Almeno tu nell'universo

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Membro Extra

    Group
    Member
    Posts
    3,095

    Status
    Anonymous
    CITAZIONE (sylvia70 @ 5/3/2016, 08:25) 
    Allora, per ringraziare dei commenti graditissimi :wub: (che bello rivederti a commentare, Manuela!) specifico che Giulia è un'amica e che ci sarà una chiacchierata molto divertente tra lei e Paola. E sì, ci sarà anche un confronto tra i due testoni, ma in due riprese e in due puntate diverse.

    Confermo che la prossima sarà lunedì mattina in preparazione della Festa della Donna, capirete il perché leggendola ;) e corro a postare dall'altra parte, grazie ragazze e buon fine settimana! ^_^

    Grazie Silvia, purtroppo non sempre posso passare dal forum per commentare e leggere tutte le storie ho pochissimo tempo a disposizione, ma le tue storie mi tirano sempre un po' su ! :D Riguardo questa 2° puntata :Leo e Luigi santi subito!!!!! ^_^ Finalmente si è dichiarato il mitico maresciallo dei Ros senza problemi... Sono proprio contenta . :wub:

    :angry: La Vitali come in tutte le storie scappa , i problemi si affrontano parlando no scappando . Scappando non si è mai risolto niente ! :)
    E poi...Il treno passa una sola volta nella vita o lo prendi Sto treno o non lo prendi Vitali!!

    Il siparietto delle 3 amiche molto carino...Gloria molto schietta...Giulia santa subito... :asd: Avevo intuito che era la sua amica ma sai com'è meglio non sbilanciarsi!!!!!

    Riguardo lo spoiler concordo con Sara Andrea è messo male molto male ihihihih a presto Silviuccia con la prossima!! ;) Auguri a tutte le donne del forum anche se la nostra festa è ogni giorno dell'anno!;)
     
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Membro Extra

    Group
    Administrator
    Posts
    7,708
    Location
    Amabili terre palladiane

    Status
    Offline
    Questa puntata è dedicata a Sara88, che ne apprezzerà i contenuti molto seri e compassati... :lol: E anche una certa sorpresina alla fine della puntata, era già prevista anche prima che tu ne parlassi, ma l'avevi già intuita eh? ;)

    Ringrazio tutte per i meravigliosi commenti :wub: e vi lascio alla lettura, stavolta vi faccio davvero iniziare bene la giornata! Non avrete bisogno di alzare il riscaldamento se siete in zone fredde... :asd:



    Terza puntata

    Tu, tu che sei diverso,
    almeno tu nell'universo
    un punto sei, che non ruota mai intorno a me
    un sole che splende per me soltanto
    come un diamante in mezzo al cuore, tu.

    16 Marzo 2003

    Paola sbadigliò e si stiracchiò nel letto, pensando che era la penultima notte che passava lì. Carezzò le lenzuola con un sospiro e si chiese che razza di stanza le avrebbero dato alla foresteria. Già, magari come quella che le avevano dato l'anno prima. Si sedette e strinse il guanciale al petto, ricordando il calore della telefonata che aveva ricevuto da Andrea quella prima mattina a Roma, quando si era alzata e si era guardata intorno spaesata. Era stato grazie a lui se era riuscita a tirarsi su e a presentarsi a quel colloquio che sapeva già inutile. Che fosse stata già quella la dimostrazione di quanto lui fosse diventato importante per lei? Possibile che fosse stata così stupida da non accorgersene?
    Corrugò la fronte, poi ritornò sotto le coperte e ripensò al weekend prima, quando era tornata da Roma e lo aveva trovato che la aspettava, camminando nervosamente nel cortile.

    "Andrea!"
    "Senti, Paola, io non resisto così, dimmelo subito e mi metto il cuore in pace".
    "Ma dirti cosa?"
    "Che hai deciso di mollarmi, di chiudere tutto".
    "Ma cosa stai dicendo? Tu sei matto?"
    "Ah, io sarei matto? Chi è che è scappata ieri davanti alla mia dichiarazione, eh? Sì, forse sono diventato matto, grazie a te, visto che la prima volta che dico ad una donna che la amo, quella se la fila!"
    Paola aveva sentito la rabbia e la delusione nella voce di Andrea e non aveva resistito, lo aveva portato verso la zona di scarico delle armi e gli aveva dato un bacio mozzafiato, dal quale lui era emerso ansimando: "Paola..."
    "E questo è solo per iniziare, capito? Io non posso stare senza di te, infatti ho deciso di dire di no a Capello!"
    Andrea l'aveva guardata con una bellissima faccia allochita: "Eh???"
    "Io ci ho pensato su tanto, in questi giorni, e più ci pensavo più mi rendevo conto che è un'occasione unica, ma... Ma non c'è solo l'occasione lavorativa che può essere unica" e gli aveva scoccato uno sguardo intenso.
    Lui si era schiarito la gola: "Stai dicendo sul serio?"
    "Mai stata più seria di così".
    Lui si era appoggiato all'albero dietro di sè e aveva respirato a fondo, le braccia incrociate, poi si era raddrizzato e aveva scosso la testa: "No, Paola, non è giusto".
    "Andrea!"
    "Aspetta, lasciami spiegare. Ho pensato tanto in questi giorni anch'io, credimi. Da una parte mi darei una botta in testa per non aver insistito di più lo scorso inverno a chiarire con te, ci saremmo risparmiati mesi di musi, incomprensioni e lontananza".
    Lei si era lasciata sfuggire un singhiozzo e lui le aveva preso il mento con una mano: "Ehi, cosa succede?"
    "Non sei l'unico a rimpiangere di non aver chiarito quando c'era tempo per farlo".
    Lui l'aveva presa tra le braccia, coccolandola e mormorandole: "Siamo stati tutti e due un po' scarsi di intuito e comprensione, ma adesso siamo insieme e questo è quello che conta".
    "Ma se vado al corso, come facciamo? Io non voglio perderti di nuovo, Andrea! Non potrei sopportarlo, adesso che so che mi ami e che..."
    Lui l'aveva guardata dal basso in alto in quella sua maniera particolare e lei si era sciolta e aveva ceduto, l'aveva detto tutto d'un fiato: "Anch'io ti amo, Andrea".
    Lui si era lasciato sfuggire un sospiro di sollievo: "Temevo che non l'avresti mai detto!"
    "Che scemo che sei, lo sapevi già che cosa provavo per te!"
    "I tuoi complimenti nei miei confronti potrebbero migliorare, sai? E no, avevi detto che forse eri innamorata di me, permetti ma questo mi sembra un po' diverso, no?"
    Lei lo aveva guardato e lui si era schiarito la voce: "Comunque, per tornare al discorso originario, possiamo farcela, Paola. Ci crediamo tutti e due in questa nostra storia e sappiamo che abbiamo sbagliato nei mesi passati, quindi staremo più attenti, cercheremo di chiarire subito, di parlarci invece di tenere tutto dentro".
    "Ma ci vedremo pochissimo! E con la fortuna che abbiamo, tutti i weekend tu sarai di turno sbagliato rispetto al mio!"
    "Noto che tu sei un'inguaribile ottimista, vedi subito il bicchiere mezzo pieno... Ti dimentichi che sono il vice di Capello e che posso cercare di gestire i turni in modo da non esser sempre incastrato ogni weekend. Sempre che non ci siano emergenze, lo sai".
    "Appunto, con la fortuna che abbiamo..."
    "Esatto, abbiamo avuto la fortuna incredibile di esserci trovati qui, di esserci innamorati, di esserci persi e poi ritrovati, dici niente?"
    Lei si era ammorbidita e lui ne aveva approfittato per darle un bacio tenero, che però era diventato ben presto qualcosa di più intenso, tanto che si era ritrovata lei addosso ad un albero, con la bocca di lui che la tormentava e le mani che si intrufolavano sotto la divisa di, alzandogli la camicia e cercando la pelle calda come lui stava facendo sotto il suo maglione, facendole venire brividi che non avevano nulla a che vedere con il freddo di quella sera.
    Si erano lasciati andare per un po' alla passione, poi un rumore li aveva fatti tornare al presente e si erano risistemati giusto in tempo per vedere Luigi che usciva camminando con la sua solita ampia falcata. L'amico aveva lanciato uno sguardo distratto alla sua sinistra, poi aveva rallentato e lanciato un secondo sguardo, per uscire poi con un sorrisetto soddisfatto dal cancello ancora aperto.
    Paola si era ripresa e aveva provato ad insistere: "Io non voglio perderti, Andrea, è troppo difficile così".
    "Io ti perderei se tu dicessi di no al corso, Paola".
    "Questa devi proprio spiegarmela, perché non ci arrivo".
    "Se tu rinunciassi all'opportunità più grande della tua vita per me, ci sarebbe un peso troppo grande sulla nostra storia, il peso del tuo sacrificio. Noi ci amiamo e questo è già un grandissimo punto di partenza, ma non sappiamo cosa ci porterà il futuro, non abbiamo ancora iniziato a fare progetti, Paola. Io mi sentirei sempre in debito con te e tu in credito con me e non credo sia una buona base su cui costruire qualcosa di solido."
    Paola l'aveva guardato con aria colpita: "Sai, questo non l'avevo considerato".
    "Io non voglio che tu possa rinfacciarmi che ti avevo chiesto di dire di no. Anche perchè io non ti sto chiedendo nulla, solo di dare alla nostra storia una possibilità. Non voglio esser quello che ti tarpa le ali, Paola. Non dopo che Ranieri ha detto chiaramente che questo potrebbe essere il tuo trampolino per una carriera luminosa".
    "Ma io..."
    "Aspetta, ancora una cosa. Questo è quello che sento, ma la scelta è tua perché anche se stiamo insieme è la tua carriera che ora è in gioco. Io posso solo dirti che ti appoggerò in qualunque decisione tu voglia prendere".
    Lei l'aveva abbracciato d'impulso: "Andrea... Allora dici che possiamo provare? Che posso provare a tenere sia il corso, sia te?"
    "Beh, cosa vorresti dire esattamente con 'tenere me', scusa? Non sono un cagnolino che stai tenendo al guinzaglio!"
    "Sicuro?" Lei gli aveva fatto una carezza sulla testa: "Vieni qui, Bobi... O preferisci Pallino?"
    "Questa te l'ho servita comoda comoda, lo ammetto" aveva ghignato lui, chiaramente sollevato, e lei aveva annuito con una risata.
    "Comunque, Paola, non voglio esser quello che ti impedisce di andare avanti, quindi prendi la tua decisione in libertà, io ci sarò".
    "Qualunque cosa succeda? Promesso?"
    "Guarda che certe cose non le dico per scherzo, sai?"
    "Beh, qualche volta si fa fatica a capire se stai dicendo sul serio".
    Lui le aveva tappato la bocca con un bacio dolce e prolungato, poi le aveva preso il viso tra le mani: "Dovrò mettere i sottotitoli a quello che dico, allora, almeno fino a quando avrai capito".
    Lei aveva sorriso e aveva ricominciato a baciarlo e poi la serata era continuata in una sede più privata di quel cortile...

    Paola tornò al presente con un sospiro, certi ricordi di come era andata a finire quella notte erano decisamente inappropriati per dare la carica ad uscire da quel letto. Quello dove loro due si erano amati a lungo, fregandosene di far rumore o di farsi beccare, per una volta si erano lasciati andare e avevano giocato e riso e dato piacere l'uno all'altra e viceversa per tutta la notte. Le occhiaie del giorno dopo erano state evidenti per entrambi, quel lunedì mattina, ma Carlo stranamente non aveva fatto commenti, a parte l'occhio un po' malizioso.
    Luigi e Leo li avevano guardati con sollievo e il resto della settimana era filato liscio come mai prima, neanche un imprevisto che impedisse loro di trovarsi ogni notte, niente emergenze o incidenti alle tre del mattino, sembrava che tutta Città della Pieve congiurasse a favore del loro amore. Si era anzi chiesta se quelle occhiate birichine che le lanciava ogni tanto Capello quando lei passava per il corridoio con Andrea fossero la dimostrazione che anche il loro comandante faceva parte di quel complotto. Non le importava, in fondo, quello che contava era che loro due potessero stare insieme e dare forza e solidità a ciò che sentivano il più possibile, prima dei mesi duri che li aspettavano. E della prospettiva futura di esser separati, anche se lei sperava solo per poco, vista l'idea che le era venuta in mente, ne avrebbe parlato ad Andrea quella sera. Intanto si sarebbe goduta quella giornata fino all'ultima briciola di tempo, cercando di trovare in ogni occasione un motivo per aver fiducia e vedere il bicchiere mezzo pieno, come la esortava Andrea.
    Si alzò con piglio deciso e aprì la finestra, richiudendola subito con un brivido, c'era un vento gelido e la giornata era tutta ingrugnata, ma il suo umore era ancora alto grazie ai ricordi e non si lasciò deprimere.

    Quella sera tutti le fecero trovare una torta beneaugurante e Capello la esortò: "Avanti, Paola, taglia questa torta, prima che Bordi ci si avventi sopra".
    "Sapessi che fatica, tenerlo lontano!" spiegò Carlo malizioso.
    "Parla per te, che sei sempre lì a toccare tutto in cucina!" lo rimbeccò Bordi.
    Romanò intanto zitto zitto si era preso la prima fetta di torta tagliata da Paola e se l'era già mezza messa in bocca, ma quasi si strozzò con il boccone.
    "Costante! Ti sembra questo il modo di mangiare? Neanche un bambino di tre anni si ingozza così!" disse Mura.
    Romanò cercò di rispondere, ma aveva ancora la bocca piena e le lacrime agli occhi, mentre gli altri al tavolo ridevano.
    "Bene, Paola, visto che domattina partirai presto, buon corso e ci vediamo venerdì" la salutò Capello, seguito da tutti gli altri, Andrea compreso. Che le fece l'occhiolino, avevano già il loro appuntamento segreto, quindi si limitò a farle gli auguri.

    Tempo mezz'ora e Paola era fuori, ben coperta con il suo giaccone pesante, perché la primavera non sembrava per nulla vicina. Una macchina si fermò accanto a lei e una voce allegra chiese: "Ha bisogno di un passaggio, signorina?"
    "Beh, dipende, solitamente non accetto passaggi da sconosciuti".
    "E fa bene a non fidarsi, ma mi guardi bene in faccia, si vede subito che sono un bravo ragazzo".
    "Davvero? E da dove si capirebbe? Sa, con questo buio..."
    "Temo che allora dovrà salire in macchina per verificare di persona".
    Paola salì ridendo: "Allora, come posso verificare che sei davvero un bravo ragazzo?"
    "Mah, vedi tu, ti lascio carta bianca" rispose Andrea con gli occhi che brillavano.
    "E se io fossi una cattiva ragazza?"
    "Scusa, come faccio a sapere che stai dicendo la verità?"
    "Mettimi alla prova... E poi non si dice che le cattive ragazze non vanno in paradiso?"
    "Questa è una bugia, ti posso dimostrare che al paradiso si può arrivare, basta avere la giusta guida".
    "Allora mi fiderò della guida, sempre che sia una valida".
    "Brava ragazza, anzi, brava cattiva ragazza" rise Andrea sporgendosi verso di lei per rubarle un bacio, che lei fece diventare ben presto qualcosa di più profondo e appassionato.
    "Sai, ho cambiato idea, forse potresti esser tu la mia guida" disse lui carezzandole il collo con tocchi leggeri, sentendo il battito veloce di lei sotto le dita.
    "Qualunque cosa, basta che ce ne andiamo di qui, siamo un po' troppo a rischio" mormorò lei perdendosi negli occhi di lui che brillavano nonostante il buio della sera.
    "Anche se secondo me lo sanno tutti... Hai visto come ci guardavano oggi? E stasera?"
    "Secondo me ti sbagli, c'è almeno uno che non lo sa, vediamo se sai chi..."
    "Vuoi farmi vincere facile? E' ovvio, Mura!" rise Andrea accendendo il motore. "Ah, tornando al discorso di prima... Cara cattiva ragazza, c'è qualche limite orario oppure possiamo tornare all'alba?"
    "Questa notte è per noi, quindi possiamo fare quello che vogliamo" rispose lei maliziosa.
    "Bene, allora prometto che ti farò tornare qualche ora prima, non voglio che tu guidi fino a Roma senza aver dormito".
    "Eccola, la dimostrazione".
    "Di che?"
    "Che sei un bravo ragazzo, no?" disse Paola mettendo una mano innocentemente sulla gamba di lui.
    "E quella mano che si muove sulla mia coscia è la dimostrazione che tu invece sei una cattiva ragazza, ma se continui a camminare verso l'alto potrei anche decidere di diventarlo pure io e infilarmi nel primo viottolo utile".
    "Allora che aspetti?" rise lei continuando quello che stava facendo e sentendolo trattenere il fiato.
    "Paola..."
    "Sì, Andrea? Vuoi dirmi qualcosa?"
    "No, niente". Ma le mani si strinsero sul volante con decisione e dopo poco avevano svoltato per un sentiero che si perdeva in mezzo ai boschi.
    Andrea spense il motore e si girò verso di lei: "Sai, avevo in mente tanti bei progetti per stasera, di portarti in un pub e poi a ballare... Ma quella manina che sconfinava mi ha fatto cambiare idea".
    "Beh, potremmo sempre farlo dopo, no?"
    "Dopo, eh? Dopo cosa, vediamo? O è meglio che non lo dica ad alta voce?"
    "Veramente sarebbe meglio che tu non parlassi, ma agissi" disse Paola attirandolo a sè per la giacca e lui rispose ridendo: "Comandi, maresciallo! Meglio che faccio già pratica, tanto lo so già che non farai nessuna fatica a superare il corso".

    Dopo un po' l'auto aveva i vetri appannati e qualcuno si asciugava il sudore dalla fronte.
    "Allora, la cattiva ragazza è soddisfatta della guida?"
    "Diciamo che come inizio può andare".
    "Come? Tu..." Andrea la fissò nella penombra dell'auto a malapena illuminata dalla luna e la vide sorridere. "Vuoi sempre avere l'ultima parola, eh? Ma stavolta non te la lascerò così facilmente, basta che tu lo dica e facciamo subito il bis".
    "Sì, ma stavolta andiamo dietro, quella leva del cambio sarebbe bello che si potesse smontare a comando".
    "Dovevo aspettarmelo, non contenta di comandare noi tutti, pure alla leva del cambio! Sei incredibile..."
    "Senti, incredibile, intanto io sono ancora qui che aspetto questo fantomatico bis".
    "Ai suoi comandi, miss" e Andrea scese dall'auto, nudo come mamma l'aveva fatto, e salì dietro di corsa, ridendo.
    "Andrea! Che sei matto?"
    "Allora, la cattiva ragazza non ha il fegato per farlo, eh? Bravo ragazzo uno, cattiva ragazza zero".
    "Te lo dò io, aggiorna il punteggio!" e Paola si fiondò fuori dalla portiera, spalancando poi quella posteriore e infilandosi dentro con brividi di freddo.
    "Va bene, siamo pari per adesso... Vieni qui, che adesso ci penso io a scaldarti" le disse Andrea.
    "Come, che sei un ghiacciolo anche tu?"
    "Che malfidente... Con questa coperta, magari?" e lui ne tirò fuori una da dietro la sua schiena.
    "E questa da dove salta fuori?"
    "L'ho messa in auto, così, se magari poteva servire..."
    "Che razza di... Non ci credo, avevi in mente già di finire qui! E tutta la commedia della cattiva ragazza, sono stata io che ti ho dato l'alibi... E smettila di ridertela così!"
    "Bravo ragazzo due, cattiva ragazza uno" ghignò lui, che però venne rovesciato sul sedile da lei, che gli salì sopra con decisione, strusciandosi contro di lui fino a farlo gemere sorpreso.
    "Ti avevo avvisato di tenere il punteggio aggiornato" disse lei, carezzandogli una parte fin troppo risvegliata del corpo.
    Lui trattenne il respiro e la sfidò: "Non vedo ancora motivo per aggiornarlo"
    Lei si alzò sopra di lui e lo accolse dentro di lei con un gesto rapido: "Dicevi?"
    Lui si lasciò sfuggire un lamento soddisfatto e mormorò: "Potrei anche aggiornarlo, se continui..."
    "Bastava dirlo" rise lei, iniziando una danza sempre più veloce mentre le mani di lui la sostenevano e la guidavano, tormentando la sua parte più sensibile fino a strapparle un gemito.
    Quando sentì arrivare il culmine, lui la attirò su di sè per un bacio appassionato, poi si lasciò andare gridando il nome di lei, che lo raggiunse sulla vetta e rimase per un attimo seduta, poi gli si accoccolò sul petto, carezzandogli la pelle umida e calda.
    "Promettimi che quando mi trasferiranno, chiederai anche tu di venire al Nord, il più vicino possibile" gli mormorò dandogli dei piccoli baci sul petto.
    "Prometto, Paola, anche se ti mandassero a Gorizia, cercherò di farmi mandare vicino e ci vedremo ogni volta che potremo, ok? Vinceremo noi contro le distanze" disse lui con voce tenera e decisa insieme, prima di prendere la coperta e metterla sopra di lei.
    "Adesso però è meglio che andiamo, comincia a fare davvero molto freddo" disse lei rabbrividendo.
    "E se evitassimo di andarcene in giro per locali e ci nascondessimo da me?" propose lui. "Così potrò darti il bacio del risveglio ed essere il primo e l'ultimo che saluterai prima di partire".
    "Va bene, va bene, stavolta hai davvero vinto tu" brontolò con voce fintamente corrucciata lei "la tua proposta è troppo allettante per resistere".
    "Sarò magnanimo e generoso e non ti farò notare il punteggio finale, allora" rise lui facendola tirare su e cercando i vestiti nei sedili davanti.
    Lei gli si appoggiò sulla spalla con la testa e mormorò: "Come è possibile che mi manchi già?"
    "Ehi, non puoi dire una cosa del genere ad un maschietto innamorato senza conseguenze!" la ammonì lui prima di darle un bacio e poi un altro e un altro ancora.
    "Andrea... Guarda che così facciamo notte nell'auto" lo fermò lei, anche se a malincuore.
    "Ecco la Paola carabiniere che riemerge. Agli ordini! Cerchiamo i vestiti e torniamo in caserma, ma mi raccomando, facciamo piano altrimenti la mia proposta così... allettante non riuscirà" rise lui dandole un bacio scherzoso sul naso.

    Mentre stavano scendendo dall'auto ridendo e prendendosi in giro, si accorsero di due figure che erano appena fuori dal cortile e che apparentemente stavano discutendo.
    "Meglio che aspettiamo ad entrare, non vogliamo farci sgamare proprio adesso" commentò Andrea "però nulla vieta che ne approfittiamo per riprendere quella discussione sulle mie capacità di resistenza".
    "Sai, non avevo ancora capito quanto ti si addice fare il galletto, anche se per finta".
    "Per finta cosa? Stai mettendo in dubbio che io..."
    "Shhh! Guarda!" Paola lo prese per un braccio e lo fece sporgere dalla sua parte. "E Luigi! E lei chi è?"
    "Scusa, ma come fai a sapere che sta discutendo con una lei? E poi è ancora in divisa, starà parlando con Prosperi o con Bordi"
    "E ce lo vedi a parlare così con Bordi? Ma dai! Piuttosto, non avevo idea che Luigi si vedesse con un'altra. Non si vede bene, è nascosta dall'angolo. Magari se ci avviciniamo un po'..."
    "Primo, non sono affari nostri e secondo, abbiamo cose migliori da fare che andare a vedere con chi Luigi sta discutendo. O ti importa ancora di lui in quel senso?"
    "Adesso non cominciare a fare il geloso, che non è proprio il caso".
    "Invece forse è proprio questo il caso! Scusa, perché ti interessa così tanto sapere con chi sta discutendo Luigi? E poi che te ne frega, scusa, mica si stanno baciando!"
    Andrea stava ancora parlando, quando venne bellamente smentito: "Però!"
    Ma la sua faccia divenne un poema quando capì chi era lei: "Alla faccia... Gli avevo detto sì di appianare le divergenze, ma non pensavo in questa maniera! E bravo Luigi..."
    "Ma che ti ghigni? E che discorsi fai?"
    "Non hai visto con chi sta 'discutendo'? E' Claudia!"
    "La Morresi??? E Luigi?"
    "Adesso si capisce perché quei due erano cane e gatto... C'era ben altro sotto che una semplice questione di lavoro! Eh, questa caserma è peggio di una discoteca, quanto a possibilità di incontri di un certo tipo!"
    "Senti, hai intenzione di star qui a guardarli oppure possiamo rientrare?"
    "Che hai? Ti dà fastidio che il tuo ex se la faccia con la magistrata?"
    "Casomai è la tua ex che se la fa con Luigi! E magari è per questo che vuoi restare qui, ti dà fastidio?"
    "Senti, ammetto che mi fa piacere che tu sia gelosa..." All'occhiata di Paola corresse il tiro: "Ehm, ammetto che anch'io ho lo stesso problema, forse".
    "Forse?" Paola lo guardò con aria ironica.
    "Però ripeto quello che dicevo prima... A noi che ce ne frega? Anzi, ringraziamoli che così si sono levati dalle scatole e noi potremo starcene tranquilli. Guarda, adesso Claudia se ne sta andando. E non mi sembra più così arrabbiata. Certo, se vuoi prendere ispirazione da loro per un'esibizione fuori programma nel cortile, adesso che è libero..."
    "Hai davvero tutto questo caldo, maresciallo? Ma non tremavi anche tu, prima, nella macchina?"
    "Non tremavo, erano gli effetti della passione!" rise lui cercando di avvicinarsi, ma lei era già scesa dall'auto e lo spronò: "Vai a parcheggiare, che c'è qualcuna invece che ha un gran freddo! Corro ad infilarmi sotto le coperte".
    Lui fece il muso: "Uffa, allora è così che finisce stasera?"
    "Che testone! Mica ho detto che volevo stare sotto le coperte da sola! Non si era detto che questa notte era per noi? Oppure il giretto in auto l'ha sfiancata, maresciallo?"
    "Tu aspettami sotto le coperte, che poi ci penso io a mostrarti quanto mi ha sfiancato" promise lui.
    Lei fece per chiudere la porta, poi la riaprì con negli occhi un'espressione che lui non capì: "Andrea..."
    "Che c'è?"
    "Ce la faremo, vero?"
    "Sì, Paola, ce la faremo. E passerò il resto della notte a dimostrartelo, ok? Nessuno potrà dividerci, non ci sono riusciti gli altri che si sono messi di mezzo e non ci riuscirà nemmeno il lavoro. Vedrai, andrà tutto bene".
    Lei annuì mordendosi le labbra e lui le sorrise: "Corri dentro, adesso, che non è il caso che ti prendi un raffreddore! Arrivo subito, ok?"
    "Ti aspetto" mormorò lei, lanciandogli uno sguardo del quale Andrea comprese il senso solo molto dopo, e sparì dentro il cortile.
     
    .
  3. Sara88
     
    .

    User deleted


    "Ti aspetto" mormorò lei, lanciandogli uno sguardo del quale Andrea comprese il senso solo molto dopo, e sparì dentro il cortile.
    Silvia, posso dire che con questa frase mi hai lasciata così :blink: ? Sì perché mi sono fatta un'idea su come potrebbe procedere la storia ma se ci prendo non voglio spoilerare, dopo che avevo azzeccato anche la "tensione" particolare tra Luigi e Claudiona :shifty: … A proposito, inizio proprio da quei due perché, come dice Andrea, sono contenta che almeno loro si sono tolti da mezzo come possibili intralci per la loro storia… Anche se, diciamocelo, una volta che va via Paola io come imprevisto vedevo e vedo più una "bionda" che la nostra "rossa" eh! Però devo ammettere anche che se da una parte ho indovinato questa liaison segreta, dall'altra mi hai spiazzata completamente sulle reazioni dei nostri una volta che Paola sarebbe tornata dal weekend romano! Eh sì, già dallo spoiler la vedevo dura, soprattutto per Andrea… Chi lo avrebbe detto, invece, che non solo si sarebbe mostrato così comprensivo nei confronti di Paola ma, inoltre, sarebbe stato lui quello più "forte" tra i due? Una Vitali così insicura non me l'aspettavo… ma ci sta! E un'altra cosa che non mi aspettavo era tutta sta settimana rovente che hanno avuto… hai capito? Pure disinibiti e senza limiti in caserma :asd: Per non parlare della scena in macchina! Silvia, Silvia, me l'hai fatta! Io già mi stavo preparando a musi e porte sbattute ma qui invece si è sbattuto altro (scusate la volgarità, non mi sono adeguata ai temi morigerati della puntata :asd: )
    Che accadrà alla prossima? Ci sarà già il salto temporale? Io un'idea me la sono fatta… vedremo se ci prenderò stavolta! Brava!
    Ah, quasi dimenticavo, grazie per la dedica, ovviamente!
     
    .
  4. Maggie_G
     
    .

    User deleted


    Sylvia che sbadata che sono!!! wallbash Ti rendi conto che mi sono accorta solo stamattina dello spoiler che avevi messo??? :(

    Spero di rifarmi ora anche perchè la puntata è ECCEZIONALE!!! :woot:
    Sono davvero stata tutto il tempo con gli occhi a cuoricino heart_eyes e non è mancata neanche la parte divertente come nella scena di Luigi che passa dal cortile e se ne esce col sorrisetto o quando i due sbirciano la scena del bacio tra Luigi e la Morresi.
    Quando ho letto "Andrea scese dall'auto, nudo come mamma l'aveva fatto, e salì dietro di corsa, ridendo.", perdonatemi, ma mi è venuta davvero un'ondata di calore! Quando si dice "trovarsi al posto giusto nel momento giusto"...mai una volta che mi capiti una fortuna del genere! Non che di solito sbavo dietro ad ogni bel ragazzo ma con Andrea/Ettore...capite che è tutt'altro pianeta! ;)
    Mi piace anche l'idea che tutta la caserma ora sia al corrente della storia, compreso Capello, e che approvi. Finalmente una gioia cara Sylvia!
    Ci voleva!!! woot_jump

    Se non sbaglio all'inizio hai scritto che si tratterà di sei puntate perciò penso che siamo giunti a metà della storia e quindi già dalla prossima inizierà il salto temporale fino ai nostri giorni. Che dirti...non vedo l'ora di leggere già la prossima!!!
    E' troppo bella!!! ^_^

    Ti aspettiamo presto!!!
     
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Membro Extra

    Group
    Member
    Posts
    2,114
    Location
    catania

    Status
    Offline
    Sylvia perdonami se commento in ritardo ma sono riprese le lezione ed é stata una settimana di fuoco ma adesso rimedio subito e mi rimetto in pari. Prima di tutto grazie per avermi dedicato la puntata scorsa e devo dire che la mia omonima mi piace un sacco, pensa che abbiamo anche molte cose in comune anche io da piccola guardavo sempre Georgi e adoravo Beckham e odiavo Victoria nelle space girl, parentesi a parte questa storia continua ad essere una meraviglia io l'ho sempre pensato che a Luigi e Leo dovessero fargli delle statue visto che sono stati loro a dare l'incipt del chiarimento. E finalmente i testoni si sono riappacificati,dichiarati e possono stare insieme. Sono dolci scherzosi e passionali come piacciono a noi.

    Grazie Sylvia le tue storie non deludono mai ed io non vedo l'ora di leggere il continuo =D
     
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Membro Extra

    Group
    Administrator
    Posts
    7,708
    Location
    Amabili terre palladiane

    Status
    Offline
    Ringrazio tantissimo Sara, Maggie e Giulia per i commenti, che in parte mi stanno ancora facendo sganasciare. :lol: :lol: :lol: Eh sì, te l'ho fatta, Sara, pensavi che sarebbe stata ardua per Andrea, invece ho deciso di far sì che le cose andassero fin troppo bene per i nostri testoni. Ma questo aveva il suo perché e lo capirete leggendo la puntata di oggi.
    Giuro che non sapevo nulla delle preferenze di Giulia, sarà stata una questione di telepatia forumiana e per quanto riguarda Maggie, sono d'accordo sulla faccenda dello sbavare e dei pianeti... :asd: :asd: :asd:

    La giornata è grigia qui, perciò la puntata è in tema. ;)
    E non la dedico a nessuno, vi dico solo di preparare fazzoletti e antiacido, ok? :(

    Quarta puntata


    Sai, la gente è sola
    e come può lei si consola
    non far sì che la mia mente
    si perda in congetture, in paure
    inutilmente e poi per niente.

    20 Marzo 2004

    Paola guardò fuori dalla finestra, senza in realtà vedere le luci della città in lontananza che si riflettevano nel lago. Inclinò appena il bicchiere e bevve un sorso, il vino ghiacciato le scese nella gola, scatenando brividi e un senso di tristezza e rimpianto. Tutto era andato al contrario di quello che aveva sperato, in quell'anno. Non il corso, certo, quello anzi era andato benissimo, si era classificata tra i primi cinque e aveva ricevuto i complimenti di molti colleghi. Suo padre aveva dovuto mandar giù quel boccone amaro, ma aveva presenziato quando avevano fatto la cerimonia di chiusura e lei si era scoperta sorpresa nel notare il suo sguardo orgoglioso, anche se solo per un attimo, poi era tornato il solito burbero di sempre.
    Anche l'assegnazione era stata all'altezza, pur se molto più lontana di quello che aveva sperato. Como era tanto, troppo distante da Città della Pieve, aveva pensato all'epoca, alla fine del corso. Erano comunque riusciti a vedersi una volta, quando Andrea si era preso due giorni ed era corso in auto fin da lei viaggiando di notte sia all'andata che al ritorno pur di stare insieme. La mano le andò alla gola e trattenne il fiato al ricordo di quella gita sul lago spazzato dal vento e di quella pazzia che avevano fatto nella sua auto. Già, ma tutto questo era prima che scoppiasse la seconda bomba, quella che aveva cambiato tutto.
    Bevve un altro sorso per evitare di cedere alla tentazione di strofinarsi gli occhi, sentiva lacrime pruderle agli angoli e non poteva permetterselo, non quella sera che era presente in veste ufficiale per la prima volta, sostituendo il suo comandante di stazione in un evento pubblico. Anche se si stava annoiando tremendamente e quasi rimpiangeva di essersi offerta quando il comandante aveva annunciato che era emerso un impegno familiare urgente. Si girò di lato e colse nuovamente quello sguardo. Non mollava proprio, quel ragazzo, nonostante lei gli avesse fatto capire che non era interessata. Trasudava soldi da tutti i pori e si vedeva che era uno abituato a vincere, ma era stato l'unico a notarla e a ricoprirla di complimenti e lei non aveva potuto fare a meno di cedere per un attimo al piacere di ascoltarlo, se non altro per combattere la solitudine e il senso di vuoto che l'attanagliava.
    Il suo pensiero tornò ai soliti tormenti, non poteva farne a meno, e prese il cellulare con l'assurda speranza che lui la chiamasse, che si facesse vivo dopo tre mesi di silenzio, tre mesi in cui lei gli aveva mandato mille messaggi e l'aveva cercato a tutte le ore, senza avere successo. L'ultima volta che si erano sentiti era stato a Natale e da allora niente. Tutta colpa di quel suo superiore, quel colonnello del quale cominciava ad odiare anche solo il nome. Di Chiara! Già, Di Chiara e la sua proposta di tornare nei ROS. Aveva sentito Andrea per la prima volta entusiasta, tanto più che Capello stava per andare in pensione e lui non se la sentiva di prendersi il carico di gestire la caserma al suo posto. Aveva anche saputo che era arrivata un'altra donna a sostituirla, ma Andrea era sempre rimasto sul vago, dicendo solo che era un maresciallo, che era brava ma che non era lei. Poi c'era stato quel caso, nel quale Andrea aveva anche rischiato la vita. Se non fosse stato per Leo che l'aveva avvisata, lei non l'avrebbe nemmeno saputo, Andrea era rimasto zitto al riguardo, forse per non farla preoccupare.
    Peccato che si fosse preoccupata molto di più dopo, quando aveva saputo che il colonnello gli aveva offerto il comando di un nucleo investigativo tutto suo. A Roma, però, non a Milano come lei aveva sperato in un primo tempo. Si era sentita morire quando aveva capito quanto Andrea fosse elettrizzato da quell'eventualità, ma non poteva dire niente, perché era esattamente la situazione speculare a quella che aveva vissuto lei sei mesi prima. E lei non poteva dimostrarsi meno generosa di lui, non poteva fargli mancare il suo supporto e non dirgli quanto era contenta per lui, per un'offerta così importante e prestigiosa. Tanto più che il colonnello gli aveva promesso di dargli la possibilità di frequentare il corso ufficiali e di diventare tenente.
    Si morse un labbro e si strofinò con la mano libera il braccio opposto, la stanza era riscaldata e lei aveva un vestito con le maniche lunghe, ma sentiva freddo dappertutto. Ripensò a quando si erano rivisti l'ultima volta, poco prima di Natale. Lei aveva trovato un Andrea diverso, più serio e determinato, concentrato sull'opportunità di carriera che gli avevano offerto. E l'aveva sentito distante, più di quanto lo fossero i chilometri che li separavano. Certo, si erano parlati e avevano fatto l'amore come se non fosse cambiato nulla, ma lei si era accorta che invece qualcosa era cambiato. Lui le aveva accennato che avrebbe cominciato con missioni che l'avrebbero potuto tenere occupato anche per mesi e che non si sarebbe dovuta preoccupare se non si fossero sentiti per un po', ma che lui avrebbe cercato di chiamarla ogni volta che fosse stato possibile senza far saltare la copertura. Lei aveva annuito senza parlare e l'aveva salutato, prima di ripartire con il treno che la riportava a Como. E aveva pianto per tutto il viaggio di ritorno, in silenzio, dietro gli occhiali da sole che la nascondevano alla pietà degli altri, sapendo che quello era l'inizio della fine.
    Sospirò e bevve ancora, cercando di farsi passare quella malinconia e quella tristezza che sentiva dentro. Andrea le mancava così tanto... Le mancavano le sue risate, la sua tenerezza, quegli occhi che la accarezzavano e la facevano sentire speciale, il condividere il primo caffè della mattina, le notti passate a fare l'amore e scherzare senza pensare al domani... E le mancava l'onestà di lui, la sua determinazione, la sua solidità, il suo rispetto per quello che lei era e per le sue qualità. Lì aveva trovato solo tanti ragazzi immaturi e uomini tronfi e vanagloriosi, convinti che solo perché era una bella donna era automaticamente senza cervello.
    "Andrea, dove sei?" mormorò al vetro, che si appannò sotto l'alito delle sue parole.

    Andrea si passò una mano tra i capelli, dimenticandosi che li portava corti per copertura. Alla faccia che quella missione doveva esser una cosa semplice... Una volta finito tutto, avrebbe detto due paroline a Fabio sulle cosiddette missioni facili. Ancora mezz'ora e finalmente avrebbero preso il boss, era riuscito a incastrare le cose in maniera tale da salvare il collega che era stato bruciato, facendo credere di averlo eliminato lui per fedeltà e senso dell'onore. Così era stato ricompensato con incarichi di fiducia e anche con la fregatura di dover tener d'occhio le due figlie del boss, una delle quali si era presa una cotta spaventosa per lui e gli stava addosso come una femmina assatanata. Per fortuna sarebbe finito tutto a breve e lui avrebbe potuto finalmente tornare a Roma, dire a Fabio che si prendeva una settimana di ferie e correre a Como da Paola.
    Si chiese se lei l'avesse cercato, in quei mesi. Non aveva mai potuto stare tranquillo, da quando proprio tre settimane dopo il suo arrivo aveva scoperto che il suo collega infiltrato da ormai sei mesi era stato preso di mira. Sperava che lei fosse fedele a quello che si erano promessi prima di Natale, anche se l'aveva vista diversa, strana, come ci fosse stato qualcosa tra di loro di inespresso. Aveva anche cercato di parlarle, di farla spiegare, ma non ne era venuto a capo e così si era messo il cuore in pace, dicendosi che la lontananza e la difficoltà a vedersi creavano necessariamente dei problemi, ma loro si amavano e avrebbero saputo resistere.
    Certo, erano cambiati i piani, rispetto a mesi prima. D'altro canto, lui non aveva di certo immaginato che Fabio, una volta salvato dalla situazione assurda nella quale si era infilato come Angelo Rossi, gli avrebbe addirittura offerto il comando di un nucleo tutto suo! Si ricordava ancora l'esaltazione quando aveva sentito quelle parole nell'ufficio di Capello. Il suo ex maresciallo gli aveva fatto i complimenti e aveva detto al colonnello che gli dispiaceva perdere un così valido elemento, ma che l'Arma aveva fatto bene a cambiare idea su di lui e dargli quella opportunità per dimostrare le sue qualità. Lui era uscito camminando una spanna sopra il pavimento e non aveva visto l'ora di chiamare Paola quella sera, per raccontarle tutto, l'entusiasmo e la voglia di rivincita che erano rinati dentro di lui, insieme ad una consapevolezza nuova, che questa occasione se l'era guadagnata con le sue sole forze, senza chiedere favori a nessuno.
    Ora che ci pensava, Paola gli aveva fatto i complimenti e l'aveva esortato a rispondere subito di sì, ma non gli aveva fatto molte domande e dopo poco aveva messo giù dicendo che doveva tornare al lavoro. Che se la fosse presa? Certo, quello voleva dire che sarebbe stato più complicato vedersi, ma pensava che lei sarebbe stata felice che anche a lui fosse stata offerta la stessa possibilità di crescere nell'Arma che era stata offerta a lei. E se fosse stato per quella cosa che lei aveva da dirgli e invece non gli aveva più detto? Aveva parlato di una novità importante, solo la settimana prima, ma aveva detto che non voleva guastargli la sorpresa. Poi lui si era concentrato sull'offerta di Fabio e non ne avevano più parlato fino a dicembre, quando si erano visti. Le aveva chiesto della sorpresa e lei gli aveva detto che non importava più, che era già passato il momento e lui non aveva insistito. Gli veniva da chiedersi ora se avesse liquidato troppo facilmente quella cosa, se magari era una cosa importante per Paola e il fatto che lui non si fosse interessato di più l'avesse irritata. Magari era per quello che gli era sembrata più distante del previsto. Ma avrebbe rimediato, aveva già pensato a tutto, a quello che avrebbero fatto insieme, a costo di fare una scenata a Fabio e di farle inventare una balla familiare per avere la licenza in quattro e quattr'otto. Non poteva più aspettare e immaginava fosse lo stesso per lei.
    Tante volte gli era venuta una voglia pazzesca di prendere il telefonino, cambiare la scheda e chiamarla, anche solo per sentire la sua voce nella segreteria telefonica. Lei gli mancava in tutti i sensi possibili, certe sere sentiva quasi un dolore fisico nell'infilarsi nel letto sapendo che lei non lo avrebbe raggiunto, che non ci sarebbero state le solite schermaglie e battute prima di fare l'amore. Anche il tornare in missione aveva avuto un gusto diverso; certo, gli piaceva ora come allora, però avvertiva una pesantezza insolita e un'impazienza che non pensava fosse possibile per uno come lui. "Paola, dove sei? Mi stai pensando?" disse alle stelle che brillavano nel cielo, prima di tornare presente a se stesso e lucido come richiedeva quell'ultimo, fondamentale momento.

    Paola uscì fuori sul balcone, ma faceva freddo e tornò dentro con un brivido. Si stava annoiando terribilmente e quel ragazzo era diventato insistente, pensò di filarsela, tanto ormai aveva fatto la sua figura come rappresentante, no? Dopo tre ore di pizza, non vedeva l'ora di tornarsene in caserma e riposare un po'.
    Andò al guardaroba e chiese il giaccone con il quale era arrivata, ma la guardarobiera non riusciva a trovarlo e lei disse che sarebbe tornata dopo cinque minuti. Intanto si ritrovò a camminare lungo un corridoio di quel palazzo enorme, un corridoio che in quel momento era deserto. La mano andò senza pensare al telefonino e fece nuovamente il numero di Andrea, pronta mentalmente a sentire il solito messaggio di 'spento o non raggiungibile'. Invece...
    "Pronto?"
    "Andrea!"
    "Paola? Ma come hai fatto a sapere che... No, non è possibile! Come stai?"
    "Mi manchi, Andrea, mi manchi da morire..."
    "Anche tu, piccola, anche tu".
    "Ma perché non rispondevi mai? Ti ho mandato mille messaggi e chiamato anche di più!"
    "Lo sai che quando si è in missione è difficile, te l'avevo detto... Però adesso questa è finita, stasera abbiamo fermato una persona pericolosa e tutto è andato per il meglio".
    "Non sei ferito, vero? Stai bene?"
    "No, tranquilla, sto bene, è un altro collega che se l'è vista brutta, ma per fortuna è in salvo".
    "Non hai idea di quanto sia stata preoccupata per te... E nessuna notizia da dopo Natale..."
    "Adesso ci sono, però. Anzi, ne approfitto per dirtelo già, così ti organizzi".
    "Cosa?"
    "Ho intenzione di piantare i piedi con Fabio, lui vuole mandarmi in missione già la settimana prossima, perché sono bravo a sistemare i suoi casini, ma io non ci sto, voglio qualche giorno di licenza per stare con te".
    "Andrea... Un'altra missione subito, così? E starai via tanto come questa?"
    "Non lo so, Paola, anche questa doveva esser una cosa semplice, invece il mio collega è stato scoperto e tutto è diventato difficile".
    Paola rimase in silenzio, tanto che Andrea pensò che fosse cascata la linea: "Pronto? Ci sei ancora?"
    "Andrea, ma che vita stiamo facendo? Tu che sei in missione e rischi la vita ogni giorno, io che sono a settecento chilometri di distanza e con compiti sempre più di responsabilità... Credi che sia semplice riuscire a liberarsi così, in quattro e quattr'otto?"
    "Vuoi dire che non ce la faresti, se io riuscissi ad ottenere la licenza per domani?"
    "Ma sei matto? Io qui sono la vice del comandante e per giunta lui adesso ha problemi di famiglia, quindi devo esserci, per forza!"
    "Neanche un giorno o due? Possibile che non possano fare a meno di te?"
    "Non capisci".
    "No, non capisco, Paola. Tu mi manchi da morire e io sto mettendo a rischio anche la mia posizione nel nucleo per te, per poterti vedere. Ma forse io non ti manco come pensavo".
    "Come puoi dire questo, Andrea? Sei tu che sei irragionevole!"
    "Ah, io irragionevole? Ho solo pensato che tu potessi fare un sacrificio per me, così come io lo faccio per te, per vederci, per stare insieme!"
    "Se tu davvero ci tenessi a noi, non faresti discorsi del genere! Andrea, non ti riconosco più!"
    "Beh, allora siamo in due... E cos'è quella freddezza che hai adesso, eh? Come quando ci siamo trovati prima di Natale! Anche allora avevi qualcosa che non andava e non hai mai voluto dirmelo".
    "Io fredda? Eri tu che eri distante e freddo come il Polo Nord!"
    "Proprio per niente, ma se vuoi pensarla così, padronissima di farlo. A questo punto, tanto vale che parta subito per la prossima missione, così chissà che tu riesca a calmarti e magari a sentire davvero la mia mancanza!"
    "Parti pure per la tua missione, tanto non la sentirò per niente, ho già qualcuno con cui sostituirti se non tornassi!"
    "Ah, allora finalmente si è capito da dove veniva quella distanza e quella freddezza... Avevi già trovato un rimpiazzo, ma non avevi il coraggio di dirmelo!"
    "Tu... Brutto deficiente! Non ero fredda per niente, ero delusa! Delusa perché tu non pensavi altro che alle tue missioni e ti eri dimenticato della promessa che ci eravamo fatti mesi prima!"
    "Quale promessa?"
    "Ecco, questa è la dimostrazione di quanto contava per te! Ma non preoccuparti, tanto è andato tutto a monte mesi fa, quindi non c'è bisogno neanche che te la ricordi!"
    "Ma cosa? Che ca...o stai dicendo, Paola? Porca p..ana, spiegati! O vuoi che ricominciamo con i litigi e le incomprensioni? Lo sapevi già prima, che sarebbe stato difficile!"
    "Non che non lo sapevo! E' diventato tutto difficile da ottobre, prima non lo era!"
    "Ah, prima non lo era? E vederti solo un weekend ogni tre, visto che non tornavi tutte le volte per poter restare a studiare con le colleghe, vogliamo parlarne?"
    "Mi stai davvero rinfacciando che stavo a studiare? Vogliamo parlare del fatto che tu sei rientrato nei ROS e che sei irrintracciabile?"
    "Porca miseria, è il mio lavoro!"
    "Ma non era così quando io ho scelto di andare al corso!"
    "Cosa vorresti dire? Che è colpa mia se non riusciamo più a vederci e sentirci? Vuoi fare tu quella che rinfaccia, quando non l'ho fatto io? Per... Mi fai venire voglia di... Oppure è questo che ti è restato nel gozzo, eh? Che io abbia fatto il generoso con te?"
    "Beh, tanto siamo pari su quello, anch'io ho fatto la generosa con te e ti ho lasciato andare a giocare a fare la spia che sparisce e torna quando gli pare!"
    "Giocare? Tu mi hai lasciato giocare? Era una mia decisione e tu mi avevi detto che facevo bene, che mi meritavo di avere un nucleo tutto mio! Allora non era vero niente..."
    "Era vero, invece, ma solo perché volevo che tu fossi felice, che tu non mi dicessi che io avevo potuto farmi la mia strada e tu no! E non me lo avresti mai perdonato!"
    "Questo è quello che abbiamo costruito, Paola? Solo un castello di parole finte, di cose non dette, di 'ti dico di sì solo perchè devo'?"
    "Se a te fosse importato davvero di noi due, mi avresti chiesto cosa avevo da dirti di così importante, proprio quella settimana!"
    "Porca miseria, avevo qualcosa di importante anch'io da dirti! E tu non ne hai più parlato, neanche quando te l'ho chiesto!"
    "Era troppo tardi, ormai!"
    "Cosa era troppo tardi? Paola! Smettila di non dire le cose, per..."
    "Ti avevo trovato un posto a Milano!" urlò lei tra i singhiozzi.
    "Cosa?"
    "Ma non aveva più senso parlarne, non dopo quello che ti aveva detto il tuo amato Di Chiara!"
    "Perché non me l'hai detto, Paola? Perché sei stata zitta?"
    "Perché ti avevo fatto capire che c'era qualcosa in ballo per noi due e speravo che tu te ne saresti ricordato, che avresti capito che stavo facendo qualcosa per mantenere la nostra promessa! Quella che tu hai dimenticato completamente..."
    Andrea scosse la testa, un improvviso vento gelido gli stava entrando nelle ossa, ma non veniva da fuori. La promessa. Quella che lui avrebbe chiesto di spostarsi più vicino a lei, quando lei avesse avuto l'assegnazione nuova dopo il corso.
    "Tanto adesso è troppo tardi, Andrea, vai pure avanti, fai la tua strada, te la sei guadagnata".
    "Che discorsi sono, Paola? Che cosa vuoi? Dimmelo, maledizione!"
    "Non voglio nulla, solo finirla qui".
    "Vuoi dire che..."
    "Questo rapporto non può funzionare e adesso l'abbiamo capito, meglio un taglio netto, prima di continuare a farci del male inutilmente. Tanto so già che non farai fatica a consolarti".
    "Io? Vogliamo parlare di te? Certo che vuoi rompere, così puoi gettarti subito tra le braccia di quell'altro! Brava, Paola, complimenti, la fedeltà è un valore superato per te, eh? Scemo io a non essermi fatto la figlia del boss, già che c'ero, allora..."
    "Puoi sempre fartela adesso, tanto da stasera sei un uomo libero!"
    "Paola, vuoi davvero finirla così? Al telefono? Senza nemmeno rivederci, cercare di spiegarci?"
    "Non c'è niente da spiegare, sapevamo che poteva andare così e abbiamo accettato il rischio, poi le cose sono cambiate e adesso dobbiamo accettare che è finito tutto. Punto e basta. Ti auguro buona fortuna con la tua carriera, ma non cercarmi più. Addio, Andrea".
    Paola mise giù e spense il telefonino, lacrime di rabbia e dolore che le rigavano il volto, ma era decisa a non dargli nemmeno quella soddisfazione, quindi andò in bagno e si passò il viso con l'acqua fredda, poi si ritruccò con quello che aveva portato con sè e tornò in sala, cercando con gli occhi quel ragazzo. Gliel'avrebbe fatta vedere, ad Andrea! Non sarebbe più rimasta ad aspettare, a fare la calza, per uno che la trattava in quella maniera.
    Sorrise al ragazzo che le si avvicinò con fare sorpreso e ringalluzzito: "Ho cambiato idea, balliamo?"

    Andrea guardò il telefonino con aria incredula, poi lo gettò a terra e imprecò a voce alta, fregandosene se qualcuno lo sentiva, compreso il buon Dio. Non era possibile! Lei l'aveva mollato, al telefono, per cosa? Perché lui aveva detto di sì all'occasione di una vita? Quella stessa che lei aveva avuto sei mesi prima e lui da vero pollo aveva lasciato che lei accettasse senza dirle neanche una volta quanto era preoccupato! Quando le aveva detto che l'amava, sapeva anche che per la prima volta rischiava tutto, che le altre volte non si era impegnato fino in fondo nei rapporti, che se anche andava male con una ragazza, poco importava, ce n'era sempre un'altra disponibile e magari pure più carina e simpatica. Solo con Paola aveva messo a nudo la sua anima, aveva parlato di sogni e di speranze e di progetti per il futuro. Non aveva avuto il coraggio di dirle che anche lui era terrorizzato da un rapporto a distanza, no, certo che no! Bastava già lei a farsi mille pare e a vedere tutto nero, lui doveva essere quello positivo, quello che avrebbe sempre visto una luce in fondo al tunnel, che li avrebbe tirati fuori dalla melma. E così lui si era dimostrato forte e generoso e l'aveva obbligata a dimostrarsi uguale, quando lui aveva avuto l'offerta del nucleo. Da cretino qual era, non aveva pensato che lei si tenesse tutto dentro, anzi aveva tirato un sospiro di sollievo e ringraziato il cielo di avere una compagna che facesse il suo stesso lavoro, perché lei capiva, un'altra no. Invece era lui che non aveva capito niente e ora si ritrovava con in mano le ceneri del loro rapporto. Possibile che fosse davvero tutto finito? Sì, era così e doveva farsene una ragione, la Paola che lui aveva amato e amava ancora non c'era più. Scosse la testa e raccolse l'incolpevole telefonino con un sorriso amaro, camminando poi con aria stanca verso l'auto.
     
    .
  7. Sara88
     
    .

    User deleted


    Silvia… che pezza!Allora, posso dirlo, in parte ci avevo preso… Immaginavo che Andrea non l'avrebbe raggiunta o fatto qualcosa per avvicinarsi…e di questo, come Paola, ne faccio una colpa anche io a Ferri… però (eh sì, c'è un però) c'è anche da dire che lei stessa poteva dirgli chiaramente quella cosa di Milano invece di giocare all'asilo Mariuccia e aspettare che glielo chiedesse lui… cioè, stiamo alle solite qui! -_- Che poi, quando a inizio puntata si accennava a questa cosa importante di cui doveva parlargli, io per un attimo ho pensato ad una gravidanza (finita male prima ancora che magari lui ne fosse al corrente) ma almeno su questo sono stata smentita! Resta il fatto, comunque, che lei è stata pessima! Pessima a non dirgli niente dell'occasione che gli aveva trovato (poi se lui non accettava erano "un altro paio di maniche"), pessima a rinfacciargli di aver scelto la carriera quando lei ha fatto lo stesso e inoltre si è venuto a sapere che neanche risaliva tutti i weekend a Città della Pieve (senza che lui le dicesse nulla o si lamentasse), pessima con quest'uscita "Parti pure per la tua missione, tanto non la sentirò per niente, ho già qualcuno con cui sostituirti se non tornassi!" (cioè, capisco la rabbia del momento, capisco la delusione di lei, ma io qui so rimasta così :blink: ), pessima a chiudere tutto per telefono, senza accettare la proposta di lui di vedersi e, infine, pessima nel finale… la donna tanto distrutta, che nasconde le lacrime dietro gli occhiali da sole o in bagno, eccola là pronta a darsi allo spasimante insistente… Notare la differenza al termine della telefonata: chi butta i telefoni per terra e chi, invece, si butta sulla pista da ballo… sine verbis!
    Con questo non voglio dire che lui sia esente da colpe, perché sono d'accordo col fatto che avrebbe potuto vagliare altre opportunità prima di accettare la proposta di Fabio, soprattutto dopo aver promesso certe cose… E più che proporre una licenza avrebbe dovuto pensare a come impostare la loro vita, perché su un punto la Vitali aveva ragione: "Andrea, ma che vita stiamo facendo? Tu che sei in missione e rischi la vita ogni giorno, io che sono a settecento chilometri di distanza e con compiti sempre più di responsabilità... Credi che sia semplice riuscire a liberarsi così, in quattro e quattr'otto?"
    Peccato, però, che con una cosa giusta che afferma poi ne dice (e sta per fare) altre mille sbagliate <_< :asd:
    Silvia, nonostante i toni e i dialoghi "urtanti", questa puntata mi è piaciuta molto! Spero posterai presto il continuo!!
     
    .
  8. Maggie_G
     
    .

    User deleted


    Mmmh che puntatina...Sylvia!!!

    Già perchè sono partita dall'essere irritata per il comportamento di quel giovanotto che "trasudava soldi da tutti i pori", all'essere felicissima quando Andrea gli ha risposto alla telefonata e alla sua proposta di raggiungerla a Como...all'essere, infine, nuovamente irritata e stavolta anche infuriata per la solita testardaggine e per il solito orgoglio di Paola! Non solo non l'ha fatto, per l'ennesima volta, parlare come si deve...ma gli ha pure mentito e lasciato! shakehead
    Paola, Paola...io ti adoro e ti comprendo perfettamente quando hai da dire su certi comportamenti alquanto discutibili di certi maschietti...ma ora però non esagerare!!! jumpon
    Questa puntata per me è stata una giostra: le montagne russe hypo...con tanto di scontro finale contro qualcosa quando lei è tornata indietro per dare retta a quel...quell...come lo devo definire??? No, mi spiace, sono troppo inc****ta con lei anche per trovare un nome a quel...coso lì!

    Vabbè. Ora che mi sono sfogata posso dirti che sto già meglio. Bravissima come sempre Sylvia!!! E spero tanto che questo ragazzo quì diventi solo una comparsa nella tua storia...se non altro la mia salute ti ringrazierebbe! :rolleyes:

    Ti aspetto presto!!!
     
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Membro Extra

    Group
    Member
    Posts
    2,114
    Location
    catania

    Status
    Offline
    Sylvia leggendo la puntata ho avuto molti sbalzi d'umore, la tristezza iniziale per il fatto che non si sentissero, la felicitá nella loro telepatia e nel vedere Andrea finire tutto in fretta ed essere pronto a guidare di notte pur di vederla, la rabbia per il verso che a preso la telefonata ed in fine la delusione per la rottura.

    Ora mi é venuta ancora di piú la voglia di leggere il continuo, a quando la prossima?
     
    .
  10.  
    .
    Avatar

    Membro Extra

    Group
    Administrator
    Posts
    7,708
    Location
    Amabili terre palladiane

    Status
    Offline
    La puntata arriverà domani, grazie per i commenti, vedo che è piaciuta molto la ragionevolezza di Paola <_< e l'intuito di Andrea ;), intanto vi metto questi spoiler così vi fate un'idea...


    "Paola? Che cosa succede?"
    "Ah, niente, ogni tanto mi viene da chiedermi se troverò mai quello giusto".
    Giulia si fermò e la guardò: "Senti, posso esser sincera?"
    "Vai pure".
    "Tu quello giusto l'avevi trovato, più di dieci anni fa, ma non ho mai capito perché vi siete lasciati".
    Paola guardò dall'altra parte, ma Giulia non mollò: "Paola! Vuoi continuare a raccontartela ancora per molto? Tutti noi lo sappiamo che Andrea è l'unico che tu abbia amato sul serio! Guarda, dopo undici anni sobbalzi ancora sentendo il suo nome!"


    Paola si sentì morire, Giulia la stava chiamando: "Paola! Ma dove vai? Aspetta! Guarda, ci sta lasciando il posto! A proposito, complimenti, ha proprio tre belle bambine..."
    Lei si fermò e cercò di parlare, ma lui fu più rapido, si avvicinò a grandi falcate, le girò intorno e la fissò: "Allora non era solo un'impressione. Quei capelli e quel nome..."
    Lei si fece forza: "Ciao, Andrea".
    "Ciao, Paola" sorrise lui mentre Giulia li guardava con aria sbalordita.

    Contente? Buona domenica pomeriggio, vado a postare di là come promesso. :P
     
    .
  11. Sara88
     
    .

    User deleted


    Se col primo spoiler avevo tirato un sospiro di sollievo nel constatare che almeno la ballerina non sembra aver messo l'abito bianco… col secondo hai lasciato anche me sbalordita, non solo Giulia! Dimmi che sono le nipoti, Silvia… sisi, Alessandra ha sfornato tre bimbe! Anche se il fatto che siano femmine mi fa pensare proprio male… :unsure: :asd:
     
    .
  12. Maggie_G
     
    .

    User deleted


    Sono libera fino alle 17 prima di riprendere le lezioni e quindi perchè non consolarmi un pò con voi...se non altro per riprendere gli arretrati di due giorni?

    Sylvia!!! Sto così: sbav!!!

    Non sono due spoiler...sono due attentati alla mia curiosità!!!

    Non vedo l'ora di leggere la puntata non solo per esclamare: Giulia you win!!! (che poi da poco la conosco ma questa ragazza già mi sta simpatica! Anche perchè una che ti dice "Tu quello giusto l'avevi trovato, più di dieci anni fa..." insomma ha davvero capito tutto!!!) Ma anche per leggere dell'incontro con Andrea che a quanto pare si dimostrerà comprensivo! Insomma Paolè svegliati che quì non hai trovato un uomo...hai trovato un santo!!! mf_pope Specialmente poi con il caratterino che hai... :P :asd:

    Sylvia ti aspettiamo presto!!! kiss2
     
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Membro Extra

    Group
    Administrator
    Posts
    7,708
    Location
    Amabili terre palladiane

    Status
    Offline
    Eccoti accontentata, Maggie, spero che tu faccia a tempo a leggerla! E la puntata è dedicata a te, visto che apprezzi molto questa Giulia, vedrai che c'è altro da scoprire su di lei oltre al fatto che sa costringere Paola a guardare in faccia le cose... :P
    A Sara dedicherò invece la sesta ed ultima, visti certi discorsi che saranno trattati in quella puntata... :asd:
    P.S. Qui mi sono divertita a giocare in casa, confido che me lo perdonerete visto che è la prima volta che lo faccio nelle mie storie... :lol: :lol: :lol:

    Buona lettura e buon divertimento, attendo curiosa di sapere che effetto vi farà! ;)


    Quinta puntata


    Tu, tu che sei diverso,
    almeno tu nell'universo
    un punto sei, che non ruota mai intorno a me
    un sole che splende per me soltanto
    come un diamante in mezzo al cuore.

    13 settembre 2015

    "Giulia, guarda che Chiara sta sbavando fuori dal bavaglino".
    "Ah, grazie, Paola" e Giulia si chinò verso la piccolina per asciugarle la bavetta dalla bocca e risistemarle il bavaglio.
    "Certo che è proprio un amore" commentò Paola guardando la piccola Chiara dormire con i pugnetti chiusi.
    "Beh, vogliamo parlare del tuo cicciobello?"
    "Non chiamarlo così, dai!"
    "Va bene, però è così paffuto e con quegli occhioni azzurri..."
    "E' l'unica cosa che ha preso del padre, almeno spero" commentò Paola con una smorfia.
    "Vi siete più sentiti?"
    "Solo tramite avvocati, ma è servito a qualcosa essere nell'Arma e di stanza in una città di provincia, qui tutti sanno tutto e lui non può permettersi di perdere la faccia. Non gli conveniva che si sapesse in giro che mi tradiva e che non voleva nemmeno riconoscere suo figlio e mantenerlo!"
    "Non sai quanto mi spiace, Paola... Guarda, lo sai che ti dicevo che non mi piaceva particolarmente, ma erano anni che stavate insieme e speravo che finalmente avessi trovato uno con cui avere un po' di stabilità".
    "Invece ho trovato l'ennesimo esemplare senza dignità e completamente egoista, ma tanto sono una maestra nel beccarli tutti io! Sai, l'unica cosa di cui posso ringraziare Massimo, è che quella notte fosse così distratto da dimenticarsi di usare il preservativo. Così almeno adesso ho Mattia a riempire la mia vita".
    "Dai, non dire così, hai fatto una bella carriera e sei diventata comandante di stazione, qui tutti ti rispettano e ti sei fatta una bellissima reputazione. E' anche per questo che lui ha subito ceduto, ne sono convinta! Sapeva che non c'eri semplicemente tu con il tuo carattere deciso, ma un sacco di gente che ti apprezza e ti stima e che ti avrebbe appoggiato al duecento per cento se avessi deciso di fargli vedere i sorci verdi".
    "Già, Giulia. Però intanto sono di nuovo sola e ti assicuro che non è facile esser una mamma single, con responsabilità come quelle che ho io".
    "Beh, però adesso dovresti esser contenta che hai tuo padre qui vicino, no?"
    "Sì, quando la smette di brontolare perché l'ho costretto ad andare in pensione anticipata e a lasciare la sua amatissima capitale per una città sperduta del Nord".
    "A proposito... Ho una novità fresca fresca per te!"
    "Cioè?"
    "Marco ha appena accettato un posto come responsabile di produzione in provincia di Verona".
    "Davvero? Non mi avevi detto niente, che lazzarona!"
    "Beh, era ancora tutto in forse e non volevo che ti illudessi, ma... Infatti la visita che ti ho fatto non è casuale, domani arriva anche lui e cominciamo a vedere case".
    Paola si fermò e la guardò, poi l'abbracciò: "Giù, mi lasci senza parole!"
    "Sei contenta che verremo a stare qui vicino? Beh, non proprio attaccato, perché dobbiamo prender casa vicino al suo lavoro, ma così potremo vederci tutte le settimane e anche mio suocero la smetterà di lamentarsi".
    "Certo che tutto avrei pensato, tranne che tu sposassi proprio il mio fratellino!"
    "Non farti sentire a chiamarlo così, lo sai che lui ha ancora il complesso del figlio maggiore" la ammonì scherzosamente Giulia.
    Paola sospirò e guardò il piccolo Mattia che dormiva pacifico nel passeggino rivolto verso di lei, poi la sua nipotina che faceva bollicine nel sonno e sorrise, anche se la vita era stata crudele per certi versi, aveva avuto molto ugualmente e doveva esserne grata. Certo, dopo quattro anni di convivenza con un prestigioso primario dell'ospedale, scoprire che lui l'aveva sempre tradita durante tutto il tempo e sentirlo insinuare che anche lei aveva fatto lo stesso perché Mattia non era certo figlio suo... Faceva ancora male, più all'orgoglio a dire il vero, il suo cuore era diventato quasi insensibile dopo tutte quelle storie andate male. Ormai aveva perso i conti, anche se sua madre non perdeva occasione per ricordarglieli tutti. Prima di Giorgio, c'era stato l'avvocato di Bologna. E prima ancora quello della Guardia di Finanza, talmente falso che ne aveva anche rimosso il nome. E poi, andando indietro nel tempo, il fratello di una sua ex amica, il giornalista, persino il farmacista che aveva tanto emozionato suo padre. Già, peccato che avesse anche le stesse idee di suo padre in merito alla presenza delle donne nell'Arma! Tutti uomini che l'avevano trattata come una bambola con poco cervello e con una pistola che non si sapeva bene a cosa le servisse se non a sembrare una bomba sexy. Già, a partire da quella maledetta sera, quella in cui si era buttata per disperazione e per rabbia tra le braccia del figlio dell'imprenditore, quello che aveva inventato le tasche di seta per i jeans e aveva fatto una fortuna. Un nodo alla gola le strozzò il fiato al ricordo di quella sera e scosse la testa per cacciarlo via, come aveva inutilmente provato a fare per tutti quegli anni senza riuscirci.
    "Paola? Che cosa succede?"
    "Ah, niente, ogni tanto mi viene da chiedermi se troverò mai quello giusto".
    Giulia si fermò e la guardò: "Senti, posso esser sincera?"
    "Vai pure".
    "Tu quello giusto l'avevi trovato, più di dieci anni fa, ma non ho mai capito perché vi siete lasciati".
    Paola guardò dall'altra parte, ma Giulia non mollò: "Paola! Vuoi continuare a raccontartela ancora per molto? Tutti noi lo sappiamo che Andrea è l'unico che tu abbia amato sul serio! Guarda, dopo undici anni sobbalzi ancora sentendo il suo nome!"
    "Giù, per favore..."
    "Vuoi davvero passare il resto della vita mangiandoti le mani perché te lo sei lasciato scappare, l'unico uomo sulla terra che aveva saputo capirti e amarti per quello che eri? L'unico che non ti trattava come una donna senza cervello? E già che ci siamo, vuoi spiegarmi una buona volta perché cavolo è finita?"
    "E' finita perché lui ha preferito il suo lavoro a me! Contenta?" disse Paola con rabbia, infuriandosi ulteriormente nell'accorgersi che le stavano venendo le lacrime agli occhi.
    "Non ci credo! Ma scusa, lui era quello che ti aveva appoggiato per il corso da maresciallo, no? Allora cosa c'entra il suo lavoro? Pensavo che c'entrasse che eri andata in capo al mondo, piuttosto!"
    "No, Giulia, dopo che io ero arrivata a Como, lui aveva avuto il comando di un nucleo speciale e il ritorno nei ROS, dai quali era stato cacciato per insubordinazione, per quello era finito da noi a Città della Pieve".
    "Beh, allora c'è da ringraziare che l'avessero cacciato, altrimenti non l'avresti mai incontrato! E comunque che problema c'era, scusa? Non facevate tutti e due lo stesso lavoro?"
    "No, Giulia, non è lo stesso lavoro! Io sono alla territoriale e anche se abbiamo i turni e possono esserci emergenze a tutte le ore, la maggior parte delle volte abbiamo degli orari decenti e possiamo permetterci di avere una famiglia. Lui invece era nei ROS, quindi missioni a nastro, spariva per mesi e non potevi sentirlo o vederlo perché lavorava sotto copertura e rischiava la vita ogni volta!"
    "Ho capito e immagino che fosse dura, ma tu tutte queste cose gliele avevi dette? Lui sapeva che tu eri preoccupata che non avreste potuto farvi una famiglia se sceglieva quel lavoro? A parte che avrebbe potuto farlo per un po' e poi tornare a fare quello che fai tu, no?"
    Paola scosse la testa, ma Giulia comprese e la guardò alzando gli occhi al cielo: "Immagino di no, dalla tua reazione. Allora è per questo che vi siete lasciati... Ma non potevi cercare di spiegarglielo, almeno una volta? Magari lui ti avrebbe stupito, avrebbe potuto dirti che era solo per qualche tempo e che lui voleva farsi una famiglia quanto lo volevi tu".
    "Tanto è inutile, con i se e con i ma non si cambia il passato" concluse Paola.
    "Che ne sai tu, scusa? Magari lui è ancora lì che pensa a te, così come tu pensi ancora a lui e non provarti a negarlo".
    "Lui aveva la coda di ammiratrici dietro la porta, sta' tranquilla che si sarà consolato molto in fretta".
    "Beh, anche tu non hai aspettato molto, da quel che ricordo".
    "E' diverso".
    "Peccato però, lui mi era sembrato una persona sincera e affidabile, come ce ne sono poche in giro. E se non fosse che all'epoca ero insieme con Gian, ci avrei fatto un pensierino, visto che l'avevi lasciato".
    Paola le lanciò uno sguardo di fuoco e Giulia scoppiò a ridere: "Aha! Il fuoco cova ancora sotto la cenere... Dì la verità, mi avresti bruciato se avessi solo provato ad allungare una mano verso il tuo caro Andrea!"
    "Non è il mio caro Andrea e non lo è mai stato!"
    "Sì, e io sono Rihanna versione nostrana" la prese in giro Giulia. "Comunque il discorso non finisce qui, tu adesso sei una donna libera e sai mai che il destino ti faccia qualche scherzetto?"
    "Il destino ha smesso di fare scherzi con me" rispose Paola decisa, riprendendo a camminare.

    "Ci fermiamo a prendere un gelato?" disse Giulia dopo un po'.
    "Ma è neanche mezzogiorno e poi non senti che vento?"
    "Dai, c'è solo un po' di aria e poi visto che abbiamo ancora solo mezz'ora... Non mi avevi detto che c'era una gelateria che aveva dei gusti buonissimi? E poi lo sai che quando si allatta c'è sempre un po' di fame".
    "Va bene, allora guarda, basta che attraversiamo la piazza e la troviamo lì vicino".
    "Certo che sei fortunata a stare in una città così bella. Spero che sia anche abbastanza calma".
    "Meno di quanto tu immagini, ci sono un sacco di casini, ma ormai dopo sei anni si riesce a gestire anche le emergenze".
    "Senti, domani riesci a prenderti un altro po' di tempo per accompagnarci a Verona? Vorremmo andare a vedere l'Arena e la casa di Giulietta, prima di cercare la nostra, di casa".
    "Spero con migliori risultati della tua quasi omonima, vista la fine che ha fatto".
    "Ehi, guarda che anche se mi chiamo Giulia, io adesso sono felice con Marco e non ho nessuna intenzione di seguirti sulla strada degli amori incasinati".
    "Perché credi che ne abbia voglia io? Ho chiuso con gli uomini".
    Giulia inarcò un sopracciglio divertita, poi vide la gelateria: "Però, guarda quanta gente, si vede che è proprio buono il gelato qui!"
    Si sporsero per guardare i gusti e così andarono addosso ad una bambina che stava cercando di prendere in mano il cono che qualcuno le stava allungando.
    Paola si voltò per scusarsi e rimase di sale vedendo chi aveva il cono in mano, poi si girò rapidamente, sperando di non essersi fatta notare.
    "Paola, che c'è?"
    "Meglio che andiamo in un'altra gelateria, qui c'è troppa coda, Giù" disse lei a bassa voce girando il passeggino.
    Giulia la guardò perplessa, poi fece per voltarsi ma la carrozzina faceva fatica in quel poco spazio.
    "Permette?" disse una voce che a Paola strappò un brivido fin nell'anima. 'Non devo girarmi, non devo girarmi' continuò a dirsi.
    "Grazie" disse Giulia "che gentile, mi scusi, ma non era mia intenzione finire addosso alla sua piccolina".
    "Non si preoccupi, nessun disturbo. Posso farle i complimenti per la sua, invece? Dorme nonostante tutto questo fracasso, non è da tutte".
    "Ah, la mia Chiara è una dormigliona, proprio come suo cugino Mattia! Lo guardi, è lì che dorme anche lui, sono partiti tutti e due insieme quando abbiamo iniziato la passeggiata e non hanno fatto un fiato".
    Paola si sentì morire, Giulia la stava chiamando: "Paola! Ma dove vai? Aspetta! Guarda, ci sta lasciando il posto! A proposito, complimenti, ha proprio tre belle bambine..."
    Lei si fermò e cercò di parlare, ma lui fu più rapido, si avvicinò a grandi falcate, le girò intorno e la fissò: "Allora non era solo un'impressione. Quei capelli e quel nome..."
    Lei si fece forza: "Ciao, Andrea".
    "Ciao, Paola" sorrise lui mentre Giulia li guardava con aria sbalordita.
    "Papà, Lisa si è tutta sbrodolata!" disse una bambina con due splendidi occhioni verdi che diedero una stretta al cuore a Paola, assomigliava così tanto al padre!
    "Non è vero, è tutta colpa tua, sei tu che mi sei venuta addosso!" protestò la sorella.
    "Buone, ragazze, dai, che se no svegliate Alessia, lo sapete che fatica è farla dormire!" le ammonì Andrea con un sorriso.
    Paola realizzò con una morsa al petto che quelle erano tutte figlie sue. Di Andrea. Allora era vero quello che aveva sempre pensato, che lui si era consolato in fretta... Le due più grandi avevano sicuramente tra i cinque e i sette anni, mentre la più piccola sembrava poco più grande del suo Mattia.
    "Come stai, Paola? E questo è il Mattia di cui si parlava? E' tuo figlio?"
    Lei annuì senza parlare, aveva un nodo in gola. Era ancora bello come ricordava. Certo, aveva la barba un po' brizzolata e si vedevano rughe intorno agli occhi, ma quelli erano rimasti splendenti come due gemme verdi e il sorriso era travolgente, tanto più quando guardava le sue figlie. Si vedeva che era un papà affettuoso, oltre che orgoglioso delle sue bambine. Il nodo alla gola divenne sempre più grande e lei faticò anche solo a continuare a respirare.
    "Beh, è proprio un bel bambino, come la sua cuginetta a quanto pare. A proposito, posso presentarmi, visto che Paola qui sembra aver perso la lingua? Piacere, Andrea".
    "Piacere, Giulia".
    Lui inarcò un sopracciglio: "Una sorella di cui non sapevo nulla?"
    "Marco, il fratello di Paola, è mio marito" sorrise Giulia. "E lei per caso è quel famoso..."
    "Giulia!" quasi gridò Paola presa dal panico.
    L'amica si voltò e lei con voce più normale disse: "Lo sai che devo tornare al lavoro entro venti minuti, dobbiamo andare. Ciao, Andrea, buona passeggiata".
    Ciò detto, si voltò con decisione e cominciò a camminare in direzione opposta, senza neanche guardare se Giulia la stava seguendo.

    Quel pomeriggio si scoprì con i nervi a fior di pelle, le pareva che tutto fosse più rumoroso del solito. Anche il suo vice notò la cosa e le chiese se c'era qualche problema, ma lei lo richiamò all'esame del caso che stavano discutendo.
    "Senti che fracasso! Marcello, va' a vedere per favore cosa succede, che oggi non è proprio giornata da sopportare tutti questi rumori, digli che facciano un po' di silenzio, insomma!" esclamò Paola indispettita.
    "Vado subito" si alzò il suo vice e uscì dalla porta, rientrando quasi subito con aria stralunata: "Ma perché non mi avevi detto niente?"
    "Detto cosa?"
    "C'è di là un capitano dell'Arma che sta facendo un sacco di domande e vuole vedere con urgenza il comandante! Proprio oggi che abbiamo la caserma che è sottosopra... Che figura da chiodi! E di sabato sera, poi. Ma perché non ci hai avvertiti?"
    Paola si alzò con un senso di irrealtà e andò verso la porta, anche se una parte di lei sapeva già cosa stava per succedere e un'altra parte di lei lo negava con forza.
    Invece era così, lo riconobbe subito, anche se stavolta era vestito con l'uniforme d'ordinanza, gli dava un'aria di autorevolezza che lei fece fatica a conciliare con quell'Andrea papà tenero che aveva visto solo poche ore prima.
    "Buongiorno, maresciallo. Vuole spiegare ai suoi uomini che se un capitano dell'Arma chiede di vederla con urgenza, devono chiamarla subito invece di mettersi ad urlare e far volare tutte le carte per terra nel corridoio?" disse Andrea con voce severa.
    Le saltò la mosca al naso e ritrovò un po' di spirito per rispondergli: "Scusi, capitano, ma la sua visita è completamente inattesa e la caserma non è nelle condizioni migliori, i miei uomini stavano solo cercando di renderla più ordinata".
    "Bene, allora finché i suoi uomini si occupano della cosa, mi faccia strada, devo chiederle la collaborazione per un caso urgente, potrà parlarne dopo con i suoi sottoposti".

    Paola fece buon viso a cattivo gioco e lo accompagnò nell'ufficio, chiudendo la porta dietro di sé, pronta a dirgliene quattro per essersi presentato in quel modo.
    Ma lui non gliene lasciò il tempo e le catturò le labbra per un bacio improvviso.
    Lei si divincolò e gli mollò un ceffone sonoro: "Ma sei matto? Come ti permetti?"
    "Vedo che la mano per certe cose non l'hai persa" mormorò lui tenendosi la guancia.
    "Era tutta una scusa, non è così? Non ti facevo così falso da usare addirittura la divisa che portiamo per fare i tuoi giochetti!"
    "Non ci sono giochetti, Paola. Sono qui per chiudere qualcosa che è rimasto in sospeso per undici lunghissimi anni" rispose lui prendendola per le spalle.
    "Tu sei fuori di testa!"
    "No, lo sono stato quella volta che ho lasciato che tu decidessi per tutti e due la fine della nostra storia, ma adesso mi sono stufato di fare la parte del nobile e del generoso, oltre che del cretino. Gli anni non sono passati per niente e io voglio quel pezzo di felicità che mi è sfuggito allora, quando ero troppo stupido e troppo orgoglioso per correrti dietro. Sono qui per chiarire, davvero però, stavolta. E anche per riprovarci, se possibile".
    "Ma che discorsi fai? E con che coraggio, poi! Ti presenti qui, dopo undici anni, e fai grandi proclami sulla felicità e sulla nobiltà, quando sappiamo benissimo che non sei stato ad aspettare per prenderti la tua cara felicità insieme ad un'altra! E ci hai fatto anche tre figlie, non una! Non ti facevo uomo così falso da venire a parlarmi anche se sposato con un'altra! Dov'è l'uomo onesto che conoscevo una volta?"
    "L'uomo onesto c'è ancora, Paola. E no, non sono sposato, anche se mi sentivo come se lo fossi, fino a sei mesi fa".
    Lei lo guardò a bocca aperta e lui le fece cenno: "Siediti e ascoltami, ti ruberò solo cinque minuti del tuo tempo".
    Lei scosse la testa e rimase in piedi, strappandogli un sorriso: "Sempre la solita ostinata, eh? Comunque sì, ho tre meravigliose bambine e sono un papà felice, ma non un uomo felice. Non più, dopo che Stefania mi ha lasciato accusandomi di essere diventato solo un padre e di non esser più l'uomo avventuroso ed eroico di cui si era innamorata".
    La guardò, ma lei non disse niente, quindi continuò: "Dopo che tu mi lasciasti, per un bel pezzo non ne volli più sapere di donne, le consideravo... Beh, questa parte possiamo anche saltarla, direi. Comunque incontrai Stefania e lei rimase colpita a quanto pare dalla mia aura da supereroe, così ci mettemmo insieme, senza sposarci però, lei diceva che un pezzo di carta non serviva a niente per certificare quello che provavamo e che si sarebbe persa la magia".
    Lei sentì un fondo di amarezza nel tono di lui e per la prima volta lo guardò davvero.
    "Divertente, vero? Ma il meglio deve ancora arrivare. Dopo Lisa e Sara, lei aveva detto che non voleva più figli, che c'era fin troppo da fare, ma poi è capitata Alessia e lei non me l'ha perdonata. Due mesi dopo la sua nascita, è sparita con un cantante di una band alternativa e non ne ho più saputo nulla, così mi sono ritrovato con una piccolina ancora in fasce da tirar su, oltre alle altre due. E me la sono cavata, per fortuna, grazie alla mia famiglia e al cambio di lavoro".
    Lei spalancò gli occhi e lui annuì: "Anche per quello mi ha lasciato, perché parlavo di finirla con le missioni, che ero stanco di continuare a fingere di essere altro da me stesso e che preferivo qualcosa di più stabile".
    Colse qualcosa negli occhi di lei che lo fece avvicinare e sfiorarle una mano: "Io volevo qualcosa di stabile, sì, ma la verità era che ero fin troppo contento di esser diventato padre ben tre volte. Ma qualcosa dentro di me diceva di no a sposarsi, non era solo lei, sentivo anch'io che non sarebbe stata la cosa giusta. Anzi, la persona giusta".
    Lei non fiatò e lui proseguì: "E poi la persona giusta non dovevo fare tanta fatica a cercarla, ne avevo una in mente da molto tempo, solo che dovevo scoprire se era ancora libera e se c'era modo di farla tornare a ragionare".
    Lei alzò la testa e lo fissò con fiero cipiglio: "Tornare a ragionare? Tu... Sei impossibile come una volta! E stai dando per scontate un po' troppe cose!"
    "Proprio nessuna, infatti prima con la tua amica Giulia, nonché cognata, le ho chiesto le due cose vitali per me" e lui sorrise malizioso prima di continuare:" Cioè dove lavoravi e se eri ancora insieme con il papà di Mattia. Quello che lei mi ha detto mi ha fatto capire che le cose sono meglio di quanto pensassi, per fortuna".
    "Cosa vorresti dire, con questo? Pensi davvero che io sia pronta a buttarmi ai tuoi piedi come tutte quelle donne disperate che hai sempre avuto fuori dalla porta?"
    "Mai pensato una cosa del genere, però vorrei saperne di più su quelle donne disperate, lo sono perché non potranno mai avermi o perché sono la loro ultima spiaggia? Spero la prima, se non altro per il mio orgoglio di maschio..."
    Lei non sopportò quel sorrisetto e fece per tirargli un altro ceffone, ma stavolta lui la fermò in tempo scuotendo la testa: "Una volta basta, Paola. Comunque se vuoi, puoi darmelo dopo, visto che ho intenzione di baciarti di nuovo" e alle parole seguirono i fatti così rapidamente che lei rimase spiazzata. La bocca di lui la invase dapprima con impeto, poi sentì la sua sorpresa e indecisione e la sfruttò per insinuarsi con la lingua, cercando quella di lei. Con un gemito che sancì il cedimento di Paola, il bacio diventò sempre più appassionato mentre le mani di lui le stringevano così forte il viso e la nuca da farle quasi male. La barba di lui le pizzicò il mento, ma lei quasi non se ne accorse, persa in quel bacio che sembrava nuovo e antico allo stesso tempo.
    Lui si staccò un attimo e poi le sfiorò le labbra gentilmente in un bacio leggero, mormorando il suo nome. Lei si aggrappò alle sue spalle, le girava la testa e le sembrava di non capire più nulla, ma fissò gli occhi in quelli di lui che splendevano di una fiamma verde.
    "Paola, stavolta voglio mettere le carte in tavola. Io volevo una famiglia con te, già undici anni fa. E se non fossi stato così cretino da evitare di parlarne, insieme ad un sacco di altre cose che erano state date per scontate, forse non sarebbe finita in quel modo e non ci troveremmo ora, undici anni dopo, a cercare di recuperare quello che poteva essere e non è stato. Però non rinnego nulla di quello che ho vissuto finora, ho amato Stefania per quel che sono stato capace e adoro le mie figlie. Così come immagino che tu amassi a tuo modo il padre di tuo figlio e credo che senza il piccolo Mattia la vita sarebbe tutta un'altra cosa".
    "Andrea, ti prego... Io..."
    "Solo una cosa, Paola. Io all'epoca ero geloso da morire e quando tu mi sbandierasti che avevi già pronto un rimpiazzo, ogni parte del mio cervello se ne andò in vacanza, non capii più niente. Allora adesso possiamo ripartire da questo? E dal fatto che vorrei sapere se devo ancora vedermela con la concorrenza, prima di poterti offrire quell'anello che non ho mai pensato di offrire a nessun'altra?"
    Lei scosse la testa: "No, tu non stai dicendo sul serio, non è possibile!"
    "Vedo che i sottotitoli sono ancora necessari, va bene, allora ricominciamo. I problemi di lavoro dovrebbero essersi risolti già da soli, visto che io sono tornato alla territoriale da circa un mese e sono a Vicenza, quindi a mezz'ora di strada da te".
    Lei lo guardò colpita e lui sorrise: "Guarda che avevo già fatto un piano per riavvicinarmi a te, nel quale era compreso anche scoprire dov'eri. Quindi non è un caso che oggi siamo venuti qui a fare la nostra passeggiata, anche se devo ammettere che era solo un primo giro esplorativo e non pensavo di esser subito così fortunato".
    "Mamma mia, quando fai così..."
    "Lo so, lo so, sono irresistibile" rise lui e lei gli fece gli occhiacci.
    Lui riprese: "Però intanto i cinque minuti sono passati e mi sembra di aver delineato a sufficienza la cosa. Anzi no, volevo chiarire che per me o è una storia con tuo padre che ti accompagna in chiesa o in Comune, o non se ne fa niente. Quindi adesso sta a te dirmi se posso sperare che ci sia un'altra possibilità per noi. Ah, no, vedi che mancava ancora una cosa? Quello che ti ho detto quel famoso giorno della Festa della Donna..." ed ebbe la soddisfazione di vederla impallidire "non l'ho mai detto con quello slancio e quella sincerità a nessun'altra. Non posso dire di non aver più amato, ma solo di non aver più amato così tanto una donna da quella volta".
    Lei si era voltata e lui le chiese: "Paola?"
    Lei non rispose e lui fece il giro per guardarla, lei si voltò nuovamente per non farsi vedere ma lui la fermò e lei lo guardò con le guance rigate di lacrime: "Uffa, non è giusto! Non puoi venire qui e farmi certi discorsi, dopo tutto questo tempo, dopo tutti questi anni passati a cercare uno che fosse come te senza trovarlo, anzi trovando solo degli str...! Non puoi, non è possibile che tu sembri ancora l'uomo perfetto! E non è giusto, così mi fai sentire uno schifo perché mi tocca darmi della cretina per non averci provato ancora con te, come ho fatto ogni volta che mi sono lasciata con gli altri che ho trovato in questi anni! Io non voglio sentirmi così di nuovo, ecco!"
    Lui sorrise e non disse niente, lei alzò lo sguardo e lo rimproverò: "Hai deciso adesso di dimostrarmi che non lo sei?"
    "Eh? Scusa, non capisco".
    "L'uomo perfetto! Allora non ci arrivi... Vuoi restare lì come un salame mentre io mi dispero perché non posso fare a meno di volerci riprovare anche se mi fa una paura tremenda???"
    "Ah, no, certo, basta saperlo" sorrise lui prendendola tra le braccia e dandole un bacio tenero sulle labbra socchiuse. "Paola, stavolta la promessa che ti faccio non la dimenticherò, ok? Ti prometto che sono qui per restare, se mi vuoi".
    Lei non disse nulla, ma si accoccolò ancora più addosso a lui, fregandosene di tutte quelle parti della divisa che la pungevano sulla pelle, delle lacrime che continuavano a scendere e anche di aver sicuramente dato spettacolo, con quelle porte sottili come carta di riso. Lui era tornato. E stavolta era tornato per non andarsene più.
    Gli mormorò all'orecchio: "Ti voglio qui con me e non ti permetterò di dimenticarlo, quello che mi hai detto, hai capito? E non sei l'unico ad aver sentito che certe dichiarazioni suonavano bene solo se dette alla persona giusta..."
    Lui la staccò da sè e la guardò serio: "Non l'ho detto per scherzo, prima, Paola".
    "E non lo sto dicendo per scherzo nemmeno io, Andrea" rispose lei, con gli occhi che brillavano, una mano che salì a sfiorargli le labbra e quella barba cui non era abituata, ma che non poteva fare a meno di toccare. Come se avesse ancora bisogno di una conferma che lui era davvero davanti a lei e che tutto quello che stava succedendo era reale, invece di un sogno. Lui era reale, perfino troppo, concluse lei con un sospiro, prima di cercare la bocca di lui in un bacio liberatorio e appassionato.
     
    .
  14.  
    .
    Avatar

    Membro Extra

    Group
    Member
    Posts
    3,095

    Status
    Anonymous
    Silvia che puntate .... brava :woot: riguardo la 3 ° puntata credevo che si erano chiariti definivamente ..Mi è sembrato di capire che non è così nella quarta
    Paola prima è triste che non sente Andrea da tre mesi,però la telepatia tra i due funziona ancora bene almeno quella visto che con la testa sono un fuori ahahah !!!! Finalmente si sentono e lei che fa gli rinfaccia tutto e per di più ricominciano con le ripicche ! Ma dai che testoni che sono questi due :angry: ! Riguardo gli spoiler il 1° è troppo forte brava Giulia!!!!!!!! :asd: La Vitali non vuole ammettere che ama solo ed esclusivamente Andrea
    Nemmeno con la sua amica. !!!!! Anche se sono passati ...ben 10 anni. Invece il 2° :unsure: mi hai lasciato molti dubbi addirittura tre bambine .. non credo che abbia scelto davvero la figlia del boss molto improbabile ... Lui subisce il fascino della divisa! :lol: Secondo me sono di Alessandra e Luigi :D Silvia aspetto con molta ma molta curiosità la prossima! :rolleyes:
     
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Membro Extra

    Group
    Member
    Posts
    2,735

    Status
    Offline
    mi hai strappato lacrimoni di emozione dopo che ho passato la mattina col magone a pensare agli spoiler che avevo letto ieri notte.
    Stupenda...certo che sì sono complicato la vita non poco i due testoni e se non fosse X la cocciutaggine di Andrea che ha messo da parte l'orgoglio sarebbero tutti e due infelici anche se innamorato dei rispettivi figli.
    Adoro Andrea che si presenta in caserma gettando i sottoposti nel panico. Mi sa che dovranno abituarsi alle improvvisate del capitano!
    E grazie a Giulia che ha capito tutto e ha dato gli spunti giusti ad Andrea.
    Quindi Andrea e Paola si ritrovano con due piccoli di 7/8 mesi oltre alle due grandi...li vedo bene!
    Chissà magari allargheranno ulteriormente la famiglia e riusciranno anche ad avere un bambino loro. Non vedo l'ora di leggere la prossima puntata...mi spiace sapere che è l'ultima...magari ti viene in mente di allungare...io ci spero.
    Bravissima Silvia!!!!!
     
    .
53 replies since 3/3/2016, 15:13   3164 views
  Share  
.