, prego…”
    “Dimenticavo la tua vena femminista…”
    “Insomma, dove andiamo adesso? Si può sapere o devo sottoporti ad un interrogatorio in piena regola?” chiese lei con aria suadente, carezzandogli una guancia.
    “E’ una sorpresa, quindi…” Andrea tirò fuori un fazzoletto nero e prima che lei potesse protestare l’aveva già bendata.
    “Ma!!! Andrea, che cosa fai?”
    “Shhh… Fidati di me… Devi portare pazienza solo un po’. Adesso rilassati sul sedile e ascolta un po’ di musica, puoi anche farti un sonnellino se vuoi… Anche perché stasera non credo dormiremo molto…”
    Paola sospirò e fece come consigliato, anche se questa storia della sorpresa cominciava a stufarla un po’. Che bisogno c’era di esser così misteriosi?

    Andrea aveva fermato la macchina da un po’ e stava guardando Paola che dormiva con un sorriso lieve sulle labbra. Sua moglie… Roba da darsi un pizzicotto! Le sfiorò una guancia come per controllare che fosse vera, poi le baciò le labbra sussurrando: “Bella addormentata, svegliati, è arrivato il tuo principe…”
    Paola si stiracchiò e fece per togliersi la benda, ma Andrea la fermò: “Un attimo ancora… Prima vorrei spiegarti una cosa…”
    Paola aveva una smorfia espressiva ma disse solo: “Ok, due minuti ancora, ma non di più, questa storia è diventata un po’ troppo lunga”.
    “Prometto che sarai ripagata della pazienza… Ti ho portato in un posto speciale, primo perché secondo me c’è qualcosa che aspetta noi da molto tempo, per poter iniziare al meglio la nostra nuova strada. E poi perché volevo rispondere ad una certa tua affermazione di oggi. E dimostrarti che il romanticismo può avere vari modi per esprimersi. Anche con sorprese e divertimento… Ecco, adesso puoi togliere la benda” rispose Andrea prima di togliersi la giacca.
    Paola non se lo fece ripetere. Aperti gli occhi, si guardò in giro e subito non capì dov’erano.
    “Ma perché mi hai portata in questa strada sterrata di chissà dove?”
    “Vitali, Vitali, mi cade proprio all’inizio di tutto…”
    “Ma dove siamo?”
    “Non ti fa venire in mente nulla? D’accordo che siamo al tramonto e quella volta era spuntata da poco l’alba, ma il giorno è sempre lo stesso…”
    Paola lo guardò incredula: “Ma questo è lo spiazzo dove…”
    “Dove tu mi hai bloccato con inusitata violenza e sottoposto ad arresto indebito e ingiustificato…” la prese in giro lui.
    Lei incrociò le braccia: “Allora, questa sarebbe la sorpresa romantica?”
    “Vedo che non sei soddisfatta di esser tornata sulla scena del crimine… Peccato, pensavo avresti apprezzato… Perché è qui che è iniziato tutto… Anche se ti avevo già notata prima, è stato il nostro primo incontro di persona. E che incontro!”
    Paola non mollò la presa: “Ancora con questa storia dell’averti incastrato?”
    “Ma è vero, mi hai preso prigioniero quella volta e da allora non mi sono più liberato. E sai la cosa strana? Che se anche tu mi lasciassi libero, non avrei voglia di andarmene…”
    Lei fece un sorriso soddisfatto, ma tornò subito seria: “All’epoca ti odiavo, pensavo che tu fossi il peggiore dei malviventi, soprattutto quando sembrava che tu volessi violentare una delle ragazze prigioniere… Ero pronta ad ucciderti e invece… sono rimasta di sale a vedere che non le facevi niente, non capivo che cosa avevi in mente…”
    “Però, questa non me l’avevi mai raccontata… Ho rischiato di brutto, allora… Meglio non averlo saputo!” commentò Andrea con una smorfia, prima di continuare invitante: “E quand’è che l’odio si è trasformato in folle amore?”
    “Mi spiace per te, ma non è mai successo…”
    “Ah sì, Vitali? Allora perché oggi mi ha sposato?”
    “Per pietà e compassione della sua salute mentale, Ferri, solo per quello…”
    “Allora mi dimostri un po’ della sua compassione…” e lui le catturò la bocca con un bacio improvviso, che lasciò entrambi senza fiato e fin troppo consci del desiderio reciproco.
    Andrea si passò una mano tra i capelli: “Spero di esser più fortunato la prossima tappa, ma comunque qui non è andata così male… Peccato che all’epoca tu non mi abbia fatto una bella perquisizione approfondita, avrei apprezzato molto…”
    “Che razza di…” scosse la testa Paola, ma sorrideva.

    L’auto si fermò in uno spiazzo erboso, intanto era venuta sera e si vedevano le prime luci della sera a Città della Pieve sullo sfondo.
    Andrea sorrideva sotto i baffi, il prato era appena illuminato da una luce in fondo. La guardò con intenzione e le chiese: “Ti ricorda niente?”
    “Ma… Sembra quell’angolino per coppiette che c’era appena fuori di Città della Pieve… Ma non ha la stessa illuminazione” fece lei perplessa.
    “Solo perché ci sono due lampioni rotti… Ma sì, è proprio questo il posto, brava…”
    “Scusa, ma perché mi hai portata qua?”
    “Ah, e sarei io quello poco romantico… Ma come… E’ proprio qui che abbiamo dato inizio ai fuochi d’artificio…”
    “Ma di che fuochi parli?”
    “Non ricordi quello che ti ho detto prima? Del principe che risveglia la bella addormentata?”
    “Ma… Che…” Paola si mise a ridere: “Non è possibile! Tu intendi quella volta di Jessica!”
    “Esatto, Vitali, vedi che la tua memoria sta migliorando? E cosa è successo quella famosa sera che pedinavamo Jessica?”
    Paola fece un sorriso ammiccante: “Questa avrei dovuto aspettarmela da te… Ma non è stato un bacio per davvero, era per copertura… L’avevi riconosciuto anche tu all’epoca!”
    “Però è stata la prima volta che ci siamo baciati o no? E poi… Quella volta ho scoperto che tu non eri così ingenua ed innocente come sembravi… Anzi, c’è ancora una questione in sospeso…”
    “Ah sì? E quale sarebbe?” lo stuzzicò lei.
    “All’epoca tu hai negato che ti fosse piaciuto… Adesso ti do la possibilità di rimediare…” fece lui con un ghigno.
    Lei fece una smorfia divertita: “Ancora il tuo orgoglio di maschio, Andrea? Te l’eri proprio legata al dito, eh?”
    “No, è solo che mi piace sapere di aver ragione… E quella volta ti era piaciuto, ma ti saresti tagliata un pezzetto di naso piuttosto che riconoscerlo…”
    “Che presuntuoso! Allora come adesso…”
    “Osi ancora negarlo?” la sfidò lui.
    “Diciamo che per prender una decisione ho bisogno di più fatti e meno parole…”
    Lui sorrise e si allungò verso di lei: “Allora le rinfrescherò la memoria, Vitali… Abbiamo fatto così…” e la baciò di slancio, mentre le carezzava il collo.
    Paola si lasciò andare al bacio, immaginando che anche quella sera lui fosse stato così appassionato, così deciso, così caldo… Le mani di lui le carezzavano leggermente la nuca e i capelli, mentre il bacio si approfondiva e i respiri si fondevano in uno solo.
    Andrea si staccò con un sorriso: “Allora?”
    “Allora… Diciamo che mi è piaciuto molto di più stasera… All’epoca non era un bacio molto convinto… insomma, un tipico bacio da copertura” rispose lei con un luccichio ironico negli occhi.
    “Insomma, non vuoi proprio darmela vinta… Ma ho ancora molte corde al mio arco…” la minacciò scherzosamente lui prima di riaccendere il motore.

    Il posto successivo strappò un sorriso a Paola: “Il vecchio locale di Gemma!”
    “Esatto anche questa volta… E vediamo se qui ricordi meglio…” fece lui scendendo dalla macchina e andando ad aprire la portiera di lei.
    Paola scese prendendo la mano di lui e si avvicinarono insieme alla vecchia entrata del locale, ora sede di una cooperativa e quindi chiusa e spenta.
    “Immaginati che ci siano le luci, le macchine che passavano, la pioggia che cadeva leggera… E naturalmente il tuo bel farmacista!”
    Paola gli diede un mezzo pugno sul braccio: “Uffa, proprio quando pensavo che tu fossi davvero diventato romantico, ecco che rovini tutto!”
    “Ma come rovino tutto! Invece dovrei fare un monumento a quel Francesco… Senza di lui le cose non sarebbero andate alla stessa maniera…”
    “Che intendi?”
    “Che tu mi tenevi a distanza, facevi apposta a stuzzicarmi sbandierandomi il farmacista davanti al naso… E poi l’hai usato come scusa per baciarmi, ma quello devo dire che mi è piaciuto… Soprattutto il fatto che hai preso tu l’iniziativa… Non ti facevo così spudorata all’epoca!” E Andrea fece per proteggersi da un altro pugno che era certo sarebbe arrivato.
    Invece Paola lo guardò seria e lui si preoccupò: “Che c’è? Che ho detto di male?”
    “Niente, in realtà… Mi spiace di aver trattato male il povero Francesco…”
    “Cosa? Ti preoccupi per lui? Ora?” Lui era incredulo.
    Lei sorrise e gli diede uno spintone: “Te lo meriti! Razza di galletto che non sei altro… E questo sarebbe il tuo romanticismo? Portarmi qua per farmi ammettere che quella volta sono stata io a baciarti?”
    “Be’, è vero, anzi mi hai pregato di farlo… E se non sbaglio avevi anche detto che ci eravamo messi insieme…”
    “Era solo per togliermi di torno Francesco, non avevo secondi fini…”
    “Sicura?”
    “E va bene, sono stata contenta di avere quella scusa per baciarti, soddisfatto? E adesso non fare la tua solita espressione trionfante…”
    Ma lui non fece niente se non prenderle il viso tra le mani e baciarla, prima con gentilezza, poi con profondità crescente, senza fermarsi, quasi senza respirare. Paola sentì il cuore balzarle in gola e si strinse a lui, proprio come quella volta, le mani sulla schiena, la sua bocca che assecondava quella di lui, la cercava e prendeva e lasciava più volte. E quando riaprì gli occhi, vide quelli di lui brillare carezzevoli e turbati come quella sera di tanto tempo fa.
    Lui le sfiorò le labbra: “Questa volta sono stato io ad iniziare… E mi è piaciuto come la prima volta. Paola… Non è una gara per vedere chi ha ragione… E nemmeno un modo per rimettere in pari certe cose… Ma per riprendere le fila di quello che una volta abbiamo iniziato, poi abbiamo interrotto e ricominciato da un’altra parte. E ora chiudiamo il cerchio. Qui, dove per la prima volta mi sono accorto che mi eri entrata sotto pelle. Che non mi bastava più starti vicino e parlarti. Che mi davi alla testa solo con uno sguardo, con un tocco, con un bacio… E’ vero, hai iniziato tu, ma io sono stato ben felice di continuare, se ricordi… E se fosse stato per me, non avrei smesso proprio. Ma all’epoca era un luogo un po’ troppo pubblico per certe idee che mi erano venute… E che mi sono tornate adesso, quindi meglio che ce ne andiamo di qua, prima che mi venga la tentazione di metterle in pratica…”
    Paola lo seguì alla macchina, ma prima di salire si voltò e gli diede un bacio appassionato, strappandogli un gemito: “Paola!”
    “Solo un assaggio… Così forse farai più presto a portarmi dove dobbiamo andare… Spero che non ci siano molte altre tappe in questo viaggio nel tempo”.
    “Non c’era bisogno, avevo già fretta prima…” commentò lui respirando pesantemente mentre saliva in auto e si passava una mano tra i capelli.

    Tempo un quarto d’ora e Paola riconobbe subito il posto. “Ma è il casolare di Capello!”
    “Esatto… Tu non puoi saperlo, ma dopo che te n’eri andata, il maresciallo l’aveva permutato con un altro qui vicino. Che è quello che Ale ha usato come b&b per il primo anno, prima di trasferirsi con Gemma. Poi io me ne sono andato a Roma e non ne ho più saputo niente. Finchè non è successo quello che sappiamo…”
    Una nota triste si interpose tra loro, la fine del maresciallo Capello era ancora qualcosa di incomprensibile. Andrea continuò: “Gioia è tornata qui e dopo aver tentato inutilmente di ritornare con il suo ex marito, ti ricordi che te l’ho raccontato? Insomma, ha voluto permutare nuovamente il casolare per avere almeno qualcosa che le ricordasse il padre. E quando ha incontrato Palermo, lui l’ha aiutata a rimetterlo a posto. Appena sarà nato il piccolo ricominceranno a venire qui, compatibilmente con gli impegni dei loro lavori. E in questa occasione ho chiesto a Gioia se poteva prestarcelo per un paio di notti…”
    Paola era in preda all’emozione. Scese dall’auto e si incamminò verso il casolare, che riluceva sotto la pallida falce di luna. Andrea scese a sua volta e le prese la mano, guardandola con intensità.
    Paola chiese con un filo di voce: “Ma… Gioia sa che…?”
    “No, le ho solo detto che volevo tenerti qualche giorno a Città della Pieve per ricordare il periodo in cui ci siamo conosciuti e preferivo un posto un po’ tranquillo, per non farci assaltare dalla gente”.
    Paola lo guardò con il cuore negli occhi e lui tirò un respiro profondo: “Se mi guardi così, guarda che non riuscirò nemmeno ad arrivare dentro… Già quella sera ho dovuto tenermi, appena ho scoperto che eravamo da soli, finalmente… Avevo troppa voglia di te, ma non potevo, non volevo rischiare di rovinare tutto…”
    Paola sorrise, era così bello sentirlo confessare cose che all’epoca aveva sognato invano che lui le dicesse…
    Andrea si tirò il colletto della camicia, lo sguardo di Paola lo faceva emozionare un po’ troppo, poi la prese per mano. Aprì la porta e fece per farla entrare, poi con un un moto improvviso la prese in braccio e la portò dentro ridendo, mentre Paola gridava: “Andrea! Sei matto?”
    “No, sono solo felice di esser qui con te e non vedo l’ora di entrare… E poi non è tradizione che la sposa entri in braccio allo sposo?” rispose lui chiudendo la porta con un calcio.
    “Ti ho detto abbastanza quanto sei bella oggi?”
    “Ah, sì? Non mi sembra di avertelo sentito dire così tanto…”
    “Allora dammi modo di rimediare e dimostrartelo…” e lui la prese nuovamente in braccio per portarla sul divano.
    “Ancora un attimo di pazienza…” e Andrea accese il fuoco nel caminetto già pronto.
    “Andrea, non mi sembra che faccia così freddo…”
    “Non poteva mancare il fuoco acceso… Anche perché fra poco avrai ben poco addosso…” le promise lui con gli occhi verdi che brillavano.
    “E’ una promessa o una minaccia, capitano?”
    “Scelga lei, maresciallo…” fece lui cominciando a sciogliere l’acconciatura di lei, finchè i suoi capelli caddero giù come una cascata mora sul vestito bianco.
    “Ancora più bella, se possibile…” commentò lui sottovoce e lei sentì una stretta al cuore.
    “Lo sai che effetto mi fa guardarti,vero?” fece lui carezzandole una guancia, cominciando poi a baciarle gli occhi, le guance, il mento, in una dolce esplorazione del viso di lei che concluse finalmente sulle labbra.
    Paola con un sospiro si lasciò andare ad esplorare le spalle di lui, il collo, i capelli con quel ciuffo ribelle che anche durante la cerimonia le era venuta una voglia matta di accarezzare. Come un segno di com’era fatto lui, una vena ribelle nascosta dietro le regole.
    Gli tolse la camicia impaziente e cominciò a sciogliergli la cintura dei pantaloni, mentre lui le tirava giù la lampo del vestito senza smettere di baciarla e di accarezzarla, voleva farla impazzire e ci stava riuscendo benissimo.
    Andrea finì di sfilarle il vestito. E rimase senza fiato: “E sarei io quello fuori di testa? Paola…”
    Paola sorrise a sua volta: “Certo! Con quello che hai addosso…”
    Andrea si guardò i boxer con aria innocente: “Perché? Cos’hanno di strano? Sono semplicemente dei boxer neri”.
    Paola cominciò a tirarglieli giù con un sorriso malizioso: “Niente, a parte quel diavoletto disegnato in un punto strategico…”
    “Ah sì? E quale sarebbe?”
    “Ma come, Ferri, non glielo hanno spiegato a scuola come funzionano le cose tra maschi e femmine?” E mentre parlava le mani di lei si erano fermate proprio in quel punto.
    “No, Vitali, non ti ricordi che mi sono fermato alle elementari? Dovrai insegnarmi tutto tu…” fece lui ansimante, le carezze di lei lo stavano già facendo impazzire.
    “Con molto piacere…” fece lei salendo sopra di lui sul divano e cominciando a togliersi il reggiseno.
    Andrea la guardava con gli occhi che brillavano, mentre Paola si muoveva lentamente, come danzando, godendo dello sguardo di lui, come se sentisse già le mani di Andrea sul suo corpo.
    Quando arrivò alle sottili mutandine, Andrea la fermò: “Adesso ci penso io, credo di ricordarmi come si fa… E comunque questo completino è da pericolo pubblico, non sai che mi ha fatto rischiare un infarto?”
    “Perché mai? E’ solo un innocente completino…” lo stuzzicò lei.
    “Innocente mia nonna! Con quelle trasparenze proprio nei punti giusti…” e Andrea le sfiorò con la punta delle dita i capezzoli e l’inguine, vedendo con soddisfazione gli occhi di lei diventare ancora più verdi.
    “Allora le è tornata la memoria, Ferri… su come si fa tra maschi e femmine…” mugolò lei contorcendosi sotto le carezze tentatrici di lui.
    “Adesso ti mostro io come si fa…” e lui la fece stendere sotto di sé, togliendole le mutandine e accarezzandola nel suo punto più sensibile, passando poi a baciarla sul petto, la pancia e ancora più giù. Paola trattenne il respiro, mentre sentiva che la passione montava sempre di più, finchè lo pregò con un singhiozzo: “Andrea…”
    Lui ascoltò la sua preghiera ed entrò in lei con dolcezza e passione insieme, finchè dimenticarono tutto tranne il piacere che esplodeva intenso dentro di loro.
    Il fuoco nel caminetto si stava ormai spegnendo quando ritornarono alla realtà.
    Andrea le carezzò la testa e pensò ‘mia moglie, Paola, l’altra parte di me’. Sentiva una pienezza che non aveva mai sperimentato prima. E tutta la paura che aveva avuto solo la sera prima e che non aveva confessato a nessuno gli sembrava ora solo una grandissima stupidaggine.
    Lei si girò a guardarlo: “A cosa stai pensando?”
    “A quanto sono fortunato ad averti trovata”.
    “Allora siamo in due…”
    “Da oggi in poi lo saremo sempre…”
    Paola lo guardò con occhi pieni d’amore, il suo Andrea, che le faceva scoppiare il cuore… Era possibile piangere per la troppa felicità? Si sentiva ridicola ora, a non averlo capito prima. Si asciugò una lacrima di nascosto, ma lui se ne accorse: “Che succede, amore?”
    “Niente, è solo…”
    “Solo… cosa?”
    “Mi sembra impossibile di poter esser così felice…”
    “Anche a me… Se penso a tutto quello che abbiamo passato… Però ne abbiamo fatta di strada da quella prima volta, su questo divano… E sai una cosa? Non rimpiango niente. Perché anche i periodi che siamo stati lontani sono serviti. A farci arrivare qui, ora. E adesso che sappiamo che si può esser davvero felici così, non ce lo lasceremo più portar via…”
    “Andrea… Vuoi davvero farmi piangere!”
    “Ma no, amore, non fare così…” lui se la strinse al petto e le carezzò dolcemente i capelli, aspettando che si calmasse e si spiegasse meglio.
    “Non sono ancora arrivata così avanti come te, non riesco ad accettare di aver sbagliato, di aver sprecato tutte quelle volte che avremmo potuto…”
    “Paola, cosa ne sappiamo noi di cosa avrebbe potuto essere allora? Magari ci sarebbero stati altri problemi. Pensaci, siamo cresciuti molto come persone, anche quando siamo stati distanti. E forse questo ci ha aiutati a capire meglio quello che volevamo. Almeno per me. Quando ti ho rivista, ho capito subito che solo con te avrei potuto tornare ad esser quello di una volta. E non ti ho più mollata…”
    “Forse hai ragione, ma… tutti quegli anni passati senza di te e senza sapere che cosa avrei potuto avere se solo…”
    “Se solo cosa?”
    “Se non me ne fossi andata”
    “E se tu fossi rimasta e io avessi poi detto di sì a tornare nei ROS con Di Chiara? Allora saresti stata tu quella che mi avrebbe odiato per la mia scelta lavorativa. Preferisco esser stato io quello lasciato indietro. Tu hai avuto la possibilità di crescere, a Città della Pieve avresti avuto molte più difficoltà a farti strada, lo sai… e poi anch’io ho avuto la mia possibilità. Anzi, ho potuto sfruttarla proprio perché ho dovuto confrontarmi con la gestione di una caserma. Così con il reparto operativo sapevo come gestire i miei collaboratori. E tu hai potuto fare esperienza senza quei limiti e quei rischi che avresti avuto se fossimo stati insieme nella stessa caserma… Pensa a quello che è successo al ragazzo che mi è arrivato in caserma poco prima che io fossi chiamato a Roma, ti ricordi che te l’ho raccontato perché l’avevano mandato a Città della Pieve?”
    A Paola vennero i brividi, effettivamente loto avevano rischiato grosso all’epoca, per fortuna che Capello li aveva coperti, per quei pochi mesi che erano stati insieme.
    “Siamo stati fortunati, Paola. Nel passato a conoscerci. E nel presente a ritrovarci e scoprire che l’amore era ancora lì, come allora. E’ per questo che stasera ho voluto fare questo pellegrinaggio un po’ strano… O non l’avevi capito?”
    “Allora… Volevi dirmi che tutto quello che abbiamo passato… Dipende da noi come vogliamo ricordarlo?”
    “Proprio così. Per me quei posti sono l’inizio di una storia meravigliosa, che oggi sta per prendere una nuova strada. E se anche c’erano vicini anche ricordi tristi, ormai sono stati lavati via dal tempo. Lasciando solo ciò che merita di esser ricordato. Cioè noi”.
    Paola aveva il cuore troppo pieno, le parole di Andrea erano davvero meravigliose e inaspettate. Non si aspettava una tale generosità e comprensione. Non pensava di meritare il perdono per la scelta di andarsene. Non si era ancora perdonata lei. E ora Andrea le diceva che non contava nulla, che ogni scelta aveva in realtà portato a creare di nuovo un ‘noi’.
    Lo strinse forte e gli sussurrò: “Qualche volta non so cosa aspettarmi da te. E adesso è anche troppo… Stringimi e non lasciarmi mai, ti prego”.
    Guardarono insieme abbracciati gli ultimi bagliori nel caminetto in silenzio, poi Andrea si alzò e la guardò sorridendo dandole la mano: “Vieni? Ho voglia di vedere se quel letto è ancora così accogliente… E se riusciremo a disfarlo tutto come l’altra volta…”
    Lei si alzò sorridendo e prese la mano di lui, avviandosi verso le scale, i vestiti dimenticati a terra sotto il divano.


     
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    OOh *-*
    Ma che bel modo di allietare un pomeriggio di studio matto e disperato!

    Mi commuovo a leggere tutte queste coseee ç___ç
    Bellissima! ♥
    Il loro matrimonio, loro due che si punzecchiano sempre, Andrea meraviglioso come al solito; e meraviglioso anche tutto quel riportare alla mente momenti fantastici.
    Bella, bella, bella.. l'ho già detto che è bella? *-*
    Bravissimaaa! : D

     
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  3. Sara88
     
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    Complimenti Silvia!!!! biggrinthumb ho apprezzato tantissimo questa one shot!! innanzitutto perché è sulla mia coppia preferita, i nostri Andrea e Paola inlove , e poi è scritta veramente bene!! il tuo stile e la tua idea di ripercorrere determinati momenti mi ha veramente fatto rivivere certe scene... è stato come rivederle!! e tra un po' si rivedranno pure in tv, poiché sono iniziate le repliche della prima stagione! però tu ci hai regalato il continuo che tutte avremmo voluto vedere... ci hai fatto ritrovare 2 personaggi maturati e finalmente consapevoli dei loro sentimenti, la scena del casale è stata fantastica, ma veramente non c'è nessun pezzo della storia che stoni o sia poco convincente! originale anche la trovata di far rimettere Gioia con Palermo... non avevo letto nessuna storia che ipotizzava una cosa simile finora!! wink spero che continuerai pure le altre 2 storie... Per Non Perdere la Speranza e Fiori d'Autunno!! bravissima!!
     
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    Grazie a Betta e Sara, son contenta che ci sia ancora qualcuno che immagina con me come avrebbe potuto essere la continuazione della storia di P&A!
    E sono ancora più contenta di aver allietato un uggioso pomeriggio a Betta, spero che così tu possa aver studiato con altro spirito... ;)

    Per Sara: avevo pensato da tempo a far tornare insieme Gioia e Tom, anche perchè avevo voglia di levare questo ex ingombrante dalla strada di Paola e quale soluzione migliore per lui di esser costretto a sopportare i sorrisi di Gioia e così magari smettere di fare il musone? :lol:
    E infine, visti i grandi cambiamenti che stanno avvenendo nelle mie giornate, questa volta la promessa non sarà vanificata, ho già ripreso in mano Per non perdere la speranza per rivedere le conclusioni (in realtà l'avevo praticamente finita, ma non mi convinceva una cosa e mi ero arenata), così a breve comincerò a riportare qui la storia come ha fatto ottimamente Francesca con le sue. E poi toccherà anche a Fiori d'autunno, ma ci sono anche altre sorprese in arrivo...

    Grazie per gli apprezzamenti, sono sempre molto graditi, ma particolarmente in questi giorni pesanti e pieni di tristi sorprese, le vostre parole sono come carburante fresco per il mio spirito! console
     
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  5. _Anna_90
     
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    ...è sempre bello leggere una storia su Paola e Andrea,è la mia coppia preferita e non mi è andato giù come nella fiction sia finita la loro storia...neanche in sotto-copertura!!!...la tua storia è veramente molto bella...sei riuscita a ripercorrere tutti i loro momenti più importanti...leggendo mi rivedevo le scene del film!*-* Sei riuscita poi a trattare tutti i personaggi della fiction in modo oraginale...e,non per ultimo,hai coronato il nostro sogno di vederli insieme..felici e contenti...e anche sposati!!!Complimenti davvero...quando ti viene l'ispirazione di nuovo non esitare a postare,mi raccomando!!!:P
     
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    Che meravigliaaa!!!!!!!!!!!!!!
    :wub: :wub: :wub: :wub: :wub: :wub: :wub:
    Ora che finalmente ho terminato i miei impegni mi sto mettendo in pari con le sceneggiature arretrate..
    che spettacolo cara Silvia, hai descritto così bene il matrimonio di Paola e Andrea al punto che mi sembrava di esser li con loro..
    la giarrettiera con la scritta "carabinieri" hahahahahahahahaha ancora rido, soprattutto poi perchè mi sono vista davanti agli occhi l'espressione di Ferri :wub: :wub: :wub:
    Grazie per averci regalato questa splendida one shot, e ti auguro taaaanta ma tanta pazienza per il trasloco della sceneggiatura (io ne so qualcosa, a metà trasferimento stavo sclerando *________*)
    un bacione e a prestissimo!!!
     
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  7. Maggie_G
     
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    Se pensavate che mi fossi arresa al mio tentativo di recuperare tutte le vostre storie, beh sappiate che vi sbagliate di grosso! Sono ancora drogata delle vostre storie ma con l'unica differenza che ultimamente mi sto dedicando alle sceneggiature più lunghe! ;)
    Comunque giusto per non farmi mancare nulla, una delle tipologie che più adoro leggere sono i vostri OS e così tra una puntata e l'altra delle vostre sceneggiature me ne leggo sempre qualcuna, anche per variare un pò! ^_^

    Inizio a commentare la tua Silvia dicendoti che mi hai davvero fatto fare un tuffo nei ricordi...e che ricordi!!! :wub:

    Una cosa che mi è sempre un pò mancata in alcune sceneggiature che comprendevano il matrimonio dei due testoni sono appunto le scene della cerimonia. Di solito c'è solo scritto che si sposano senza andare a specificare nient'altro di quel giorno. Anche per questo, quando ho letto questa os, se già stavo gongolando di gioia...in quel punto non mi hai semplicemente soddisfatta ma mi sono sentita davvero appagata! Finalmente!!! :woot:
    Ormai, come sai bene, adoro il tuo modo di scrivere e ancora una volta in una tua storia sono stata con l'aria sognante per l'intera durata del racconto. Hai reso tutto meraviglioso e romantico...esattamente come ho sempre sognato tra loro due! wub2 La discussione sull'abito, la cerimonia e le soprese della luna di miele...mi sembravano un sogno! Anche la mania del lavoro in alcuni particolari come il fiore nel bouquet e nel taschino e la giarrettiera con la scritta "carabinieri" o i riferimenti al lavoro come il paragone delle manette del primo arresto a quelle simboliche del loro legame consolidato con il matrimonio, beh li ho adorati!
    Per non parlare del titolo: perfetto! Non potevi scegliere di meglio così come non potevo sperare di leggere di meglio.

    Ormai credo di aver finito ogni sinonimo conosciuto nel mio vocabolario lessicale per dirti quanto sei brava perciò, anche a costo di scadere nel banale, ti dico semplicemente il mio BRAVISSIMA! E in questo caso aggiungo: grazie per avermi regalato un sogno! ^_^
     
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    Cara Maggie, non ti avevo ancora ringraziata per aver ripescato questa vecchia OS, ai tempi in cui ero ancora novellina su questo forum. Che ricordi, sembra ieri, invece sono passati più di quattro anni! :rolleyes:

    Hai ragione, sceneggiatori e produttori ci hanno scippato tante cose, tra cui la possibilità di immaginare un evento come questo, dato come hanno lasciato in sospeso la fine di SC. :angry: Quindi questa OS è stata un risarcimento morale per noi 'fedeli nei secoli' :asd: e sono lieta che sia riuscita a farti sognare anche a distanza di anni, grazie a te e a tutte le persone che nel tempo l'hanno letta ed apprezzata. :wub:

    P.S. A quando una tua OS, Maggie? Meglio battere il ferro finchè è caldo... :lol:
     
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  9. Maggie_G
     
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    Sai che ultimamente ci sto facendo spesso un pensierino a scrivere una os?! Ho già qualcosa in mente ma per il momento voglio concentrarmi solo sulla storia in corso anche perchè ho ancora molte idee in testa e un finale (che mi sta dando qualche grana) da scrivere! Però chissà che in futuro, con qualche idea che non riuscirò ad inserire nella storia, non ne esca fuori qualcos'altro tipo appunto una os o una breve ff!? Mai dire mai! ;)
     
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    Ho una sola parola da dirti bella bella bella come tutte le vostre storie e sempre grazie per averle scritte e per farci sognare su questi due testoni 😘
     
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    CITAZIONE (Elisag91 @ 1/6/2017, 22:58) 
    Ho una sola parola da dirti bella bella bella come tutte le vostre storie e sempre grazie per averle scritte e per farci sognare su questi due testoni 😘

    Grazie mille Elisa!!! Qui ho esagerato forse un po' con il miele, ma ogni tanto qualcosa di dolce ci vuole... ;)
    A proposito, visto che proprio dopo il recupero di storie come questa Maggie si è lanciata a scrivere una OS, non è che anche tu ne tieni una nel cassetto? Noi siamo qui pronte a leggerla quando vuoi!
     
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    Bhe se volete un po di miele io ne ho in quantità hahaha lo vendo ihhiihih
    Comunque magari sapessi scrivere come voi mi piacerebbe tanto ma non so neanche da dove cominciare

    Magari intanto mi appunto le idee che mi vengono e poi si vedrà ma per ora non posso fare niente c'è ancora da svuotare la casa e portare via tutto e non si sa dove fare il fieno e poi come gia detto non saprei proprio da dove cominciare ...
     
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11 replies since 25/2/2012, 21:29   2289 views
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