Almeno tu nell'universo

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  1. sylvia70
     
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    And the winner is Giulia! Avevo già deciso di dedicarti questa puntata e si capirà presto il perché, ma dopo i commenti che hai messo stamattina alle mie storie ancora di più! :wub:

    Qui preparate il bazooka per qualcuna, ok? :lol: E sono curiosissima di sapere che ne pensate della bomba che sta per arrivare, per non parlare di un certo nervosismo che gira per la caserma... :shifty:
    Infine, vorrei sapere dalle esperte delle pare mentali della Vitali se qui sono riuscita a renderle bene :lol: :lol: :lol: come se le sono immaginate loro da tempo immemore.

    Ah, by the way, la puntata è messa apposta in anticipo per festeggiare domani, ok ragazze? ;)
    Buona lettura e buon lunedì!


    Seconda puntata


    Sai, la gente è matta,
    forse è troppo insoddisfatta
    segue il mondo ciecamente
    e quando la moda cambia, lei pure cambia
    continuamente, scioccamente.

    8 Marzo 2003

    Leo sbuffò: "Senti, stavolta facciamo in modo che funzioni, non come l'altro ieri".
    "Non credo che ci saranno altri problemi, abbiamo beccato quello delle banche, Leo. Adesso non ci sono casi urgenti, quindi..."
    "Speriamo, quei due non si parlano da lunedì e non si può andare avanti così. Io ho detto a Paola che ci vediamo al parco delle terme, perché Giovanni deve parlarci di una cosa ma non vuole venire in caserma".
    Luigi inarcò un sopracciglio: "Io invece sono stato più schietto, ho detto ad Andrea che ho un problema con la Morresi e che non vorrei parlarne con Capello in giro".
    Leo spalancò gli occhi: "Scusa?"
    "Tu non c'eri, giovedì scorso, eri a fare il giro delle banche, quando ho avuto una discussione con il magistrato" spiegò Luigi con una smorfia. "Diciamo che lei non ha apprezzato molto la proposta che avevo fatto di verificare una nostra supposizione sul caso dei documenti contraffatti, ricordi?"
    "E allora?"
    "Allora, Andrea c'era e ha dovuto mediare non poco, perché mi era venuta una gran voglia di dirle cosa pensavo della sua fobia nei confronti delle azioni pratiche e della sua precisione maniacale per quanto riguardava documenti e procedure".
    "Luigi, meglio davvero che la fai una bella chiacchierata con Andrea, ma non oggi, ok? Dobbiamo lavorarci con la Morresi e se la fai infuriare ci andiamo di mezzo tutti".
    "Dai, tranquillo, vedrai che mi passerà. Adesso controlliamo che quei due zucconi partano davvero per il parco" lo esortò Luigi.

    Andrea si sedette sulla panchina e guardò il sole che si nascondeva tra gli alberi, preparandosi mentalmente a fare un certo discorsetto a Luigi, non poteva permettersi di dare certe risposte, anche se effettivamente Claudia era stata più pignola del solito. Almeno lei però non lo evitava come la peste. Con Paola invece non c'era verso, quando lui tornava lei usciva e quando lui cercava di parlarle lei con una scusa se la filava. Eppure sentiva che era diverso, rispetto a mesi prima, si capiva che lei era combattuta e che avrebbe voluto parlargli. Gli era parso di percepire quasi paura nell'atteggiamento di lei, cosa che non si era davvero aspettato. Doveva trovare il modo di parlarci, quella sera, senza lasciarla scappare; doveva farle capire che non c'era da aver paura di quello che stava succedendo, che le cose si potevano aggiustare.
    Si voltò sentendo un rumore e vide proprio Paola che arrivava e si fermava a guardarlo con aria perplessa.
    "Tu che ci fai qui?"
    "Sto aspettando Luigi, deve parlarmi".
    "E io Leo, deve parlarmi anche lui".
    Si guardarono e scossero la testa, avevano già capito tutto. Paola si girò dopo un ultimo sguardo, gli occhi annebbiati e la posa incerta.
    "Paola, non andartene!" Andrea la fermò. "Non è un caso e lo sai, l'hanno organizzato loro, sanno che dobbiamo parlare".
    Lei si morse un labbro: "Lo so, ma..."
    "Più lo trasciniamo e peggio diventa, l'abbiamo imparata questa cosa lo scorso inverno. Non vuoi che ricapiti quello che è successo quella volta, così come non lo voglio io. Ti prego, Paola".
    "Va bene, allora resto" capitolò lei fin troppo velocemente mettendosi accanto a lui, che rimase sorpreso nel sentire che lei gli si appoggiava contro con la testa.
    La abbracciò istintivamente e lei si voltò verso di lui con gli occhi lucidi, lui non resistette e le diede un bacio d'impulso, mormorandole: "Mi sei mancata...".
    Con la voce rotta lo ammise anche lei: "Anche tu" e poi si staccò con quel maledetto peso al cuore che diventava sempre più un macigno.
    Lui sospirò: "Lo so che stai ancora pensando a cosa fare, Capello mi ha detto che non hai ancora deciso".
    "Io... Andrea, non posso caricarti di questo peso, è una cosa che devo decidere io".
    "E non possiamo deciderla insieme, scusa?"
    "Tu non capisci".
    "Ricominciamo con queste storie? Cosa c'è che non capisco, sentiamo?"
    "Tutto".
    "Non è vero, Paola. Anzi, capisco fin troppo bene, sei tu che non ti fidi, che non vuoi aprirti".
    "Non è vero! Io vorrei, solo che..."
    "Solo che cosa? Pensi che possa esser invidioso? Ad esser onesti, un pizzico di invidia c'è, a me non hanno mai fatto un'offerta del genere. Però sono contento per te, perché te lo meriti e lo sai".
    "Quindi secondo te dovrei dire di sì".
    "Non lo so, Paola, so soltanto che vorrei esserti vicino mentre tu decidi cosa fare. Perché questa decisione non riguarda solo la tua vita e la tua professione e credo che sia chiaro a tutti e due".
    Lei sentì un tuffo al cuore vedendo la serietà negli occhi di Andrea e gli sfiorò una guancia con le dita, che lui intrappolò con la sua mano stringendola con forza.
    "Lo so che così ti complico ancora di più la vita, ma credo sia giusto che tu lo sappia. Io ti amo, Paola. E la nostra non è una storia come quella che potrebbe esserci tra due colleghi che poi si lasciano tranquillamente quando uno dei due cambia assegnazione. Ne abbiamo passate tante prima di ritrovarci e adesso non sono disposto a mollarti facilmente, ti avviso. Nè sono disposto a negare che sento anche una gran rabbia per questa opportunità che è capitata troppo presto, troppo presto per noi due intendo. Se solo ci fosse stato più tempo per noi, per capire ciò che vogliamo dalla nostra storia, per esser certi di cosa siamo disposti a fare..."
    Lei era ancora con la bocca aperta, la dichiarazione di lui che riecheggiava continuamente nelle orecchie.
    "Paola?"
    "Io... Hai ragione, è troppo, non ce la faccio, ti prego Andrea, perdonami ma non ce la faccio" e Paola si alzò, correndo via come una lepre impaurita.
    Andrea sospirò e si passò una mano tra i capelli, era cosciente che aveva messo un carico da novanta sulla bilancia, ma non voleva che lei continuasse a pensare che lui voleva una storia così, come tante. Per lui era arrivato il momento di darsi degli obiettivi oltre quello lavorativo e sentiva che con lei tutto avrebbe potuto essere come aveva sempre sperato e desiderato, anzi forse anche di più.

    Quella sera c'era una caciara impressionante a cena, ma Andrea notò che mancava proprio Paola.
    "C'è da andare a chiamare la Vitali?" chiese a Bordi.
    Lui lo guardò stupito: "Ma che dice, marescia'? Stasera è la festa delle donne, si ricorda?"
    Andrea si diede dello stupido. Paola lo aveva avvisato ancora la settimana prima che quel weekend sarebbe andata a Roma, si trovava con le sue amiche e poi sarebbe andata a dormire dai suoi. Mosse con rabbia e tristezza insieme la forchetta sul piatto e poi si decise.
    "Ragazzi, io non ho più fame, se qualcuno vuole prendere anche la mia porzione, accomodatevi, vado a fare due tiri".
    Capello lo guardò con aria un po' preoccupata: "Sicuro, Andrea?"
    "Marescia', ma se pure gli orsi polari se ne stanno dentro, co' sto freddo!" obiettò Carlo.
    "Non preoccuparti, Prosperi, mi metterò la pelliccia" commentò Andrea uscendo.
    Leo si alzò e lo seguì dicendo ad alta voce: "Maresciallo, mi sono dimenticato di dirle una cosa!"
    Andrea si voltò e Leo continuò a camminare parlando a bassa voce: "Mi spiace per oggi, ma l'abbiamo fatto solo perché temevamo che non voleste parlarvi".
    "Non ce l'ho con te, Leo, e neanche con Luigi, tranquillo".
    "Allora che c'è? Vi siete chiariti?"
    "Io ho parlato, Leo, lei non ha voluto dirmi cosa ha intenzione di fare e quando le ho detto le mie intenzioni è scappata via" riassunse Andrea con una smorfia amara.
    Leo lo fissò preoccupato: "Sono certo che Paola si chiarirà, so che ci tiene tantissimo a te, Andrea".
    "Già, peccato che a quanto pare il mio tempismo abbia fatto cilecca nel dire le due famose paroline, quelle che in teoria tutte le donne vogliono sentire da noi uomini! Peccato soprattutto perché era la prima volta che lo dicevo in vita mia, era meglio se continuavo a non dirlo" sbottò Andrea andando su per le scale e lasciando un Leo a bocca aperta.
    Luigi arrivò in quel momento: "Allora?"
    Leo si voltò verso di lui con aria sbalordita: "Allora Paola è scappata dopo che Andrea..."
    "Andrea cosa? Non avrà detto qualcosa che faceva meglio a non dire!"
    "Anzi! Le ha fatto una dichiarazione in piena regola!"
    "E Paola se l'è filata... A quanto pare quando le dici certe cose è la sua reazione naturale" commentò Luigi con una punta di ironia amara.
    "Eh?"
    "Niente, niente. Vado io a parlarci, tranquillo, Leo. Così ne approfitto anche per parlargli della Morresi".
    "Luigi, devi controllarti un po' di più, oggi hai rischiato che Capello ti riprendesse di fronte a tutti! Non puoi dirle certe cose nel corridoio" mormorò Leo preoccupato.
    "Vorrà dire che imparerò ad evitarla e lascerò a te il piacere di parlare con il magistrato, almeno fino a quando non ne manderanno un altro" concluse Luigi con una smorfia prima di salire le scale verso le camerate.

    "Paola, ma che è quel muso? Dai, muoviti un po', che siamo venute qui per divertirci, non per fare le noiose!"
    Paola sospirò e guardò le sue amiche Gloria e Giulia: "Scusatemi, ragazze, ma stasera non è proprio serata".
    "E dai, che se vuoi puoi farla diventare diversa! Tira su quella bocca e anche quella gonna, anche se sei fortunata te a non far fatica per attirare i maschietti, guardali, sono già lì che sbavano!" la esortò Gloria.
    "Non mi interessa".
    "Come non ti interessa? Mica avrai deciso di cambiar mestiere di nuovo e farti monaca, eh? Guarda che ti dò una botta in testa se mi dici che è vero!"
    "Non è quello, dai Gloria".
    "Per me è che lei ha già trovato qualcuno" disse Giulia con un sorrisetto.
    "Ehi! Davvero, Paola? E non ci dici niente? Com'è? E' figo, spero! E com'è a letto, ci sa fare? Ha un po' di sale in zucca? A parte che tanto uno vale l'altro, i maschi so' tutti scemi uguali".
    "Gloria! Insomma, lasciala in pace, non vedi che così le fai passare la voglia di raccontare?" la rimbrottò Giulia.
    "Beh, tanto con questo casino cosa vuoi che si senta? Però potremmo andare nei bagni, lì c'è più calma".
    Giulia la guardò con ironia: "Come no, tra una coppia che lo fa addosso al muro e un'altra che lo fa sul lavandino... Paola, ti assicuro che non avevo idea che ci portasse qui Gloria dopo cena, altrimenti le avrei detto di non riservare proprio nessun tavolo!"
    Lei scosse la testa: "Non preoccuparti, Giulia, non è un problema, anzi il rumore quasi mi piace stasera".
    "Ecco, vedi? Sta già cambiando umore, dai Paoletta, che con un altro po' di sforzi puoi venire a divertirti con noi! Lascia perdere quello che hai in testa, tanto adesso non è più di moda averne uno solo, no? Perché averne uno solo quando puoi divertirti? Finché sei giovane muoviti, approfitta delle occasioni! Guarda che bel ragazzo che ti sta fissando, certo è un po' magro e non si vedono tanto i muscoli, ma è biondo e con un bel sorriso e ti sta mangiando con gli occhi..."
    Paola si irrigidì e guardò dietro di scatto, poi scosse la testa, non era lui, come avrebbe potuto esserlo? Anche se una parte di lei era dispiaciuta che non lo fosse.
    "Ehi! Sembrava che temessi di vedere un fantasma! Ma che ti succede, Paola?" le chiese Giulia.
    "Niente, niente. Voi andate pure a ballare, se volete, io resto qui ancora un po'..."
    "Oh, sentite, se voi due volete stare qui a fare la calza, padrone, io vado a ballare" disse Gloria sparendo nel mucchio di gente sulla pista.

    "Paola, guarda che anche se ci vediamo poco, io ci sono se vuoi parlare" le disse Giulia sedendosi vicino e coprendole la mano con la sua.
    Paola si specchiò negli occhi buoni della sua amica e si scoprì a raccontarle tutto, a fatica e in mezzo al bailamme di suoni, persone e odori che rischiavano ogni volta di travolgerle entrambe.
    Giulia si passò una mano tra i capelli: "Capperi! Per forza che dici che stasera non è serata... Io al posto tuo avrei un mal di testa da urlo!"
    "Non so cosa fare, Giulia. Da una parte è l'offerta più inaspettata e più incredibile che mai potesse arrivarmi, quasi mi darei un pizzicotto prima di crederci davvero".
    "E dall'altra hai avuto la fortuna di trovare uno che si è buttato, che ti ha detto quello che sente e che è pronto anche ad impegnarsi. Inoltre mi sembra di capire che abbia pure le caratteristiche che interessano a Gloria o sbaglio?" chiese Giulia maliziosa.
    Paola arrossì e si mise a ridere: "Questa non me l'aspettavo da te, Giù!"
    "Lo so, ma non potevo resistere e poi visto che Gloria se l'è filata, devo fare anche la sua parte".
    "Ah, per quello non c'è bisogno, grazie, so già cosa mi direbbe se sentisse la mia storia".
    "Ma sei matta Paola, che discorsi sono? Vuoi scherzare, sacrificare questa opportunità per un uomo? Cosa siamo tornati, all'età della pietra? Vuoi davvero tradire le conquiste del fronte femminile?" disse Giulia replicando la voce e gli atteggiamenti di Gloria così bene da strappare una risata a Paola.
    "E' lei spiccicata!"
    "Lo so, ma lei è facile da imitare".
    "Te l'ho sempre detto che tu hai un talento naturale per questo, peccato che non voglia sfruttarlo".
    "Senti, non provare a cambiare discorso, tu, che ti conosco bene" la ammonì Giulia.
    "Non sto cambiando discorso".
    "Allora, sentiamo, cosa stai pensando di fare?"
    "E' questo il punto, non lo so!"
    "Beh, io soluzioni pronte non ne ho, però... Scusa, se davvero stai insieme con questo ragazzo, perché non ne parli con lui?"
    "Non ci riesco! A parte quanto mi ha spiazzata con quella dichiarazione oggi, che non mi sarei mai aspettata così presto, non da uno come lui".
    "Cosa vorresti dire?"
    "Che da quando lo conosco, ha sempre fatto un po' il galletto, quello che si diverte".
    "Una versione maschile di Gloria, insomma".
    "No, non proprio... Però diciamo che anche lui credeva nel divertirsi senza impegno".
    "Guarda che hai appena detto 'credeva', quindi vuol dire che l'hai giudicato sincero, quando ti ha detto che ti ama".
    "Perché era sincero, si capiva, Giù!"
    "Quindi è cambiato, è una gran cosa, mica da tutti... Ed è merito tuo, dovresti esserne contenta da morire!"
    Paola non rispose, ma Giulia la stuzzicò: "E dai, che si vede che anche se ti ha spaventato con questa dichiarazione improvvisa, tu sei troppo felice che l'abbia detto!"
    "Come potrei non esserlo? E' solo che..."
    "Lo so, lo so, te l'ha detto adesso che potresti andar via, ma non credo l'abbia fatto per trattenerti. O tu pensi che sia così?"
    "No, non lo penso neanch'io. E' solo che questo rende tutto più complicato".
    "Lasciami indovinare... Se anche con te avesse fatto come con le altre, la solita storiella senza impegno, tu avresti già detto sì alla proposta del corso".
    Paola non negò e Giulia le chiese: "Ma da quant'è che siete insieme, scusa?"
    "Da neanche un mese".
    "Eh??? Credevo che foste insieme da tanto di più, da come ne parli!"
    "Non è questo, è che in realtà... Oh, insomma, la verità è che io mi sono innamorata di lui già l'anno scorso, ma la prima volta non ci siamo capiti e abbiamo litigato ancor prima di metterci insieme".
    "Ahia! Allora era per lui che eri così di umore strano lo scorso Natale?"
    "Anche, ma non solo, lo sai che papà non ha ancora mollato con la sua idea che sono matta a voler fare il carabiniere".
    "Lui è meglio se lo lasci perdere, lo sai com'è fatto tuo padre, non può fare a meno di preoccuparsi e poi sognava di avere tutti e due i figli in farmacia con lui e manco uno, povero!"
    "Io in farmacia? No grazie! Ma sai che colpo gli prenderà se vado al corso?"
    "Hai detto 'se', Paola..."
    "Perchè te l'ho detto, non ho ancora deciso".
    "Beh, si capisce, visto che sei innamorata di questo..."
    "Andrea, si chiama Andrea".
    "Ok, sei innamorata di questo Andrea da un bel po' e a quanto pare anche lui, altrimenti non ti avrebbe fatto questa dichiarazione dopo neanche un mese! Però adesso è un po' più chiaro, prima mica ti capivo così bene. Quindi ci avete riprovato, coraggiosi, però!"
    "Già, ma ogni volta che lo guardo, mi viene una rabbia per aver perso tutto quel tempo ad esser infuriata con lui lo scorso inverno, quando avremmo potuto stare insieme. E mi dò della stupida mille volte, ma non voglio ammettere con lui che sono stata una stupida e allora mi arrabbio con lui e..."
    "Mamma mia, Paola, basta così che il mal di testa lo fai venire anche a me! Ho capito, ho capito, ok? Ma non c'è nessun altro con cui potresti confrontarti? Una persona che possa comprendere la situazione in cui ti trovi e non farti venire mille pare? A parte che, al posto tuo, io mi sarei fiondata da questo ragazzo e gli avrei detto che anch'io lo amo da impazzire e che piuttosto mollo il lavoro!"
    "Giulia!"
    "Lo so, lo so, io sono diversa da te e anche da Gloria, ma che vuoi farci? Voi due avete sempre avuto il codazzo di ammiratori, io no. Quindi se trovassi uno che oltre ad essere onesto e affidabile e simpatico, fosse pure un figo della madonna, come direbbe Glo, e pronto a cambiare perché vuole stare con me... Figuriamoci se me lo lascerei scappare, sarei disposta a fare di tutto! Non che che mi cederesti il tuo, a proposito?" e Giulia le fece l'occhiolino.
    Paola sorrise: "Guarda che non sono disposta a cedertelo, neanche se mi dai tutte le figurine doppie che non hai mai voluto darmi dell'album di Georgie!"
    "Che cattiva! Però scusa, tu non volevi darmi quella figurina così carina".
    "Lo sai benissimo che era l'album di mio fratello e non si poteva toccare!"
    "Però Beckham era così cariiino..."
    "Giù, torna con i piedi per terra, ok? E poi che vuoi, quello si è sistemato con la più antipatica delle Spice Girls, quindi non deve avere la testa tanto a posto. Meglio che ti cerchi uno con più sale in zucca, come dice Gloria".
    "Dimmi un po', questo tuo talento del richiamare tutti all'ordine lo fai anche in caserma, vero?"
    Paola sorrise: "A dir la verità, c'è una persona in particolare che me lo fa sempre notare e dice che dovrei io avere i gradi da maresciallo".
    "Una persona a caso, eh? Guardala, è persa, completamente... Non si capisce neanche che sei innamorata cotta! Dai, avanti, promettimi che domani ci parli con questo ragazzo, ok? E non badare a quello che potrebbe dirti Gloria, ascolta me per una volta, uno così non lo trovi dietro ogni angolo!"
    "Ci penserò, Giulia, promesso. Ma adesso alziamoci, che sono stanca di star seduta, ho voglia di muovermi".
     
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53 replies since 3/3/2016, 15:13   3164 views
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