Almeno tu nell'universo

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. sylvia70
     
    .
    Avatar

    Membro Extra

    Group
    Administrator
    Posts
    7,709
    Location
    Amabili terre palladiane

    Status
    Online
    Eccomi qui, come promesso posto questo racconto diviso in sei puntate, liberamente ispirato al periodo dopo la fine di CC2 e che da lì prenderà una strada tutta sua.

    La canzone che ci accompagnerà lungo queste sei puntate è "Almeno tu nell'universo", originariamente cantata in maniera stupenda da Mia Martini e poi ripresa in maniera altrettanto meravigliosa da Elisa.

    Per il momento non vi dico altro, solo che come al solito queste cose un po' più brevi mi nascono all'improvviso con fini catartici, quindi spero che possa esser interessante anche per voi. Piacevole non so quanto, visto quello che sta per succedere, ma mi direte dopo, aspetto i vostri commenti!


    ALMENO TU NELL'UNIVERSO


    Prima puntata


    Sai, la gente è strana,
    prima si odia e poi si ama
    cambia idea improvvisamente,
    prima la verità e poi mentirà a noi
    senza serietà, come fosse niente.

    3 Marzo 2003


    Andrea scese dall'auto e guardò nervosamente il cellulare, ancora niente. Ma quanto stavano in riunione? Se non fosse stato per quel cavolo di allarme in banca, sarebbe stato anche lui lì con Ranieri e Capello. E Paola. Ma cosa voleva il capitano da Paola? Aveva cercato di decifrare il viso del suo superiore, ma niente. E se ci fosse stato uno strascico del caso Dominici? Ma perché lei non aveva ancora mandato niente, un semplice sms, un 'chiamami, tutto ok'?
    Leo lo guardò: "Che c'è, Andrea? Problemi?"
    "Niente, niente" si riscosse lui, camminando a passi rapidi nel cortile delle auto.
    Stava per aprire la porta, quando vide uscire fuori proprio la persona che cercava: "Paola!"
    Lei lo guardò e lui rimase perplesso, sembrava felice e disperata allo stesso tempo: "Cosa succede, Paola?"
    "Andrea, ne parliamo dopo" disse lei girando il volto dall'altra parte.
    "Ma cosa ti ha detto Ranieri? Devo preoccuparmi?"
    "Andrea, per favore!" Paola si liberò con uno strattone dalla mano di lui che le stringeva il braccio e corse via così velocemente che lui rimase a guardare spiazzato e con la bocca aperta.
    Leo gli si avvicinò con la fronte corrugata: "Quando è così, è meglio lasciarla stare, vedrai che dopo ti dice tutto".
    Andrea scosse la testa: "Credevo che questa fase fosse stata ormai superata".
    "Con Paola questa è una fase che non si supera mai, credimi, se lei decide che non vuole dirti una cosa, devi armarti di pazienza e aspettare i suoi tempi".
    "Sarà..." Andrea fece una smorfia e rientrò, dopo un ultimo sguardo al cortile ormai vuoto.

    Paola camminò fino a che arrivò in cima al belvedere, non sentiva il freddo di quella giornata di marzo ancora invernale come temperature, non sentiva nemmeno il vento che ogni tanto faceva sbattere le persiane e le porte delle case lì vicino. Nella sua testa rimbombavano ancora le parole del capitano.

    "Il comando si è reso conto di aver avuto un atteggiamento non consono nei suoi confronti, di non averla appoggiata a sufficienza nel caso Dominici".
    "Lei è sempre stata un ottimo elemento e abbiamo fiducia che saprà dimostrare ancora meglio le sue capacità, ora che ha avuto la possibilità di fare un ottimo tirocinio in una cittadina di provincia come Città della Pieve, sotto uno dei migliori comandanti di stazione che conosca".
    "L'Arma vuole sponsorizzare uno svecchiamento e un'apertura anche ai gradi più elevati per i giovani e per le donne, quindi il Comando provinciale ha pensato a lei".
    "Ha la possibilità di frequentare il corso per allievi marescialli a Roma, che partirà il 17 marzo prossimo, quindi fra due settimane".
    "Poi, al termine del corso e superato l'esame, lei verrà riassegnata, sicuramente in un centro più grande e probabilmente al Nord, sa che è stato un favore quello che le hanno fatto di esser vicina alla sua famiglia nella prima assegnazione".

    Paola si appoggiò alla balaustrata e respirò a fondo. Maresciallo. E lei che pensava che al massimo le offrissero di diventare appuntato di lì a qualche anno! Maresciallo. Il solo ripeterlo nella mente e a mezza voce non lo faceva diventare più reale. Il corso a Roma, vicino ai suoi, a sua madre che sarebbe stata orgogliosa da morire... Era l'unica che l'aveva sempre sponsorizzata, che le aveva detto 'vai' quando lei aveva lanciato la bomba un giorno a pranzo, che l'aveva cresciuta nella convinzione che le donne hanno altrettanta forza, intelligenza e capacità degli uomini. Suo padre le aveva fatto la guerra e non aveva ancora smesso, anche se lei sapeva che le voleva un bene dell'anima. Però stavolta avrebbe dovuto cedere, vedendola diventare addirittura maresciallo dell'Arma. E Ranieri le aveva fatto capire chiaramente che se lei avesse continuato con gli stessi presupposti, prima o poi avrebbe potuto fare un salto ancora più grande e diventare ufficiale. Il cuore le batteva così forte che le sembrò uscire dal petto. Tenente Paola Vitali! Mamma mia, che vertigine! Lei avrebbe aiutato le altre donne a farsi strada in quella combriccola di maschi, a rendere l'Arma più forte e più umana allo stesso tempo, a rendere il mondo un posto migliore in cui vivere.
    Il freddo del metallo la riportò con i piedi per terra e guardò distrattamente le sbarre, poi le nuvole che giocavano a nascondino con il sole e le venne in mente una cosa che Andrea aveva detto due giorni prima, quando avevano camminato fin lì. Si strinse le braccia intorno al corpo, sentiva improvvisamente freddo e non solo nel corpo. Andrea. Un nodo alla gola le impedì quasi di respirare. Il suo viso preoccupato le passò davanti agli occhi e si morse un labbro, l'aveva lasciato nel cortile senza spiegargli niente. Ma come avrebbe potuto spiegarglielo lì, su due piedi? Stava ancora cercando di metabolizzare la cosa, di capire... Già, ma doveva dirglielo. Il solo pensiero le tolse nuovamente il respiro, immaginando cosa le avrebbe detto. No, non poteva perderlo adesso che l'aveva finalmente ritrovato, adesso che stava scoprendo cosa voleva dire amare davvero una persona come lui. Aveva avuto tanti filarini e due ragazzi, prima di entrare nell'Arma, e poi c'era stato Palermo, ma tutto sbiadiva sul fondo rispetto a quello che sentiva per Andrea. Non era solo amore, c'era sostegno, c'era amicizia, c'era vicinanza, c'era fiducia nelle rispettive capacità, c'era il piacere di lavorare insieme e di arrivare insieme alla stessa intuizione. E quel rispetto per lei come donna e come carabiniere che lui non le aveva mai fatto mancare, nemmeno quando erano stati in rotta per colpa di un'incomprensione e di Luigi che si era messo di mezzo tra di loro. E la sua gentilezza, la sua bontà d'animo, la sua allegria, la sua determinazione... Si deterse le lacrime che erano scese inaspettate sulle gote e si morse nuovamente il labbro. Ma come avrebbero fatto? A Roma sarebbe stata ospitata in foresteria dal lunedì al giovedì, poi sarebbe tornata a Città della Pieve per continuare con il suo solito incarico e per studiare, quindi pochissimo tempo per vedersi, ma almeno avrebbero potuto vedersi quei tre giorni... Rimaneva il fatto che alla fine del corso e posto che lei passasse, l'avrebbero mandata a Milano o a Torino o chissà dove. E sarebbe diventato un amore a distanza, di quelli che morivano lentamente. No, no, non doveva finire così, doveva esserci un'altra soluzione, un'altra strada! E se avesse detto di no a Ranieri? Ma una parte di lei si ribellò vigorosamente, un'occasione del genere non si sarebbe ripresentata mai più. Già, ma anche Andrea non si sarebbe ripresentato mai più. Che fare? Non aveva mai pensato che il destino potesse metterla davanti alla scelta più difficile della sua vita proprio quando stava cominciando ad assaporare quello che voleva dire amare ed essere amata come aveva sempre sperato. Si prese la testa tra le mani e rimase lì, appoggiata alla balaustrata, mentre il sole si alzava sempre di più sopra la sua testa, se pur coperto ogni tanto da qualche nuvolone nero.

    Andrea uscì dall'ufficio di Capello cercando di controllarsi, ma si sentiva come se gli avessero tirato un autotreno in testa. Ora capiva perché Paola era scappata via, anche lui era sbalestrato e sconvolto, ma diversamente da lei non poteva dimostrarlo, la loro storia era ancora totalmente clandestina, oltre che agli inizi, e doveva esser più forte del colpo che aveva appena ricevuto.
    Con la mente che turbinava considerando tutte le possibilità di quello che aveva appena sentito, si diresse verso gli uffici e mise sotto tutti a fare ricerche per capire se c'erano stati altri falsi allarmi nelle banche lì vicino, quello che era successo alla Banca dell'Umbria gli puzzava un po' e il direttore non era stato molto collaborativo. Inoltre era meglio tenersi occupato con il lavoro, altrimenti avrebbe potuto cedere alla tentazione di correre dietro a Paola, tanto sapeva benissimo dove poteva esser andata: il belvedere, era quello il loro rifugio, l'angolo di pace dopo una giornata intensa. Avrebbe voluto esser lì con lei, ma era meglio di no, Leo aveva ragione, bisognava lasciarle il tempo di metabolizzare e poi ne avrebbero parlato insieme.
    Sentì Bordi che parlottava con Mura: "Ma secondo te che voleva il capitano dalla Vitali?"
    "Considerato come si è comportata nel caso del bambino scomparso, forse voleva farle i complimenti" si offrì Romanò con un sorriso.
    "Oh, senti, Costante, ho capito che a te la Vitali sta simpatica, ma non puoi pensare che il capitano si sia sorbito la strada fin qua per farle dei complimenti. E poi non è stata l'unica a capire com'erano andate le cose" sbottò Mura innervosito.
    "Certo che te acido sei e acido resti, eh?" lo rimbrottò Romanò. "E poi cosa vorresti dire? Sono stati Bini e la Vitali che hanno intuito che il secondo marito della madre non la raccontava giusta e l'hanno costretto a confessare, altrimenti..."
    "Altrimenti cosa? Stavamo facendo accertamenti su tutti, sarebbe venuto fuori anche senza la Vitali che si dava arie di aver capito tutto!"
    Andrea si riscosse: "Cosa stai dicendo, scusa, Mura?"
    "Niente, maresciallo, niente" si calmò subito Mura sotto l'occhiataccia di Andrea.
    "Ecco, meglio, ma te dovresti far qualcosa per 'sta faccenda che non ti vanno giù le donne nell'Arma!" commentò Romanò sottovoce ma non troppo.
    "E dai, Romanò, lascialo in pace, tanto lui sai com'è fatto, per lui l'Arma doveva rimanere un club maschile" disse Leo con un sorriso.
    "Beh, io lo dico che non mi spiace per niente che ce stanno pure le donne nell'Arma" si aggiunse Carlo.
    "Sì, basta che siano carine, vero Carlo?" lo prese in giro Leo.
    "Ecchè, vuoi che ce le prendiamo noi tutte le racchione? Mejo che stanno in Polizia o anche co' la Finanza, che tanto lì chi se ne frega di come sono".
    "Complimenti, un discorso elegante e raffinato come solo tu sai fare" commentò l'amico scuotendo la testa.
    "Oh, senti mo', io so' uno sincero, verace, insomma, dico pane al pane e..."
    "E cacio al cacio!" lo interruppe Bordi ghignando.
    "Vicebrigadie', guardi che questa era una discussione privata tra me e Bini".
    "Ah, scusa, Prosperi, ti lascio a parlare con il tuo amichetto" replicò Bordi.
    "Amichetto? Ma che sta' a di'???"
    "Ragazzi, adesso che vi siete divertiti e avete fatto la pausa merenda, possiamo finire la ricreazione e tornare al lavoro?" li richiamò Capello che era arrivato negli uffici.
    "Maresciallo, sissignore, comandi, certo!" si impettì Prosperi guardando Capello con aria nervosa.
    "Sono qui non solo per richiamarvi all'ordine, ma per avvisarvi di una cosa, però vorrei che ci fossero tutti, dov'è Testa?"
    "Vado a chiamarlo, era andato un attimo su" si offrì Bordi.
    "Ecco, bravo Bordi, vallo a chiamare" rispose Capello, mentre tutti lo guardavano con aria incuriosita a parte Andrea, che fece una mezza smorfia, sapeva già cosa stava per dire, anche se non pensava ad una comunicazione così rapida e immediata.

    Bordi tornò con Luigi, che si mise vicino ad Andrea con aria interrogativa e lo guardò, notandone l'espressione fin troppo seria: "Casini in vista?"
    "Adesso sentirai" mormorò Andrea mentre Capello chiedeva di far silenzio e iniziava a parlare.
    "Avete visto che è stato qui il capitano Ranieri e vi sarete chiesti il perchè. E' venuto prima di tutto per congratularsi con tutti noi per la rapidità con la quale abbiamo risolto il rapimento del piccolo Laurenti, è una cosa che è stata molto apprezzata dal Comando provinciale e non solo".
    Romanò si permise di lanciare un'occhiatina di trionfo all'indirizzo di Mura, che aveva una bellissima faccia ingrugnata.
    "Ma il motivo principale è che è stato offerto alla Vitali di frequentare il corso per marescialli a Roma, quello che partirà a breve questo mese. Vi informo che la Vitali non ha ancora confermato la frequenza, perché ha chiesto un paio di giorni per organizzarsi, ma è quasi certo che dirà di sì, è un'opportunità inaspettata ma che lei si merita pienamente e sarebbe assurdo che non ne approfittasse".
    Romanò, Bordi e Prosperi guardarono Mura che aveva cominciato a tossire, era diventato improvvisamente rosso in faccia e sembrava non respirare più, ma fu Andrea che si avvicinò e gli diede una pacca sulla schiena slacciandogli leggermente la cravatta, così da permettergli di tornare a respirare.
    Capello intanto concluse: "Vi informo quindi che è molto probabile che ci troveremo con un organico ridotto per i prossimi sei mesi, finché la Vitali frequenterà il corso, non potremo avere un rimpiazzo fino a quando non ci sarà la conferma che lei ha passato gli esami finali e che verrà riassegnata altrove. Vi chiedo di avere un po' di comprensione e di flessibilità, la Vitali cercherà di coprire qualche turno nel fine settimana dato che il corso sarà dal lunedì al giovedì, ma dovremo anche lasciarle il tempo per studiare, il Comando ci tiene molto che le siano date tutte le possibilità per farcela. Conto sulla vostra collaborazione, ragazzi. E ora tornare pure al lavoro".
    Mentre Capello usciva, Carlo si chinò verso Leo con una faccia divertita: "Ammazza, guarda come sta a rosica' Mura... Te pensi? La nostra Paoletta maresciallo! Però, mica è giusto, mo' me faccio crescere due pere così davanti e vediamo se pure a me me fanno maresciallo!"
    Leo non raccolse, stava guardando Andrea e ora molte cose erano più chiare.
    Carlo sbuffò alla mancata risposta di Leo e guardò Bordi che era rimasto ancora con la faccia sbalordita: "E dai, Bordi! Che è? Tanto se va via la Vitali, vedrai che ci mandano 'n'altra ragazza, magari bionda stavolta, visto che ci hanno mandato la mora... O rossa! Eh, perché no rossa? Le rosse so' focose..."
    Mura lo redarguì: "Prosperi, la smetti con certi discorsi? Ma non ti vergogni?"
    "Va bene, va bene, ma qui io sono l'unico che cerca di fa' le cose un po' allegre, siete tutti sempre con un muso, uffa... Mai uno che mi apprezza!"
    "Vuoi che ti dica che sei un pagliaccio? Va bene, sei un pagliaccio! Adesso cerca di tornare a fare il carabiniere, se ti riesce!" replicò Mura secco.
    Carlo si sedette al computer mugugnando, mentre Leo si spostò dalla scrivania per avvicinarsi ad Andrea e Luigi.
    "Tu lo sapevi già" disse ad Andrea, che annuì.
    "Me l'aveva appena detto Capello, non avevo idea che lo annunciasse già anche agli altri".
    "Scusa, ma Paola ti ha detto cosa vuole fare?" chiese Luigi.
    "Non abbiamo ancora avuto l'occasione" tagliò corto Andrea, lasciandoli per andare alla sua scrivania.
    Leo e Luigi si guardarono preoccupati.
    "Bisogna che si parlino, quei due, non deve esserci il bis dell'altra volta" disse Leo.
    "Vorrà dire che li faremo parlare noi, perché se stiamo ad aspettare che lo facciano loro, temo che Paola partirà per Roma senza che si siano chiariti" replicò Luigi, facendo cenno a Leo di andare in corridoio per discuterne con più calma e senza orecchie indiscrete accanto.
     
    .
53 replies since 3/3/2016, 15:13   3164 views
  Share  
.